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Club Alpino Accademico Italiano

Novità alla BALZA DELLA PENNA e al MONTE TITANO - Due belle vie nuove di Mazzolini & C.

Domenica, 16 Giugno 2024 22:03

Tra Romagna e Marche due belle proposte a cura di Samuele Mazzolini.

Testi di Samuele Mazzolini

Ottimizzazione e grafica A. Rampini

BALZA DELLA PENNA - “L’inaffidabile”

                               "L'inaffidabile" - Tracciato “Basta Marco, oggi non passo, caliamoci qui e torniamo, non voglio rovinare questa placca salendola con artificiale o trucchetti vari”. Io e Marco Casi ci conosciamo da tanto tempo, più precisamente da quando lui, per primo, aveva cominciato a salire in libera le placche più difficili della falesia delle Balze, sul Monte Fumaiolo. Per me è un maestro e un mito, perché quando ho cominciato a scalare sognavo di salire leggero come lui su quei muri lisci. Abbiamo scalato spesso insieme e spesso ho potuto “godere” sui bellissimi monotiri che ha attrezzato un po’ ovunque tra Marche e Romagna, ma mai ci eravamo legati insieme per aprire una via. E’ bastato un messaggio e l’idea di un vecchio progetto, a sinistra di una mia via del 1998 alla Balza della Penna, ha cominciato a concretizzarsi. I primi tiri, non difficili, filano via veloci e ci portano al tanto atteso muro finale, che era per entrambi evidente sarebbe diventato il tiro chiave.

Il primo tentativo si risolve con ripetuti voli nel tratto chiave. Potrei tranquillamente salire con i cliff e mettere lo spit dove vorrei arrivare in libera, ma questo non è contemplato nella mia etica di apertura. Tornerò, un po’ più in forma, e risolverò il passaggio. Marco la pensa esattamente come me, e questo mi rende felice. Decidiamo di tornare un sabato di ottobre con noi c’è anche Francesco Piacenza, mio caro amico e compagno di scalate: voglio fargli vedere il tiro e vorrei aprisse qualcosa anche lui.

Mi preparo, avviso i compagni che molto probabilmente tornerò dopo poco da loro in vola ma inaspettatamente riesco subito a passare e a piazzare il cliff che mi permette di mettere il fix. Da lì in poi il morale si alza e finisco il tiro. Francesco a per gli ultimi venti metri fino in cima e poi ci caliamo ripulendo la roccia e sistemando tutte le soste per la salita in libera, ciliegina sulla torta dopo l’apertura della via. Un mesetto dopo mi sento con Marco per andare a fare la salita rotpunkt, ma purtroppo non può venire per un impegno. Mi dice: “vai lo stesso maestro, poi ci torneremo insieme”. Uno dei miei maestri che mi chiama maestro! Bella storia, questi anni non sono passati inutilmente, non abbiamo solo scalato.

Ci ho pensato spesso, magari prima di addormentarmi o nei viaggi andando a scalare: talvolta meglio scendere e rinunciare a salire a tutti i costi, per tornare e cercare di riuscire facendo meglio, nel rispetto delle regole non scritte di questo gioco, perché il rispetto delle regole è già di per se stesso un grande successo.

 

Inaffidabile 1Samuele Mazzolini in apertura sul tiro chiave - Ph Francesco Piacenza

LinaffidabileL'inaffidabile - Schizzo

 

 

 

Inaffidabile 3Giuseppe Babbi sulla bellissima placca del tiro chiave - Ph S.Mazzolini

 pdfScarica lo schizzo in formato PDF

Inaffidabile 2Marco Casi sul finale del tiro chiave - Ph S. Mazzolini

 

Inaffidabile 4Il Monte Nerone visto dalla Balza della Penna - Ph S. Mazzolini

 

MONTE TITANO - Parete Est - “La manutenzione dei sogni”

“Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni”. (J. Irons)

Foto 7Leonardo Ronconi sull’ultimo tiro - Ph S. MazzoliniCredo fossero ancora gli anni ’90 quando andai in un caldo pomeriggio di luglio sotto il piastro della Cesta di San Marino per vedere una possibile via di salita. Allora sulla parete est del Monte Titano c’era solo un itinerario di più tiri, che si chiamava appunto “Via lunga”, ed io sognavo di aprirne un altro. La linea che immaginavo era più o meno quella che della via che ho aperto tra ottobre e gennaio, ma allora, a causa della mia inesperienza, battezzai la roccia poco buona e l’itinerario non fattibile. Con grande dispiacere e delusione me ne tornai a casa e rimisi i miei sogni di alpinista nel cassetto. Alcuni anni dopo, sul margine destro del pilastro, caratterizzato da una bella roccia grigia, fu però aperta da arrampicatori riminesi una bella via, divenuta poi negli anni una classica della parete. Ogni tanto vado a ripeterla, e un pomeriggio di ottobre dello scorso anno sono andato a scalarla con mio figlio. Scendendo dal sentiero attrezzato che riporta alla base della parete, ho riguardato con più attenzione la linea immaginata tanti anni prima e lo sguardo mi si è subito soffermato su una grossa nicchia impossibile da non notare, che interrompeva una bella linea di fessure. “Guarda Matti, su di lì ci starebbe proprio una bella via!”. E mio figlio, “allora vai e falla”. Detto fatto. Già il sabato seguente ero in cima al pilastro per fare una veloce ispezione dall’alto, in modo da rendermi conto se valesse la pena aprirla, ossia se la roccia non fosse stata troppo di cattiva qualità. Con grande stupore mi accorsi invece che, a parte qualche tratto, la roccia era davvero di buona qualità e la via pareva essere davvero bella, con tratti molto esposti.

Trovare il primo compagno è stato piuttosto semplice. Il pomeriggio dovevo infatti vedermi con Armando Amati per andare a fare alcune sue vie a Tausano e, dopo avergli detto che ero stato a San Marino, gli faccio vedere un paio di foto appena scattate della via che avevo in mente: in meno di un secondo Armando mi dice che sarebbe venuto volentieri con me. A lui si sono poi aggiunti altri amici con cui scalo abitualmente e l’apertura di questo itinerario è diventato un divertimento assoluto. Un lavoro di squadra che ci ha impegnato per alcuni fine settimana autunnali e in cui ognuno ha dato il suo contributo. Adesso, grazie ad Armando Amati, Fabrizio Grimandi, Simone Enei, Leonardo Ronconi e Zannoni Matteo un nuovo itinerario sale lo strapiombante e giallo pilastro della Cesta, offrendo una scalata entusiasmante e di sicura soddisfazione lungo fessure, spigoli e placche sospese.

Questa via, oltre al puro divertimento di scalarla dal basso e a un paio di multe che ho rimediato alla folle velocità di 51Km e 53Km orari mentre andavo a San Marino, ha richiesto anche un po’ di tempo per la pulizia di alcuni tratti di roccia non solidissima e per rendere la chiodatura più sicura. L’arenaria non è infatti una roccia sempre solida come il granito o il calcare, e dopo averla salita ci sono voluti un paio di giorni per sistemarla, per curarla, per mantenerla. Un po’ come per i sogni, che vanno coltivati e mantenuti sempre vivi dentro il nostro cuore.

Foto 2Samuele Mazzolini in apertura sul terzo tiro - Ph Simone Enei

 

 

Foto 3Simone Enei in arrampicata sul secondo tiro - Ph S. Mazzolini

Foto 1Fabrizio Grimandi in apertura sul secondo tiro - Ph S. Mazzolini

 

Foto 4Armando Amati in doppia sulla via - Ph S. Mazzolini

Foto 5Simone Enei nella caratteristica nicchia al termine del terzo tiro - Ph S. Mazzolini

 

 

Foto 6Matteo Zannoni sul diedro del secondo tiro - Ph S. Mazzolini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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