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Le Valli di Lanzo vantano una lunga e ricca storia alpinistica, per approfondirla si rimanda al compendio qui indicato:
LE VALLI DI LANZO-compendio di storia alpinistica.pdf
Se avete avuto la pazienza di leggere quali sono le vette, le pareti, gli alpinisti e le imprese avrete intuito come queste valli consentano di svolgere qualsiasi attività legata al mondo della montagna. Ce n’è davvero per tutti i gusti e i livelli e ogni stagione dell’anno va bene per visitarle. Di seguito si cercherà di dare alcune informazioni che tuttavia, per forza di cose, rimarranno pur sempre sommarie rispetto alla vasta scelta.
ATTIVITA’ DI MONTAGNA NELLE VALLI DI LANZO: PERCHE’ VISITARLE
La corposa storia alpinistica delle Valli di Lanzo fa ben comprendere come queste forniscano la possibilità di praticare tutte le attività possibili di montagna: l’escursionismo in tutti i suoi livelli, l’alpinismo classico e facile e quello difficile, l’arrampicata sportiva, trad e plaisir, l’arrampicata su ghiaccio, lo scialpinismo e lo sci ripido, nonché quello estremo. Queste valli hanno inoltre la prerogativa, a differenza di molti altri gruppi montuosi molto più famosi, di essere ancora selvagge e poco addomesticate e quindi si può vivere l’attività di scoperta ed esplorazione.
Arrampicata sportiva e plaisir nelle Valli di Lanzo
Salvo qualche eccezione e salvo condizioni climatiche particolari è possibile effettuare l’arrampicata sportiva in falesia dalla primavera all’autunno, anche inoltrato.
In Val di Viù il maggior sito per l’arrampicata su monotiri è la falesia dei Tornetti, sopra Viù. Le difficoltà sono medio-alte con diversi tiri scavati e gradi fino all’8a+. E’ frequentabile in primavera e autunno ma non troppo inoltrato, vista la quota (1200m) e l’ombra al pomeriggio. In estate è possibile scalare ma può risultare umido. Altre falesie, più estive, sono quelle chiodate da A. Bosticco lungo la carrozzabile che sale da Margone al Lago di Malciaussia.
La Val d’Ala è quella che ha meno siti di arrampicata sportiva in falesia, si riportano due settori piccoli e vicini tra loro, adatti per delle mezze giornate o di ritorno da una scialpinistica al Pian della Mussa: la falesia di Chiampernotto con tiri medio-alti e il Torrione dei Passeggeri con tiri scavati ma su una roccia particolare.
Viceversa la Val Grande è ricca di falesie. La principale è la Falesia delle Gare o Campopietra, subito prima di Forno A. G., dove si sarebbero dovuti disputare i Campionati Italiani FASI nel 1989, poi annullati. Presenta 42 monotiri fino al 7b/7b+. Se asciutta sfruttabile dalla primavera all’inizio dell’autunno. In valle però troviamo i settori della falesia della Giagiomik, dove in stagioni secche è possibile scalare anche in inverno su una vasta scelta di tiri, brevi ma intensi, e il comprensorio delle falesie di Cantoira, con gradi dai facili ai difficili. Primavera e inizio autunno le stagioni migliori per la loro frequentazione. Esistono poi anche molte altre strutture minori, da ricordare infine, non certo perché minore ma per vie dalle caratteristiche a metà strada tra i monotiri e le vie lunghe, la Paretina di Forno. Estiva e con un tipo di arrampicata in puro stile granitico.
Fin qui le falesie con i monotiri ma è possibile trovare molte strutture con vie lunghe a spit.
In Val di Viù una interessante struttura è la Losa d’Alais con vie medie, ad oggi inizio 2021 in progetto di richiodatura, da non dimenticare però alcune vie a spit sulla sud della Torre d’Ovarda, vie in ambiente prettamente montano ma con attrezzatura sportiva. In Val d’Ala vie lunghe facili, ma in un bell’ambiente solare, sono quelle aperte recentemente sui Contrafforti dell’Uja di Mondrone sopra il paese di Balme e quelle nella zona della Punta delle Serene.
E’ ancora però sicuramente la Val Grande ad offrire le maggiori possibilità per scalare su vie lunghe a spit. Si ricordano in particolare il Roncet, il Bec di Rociruta, il Bec di Mea, i Torrioni del Biollè, la Parete dell’Elefante e la Rocca di Lities. Tutte queste strutture offrono una vasta scelta di vie più o meno difficili e sono sfruttabili per buona parte dell’anno tranne che nei periodi nevosi o comunque in pieno inverno quando fa più freddo. Pur tuttavia sulla Rocca di Lities è possibile riuscire a scalare anche in inverno, su vie che arrivano a dieci lunghezze.
L’arrampicata è su serpentino su quest’ultima struttura mentre di tipo granitico sulle altre. Sono praticamente tutti itinerari chiodati a spit e si possono trovare vie plaisir e vie più difficili ma comunque mai con obbligatori molto alti.
In particolare le pareti della Val Grande con le vie lunghe valgono una visita anche solo a loro dedicata, sia per la bellezza dei luoghi che per quella della scalata, senza dimenticare la storicità di certi itinerari.
Arrampicata trad nelle Valli di Lanzo
Parlando di arrampicata trad o comunque mista su pareti non propriamente di montagna vera e propria il luogo simbolo in queste valli è il Vallone di Sea. Il primo tratto di questo lunghissimo vallone, che si dirama da Forno A.G. in Val Grande, è caratterizzato da pareti alte fino a 300m su cui, a partire dal 1978, sono stati tracciati più di 250 itinerari.
E’ possibile arrampicare sia sul lato idrografico sinistro che su quello destro dove si trovano le strutture principali: lo Specchio di Iside, il Trono di Osiride e la Parete dei Titani in particolare. Purtuttavia sul lato sinistro troviamo rinomate strutture, prima tra tutte la Torre di Gandalf, da sempre uno dei settori più gettonati e la recentemente rivalutata Parete del Naufrago.
Il tipo di scalata in Sea è di tipo granitico ed è molto vario: si va dalle placche, ai muri, alle fessure che possono diventare anche strapiombanti. Alcune vie sono interamente chiodate a spit, come ad esempio Climber Ali di Legno, Supercontroles, Titanic, Ultimo Imperatore e Aqualung, la maggior parte però sono di arrampicata mista, ovvero spit solo dove non ci si può proteggere con protezioni veloci. Esistono anche itinerari attrezzati solo con le soste come ad esempio le vie Chiquita e Robinson ed altri ancora nelle condizioni originarie e in molti casi senza nessuna ripetizione.
Nonostante la grande quantità di vie presenti nessuna è davvero facile o plaisir, il livello necessario è sempre almeno medio, anche su quelle a spit tra cui molto successo hanno sempre avuto Titanic e Supercontroles. A partire dal 2015 è stato avviato un grande lavoro di ripristino degli itinerari e in alcuni casi ne sono anche stati aperti di nuovi.
Il progetto, nato in seno alla libera associazione detta Gruppo Rocciatori Val di Sea (https://it-it.facebook.com/rocciatorivaldisea/) fondata da M. Blatto, è stato particolarmente portato avanti dai f.lli Enrico ed è culminato prima nell’organizzazione del Raduno Val Grande in Verticale (prima edizione 2017), che si tiene ogni anno il primo weekend di settembre, e poi nella costituzione dell’associazione riconosciuta detta Valli di Lanzo in Verticale (https://www.vallidilanzoinverticale.it/), composta da varie sezioni del Cai e dal Caai.
Nel 2019 è uscita la nuova guida di arrampicata Val Grande in Verticale, edita da IdeaMontagna e scritta da M. Blatto, E. Bonfanti, L. e M. Enrico. Il periodo per scalare in Sea è abbastanza breve, neve permettendo va da metà giugno agli inizi di ottobre ma i mesi di luglio ed agosto sono i migliori: nonostante la vicinanza al fondovalle (gli avvicinamenti sono tutti, più o meno, sull’ora di marcia) e la quota non molto elevata (1800m circa) il clima è prettamente di natura alpina.
Le vie del vallone possono essere una valida alternativa a quelle in quota quando meteo e condizioni sono sfavorevoli ma valgono anche una visita o una vacanza dedicata. La scelta è molto ampia e grazie alle soste piazzate nei vari restyling le calate in doppia sono veloci e consentono di concatenare anche due itinerari nella stessa giornata.
Per le sue caratteristiche morfologiche e per la grande concentrazione di pareti in una porzione ristretta di territorio Sea rappresenta sicuramente un luogo con caratteristiche abbastanza uniche per quanto riguarda le vallate delle Alpi occidentali.
Escursionismo nelle Valli di Lanzo
Le Valli di Lanzo sono percorse da una fitta rete di sentieri, alcuni dei quali purtroppo in parte scomparsi, e sono attraversate dal GTA (Grande Traversata delle Alpi) con i relativi posti tappa. Tutti i sentieri, anche quelli meglio segnalati, non sono comunque mai itinerari turistici, i valloni che percorrono sono quasi sempre solitari e selvaggi. La scelta è molto vasta, al raggiungimento delle vette o dei colli si può preferire quello dei tanti laghi e laghetti alpini, molto caratteristici (ad esempio Lago di Afframont, Laghi d’Unghiasse).
Escursioni molto belle, che consentono anche concatenamenti e traversate, sono quelle effettuabili sul versante meridionale della Val Grande, molto aperto e solatio. Assai caratteristiche anche le varie cappelle costruite in quota (ad esempio Santa Cristina, San Domenico, il Ciavanis). A partire dal 2019 l’associazione Valli di Lanzo in Verticale, in collaborazione con il Cai di Lanzo ed in occasione dell’annuale raduno Val Grande in Verticale, si è prefissata di riprendere e segnare ogni anno un sentiero dimenticato. Ad esempio nel 2019 è stato ripristinato il sentiero del Passo dell’Ometto, lato Val Grande, permettendo così la traversata in Val d’Ala.
Alpinismo classico nelle Valli di Lanzo
Le Valli di Lanzo grazie alle alte montagne del fondovalle hanno un’ottima scelta per chi vuole praticare un alpinismo di stampo classico senza troppe difficoltà. D’altra parte in particolare il paese di Balme, in Val d’Ala, è stato una delle patrie dell’alpinismo, tra la metà e la fine del 1800. Cominciando dalla Val di Viù la più classica delle ascensioni è il Rocciamelone passando per il rifugio Tazzetti mentre la normale della Torre d’Ovarda una sorta di escursionismo difficile. Per quanto riguarda l’alpinismo classico è però sicuramente la Val d’Ala ad avere il primato. Le alte montagne che sovrastano il Pian della Mussa sono giustamente famose per le loro normali: la Ciamarella passando per il ghiacciaio e il pendio ovest, la Bessanese passando per il Col d’Arnas e poi ancora l’Albaron di Savoia, il Collerin e la Piccola Ciamarella che si elevano dal Pian Gias. Tutte ascensioni in ambiente glaciale con partenza direttamente dal Pian della Mussa o dal rifugio Gastaldi. Da non dimenticare però la normale dell’Uja di Mondrone, un escursionismo difficile solo un po’ mitigato dalla presenza di qualche corda fissa. In Val Grande la normale di alpinismo classico più nota è quella che conduce alla Levanna Orientale passando per il rifugio Daviso.
Se nell’alpinismo classico, seppur con un gradino più difficile rispetto alle normali, includiamo anche le salite di cresta e le pareti nord allora non si può non citare lo Spigolo Murari alla Bessanese con partenza dal rifugio Gastaldi, la Cresta dell’Ometto sull’Uja di Mondrone con partenza dal bivacco Molino, il Canale Est dell’Uja della Gura, una grandiosa salita di neve da fare partendo dal rifugio Daviso, la Cresta Est e la Parete Nord della Ciamarella con partenza dal bivacco Soardi. Vista la quota elevata (la vetta più alta è la Ciamarella con i suoi 3676m) sono tutte ascensioni da realizzare nel periodo estivo tenendo però in conto il forte ritiro dei ghiacciai. La Nord della Ciamarella invece bisogna farla in primavera in quanto in estate è ormai completamente scomparsa.
Alpinismo difficile nelle Valli di Lanzo
Le Valli di Lanzo offrono molte possibilità per praticare ascensioni difficili con la prerogativa che quello che si pratica è quasi sempre un alpinismo di scoperta ed esplorazione. In Val di Viù assolutamente consigliabile è la via di Manera& C. sulle Prigioni della Lera dove, da ormai diversi anni, sono state piazzate le soste a spit. Il periodo migliore è quello estivo in considerazione della quota e del fatto che la parete rimane in ombra. Rimanendo sempre nella medesima valle, per gli amanti della scalata esplorativa ci sono le vie sulla sud della Torre d’Ovarda, a parte due più moderne e chiodate a spit, le altre si svolgono tutte su terreno di avventura, alcune delle quali con scarse o quasi nulle informazioni. In Val d’Ala la parete principale per l’arrampicata in montagna è sicuramente la Nord dell’Uja di Mondrone.
Su questa alta parete di 500m ci sono molte vie, tutte trad su roccia serpentinitica (la Rosenkranz e la Dionisi hanno tuttavia le soste a spit), tranne la via Alla Pagina Seguente, già aperta a spit e restaurata e raddrizzata nel 2019. La parete nord est prende sole solo al mattino, quindi il periodo di frequentazione è quello estivo fino ai primi di settembre. Ottimo punto di appoggio è il bivacco Molino. In Val Grande vie di montagna con qualche spit si possono trovare sul Monte Tovo e sulla Giardonera (sul Tovo, oltre la via di Manera, sono state tracciate negli anni 2000 le vie Pilastro Zec e Welcome to the Pleasure Dome, sulla Giardonera sempre negli anni 2000 le vie Kendokan e Due senza Tre), ambiente solitario e con una lunga ma piacevole marcia di approccio, esposizione ovest. Nel Vallone dell’Unghiasse la grande parete, seppur un po’ interrotta, del Gran Bernardè offre diverse linee in puro terreno d’avventura (ad esempio vie: Manera, Profetiche Idiozie e Lontano da Tangentopoli), rimarchevole è lo Spigolo Ovest dove corre la via Grassi-Lang. Anche qui esposizione ovest, vista la quota il periodo migliore è quello estivo e comunque bisogna attendere lo scioglimento della neve sulle cenge. Sulla testata della Val Grande il gruppo Gura-Martellot è quello che permette le maggiori possibilità in fatto di alpinismo-arrampicata difficile in grande terreno d’avventura. Il punto di appoggio migliore è il rifugio Daviso, anche se nelle vicinanze si trova l’antico bivacco Ferreri-Rivero.
La parte della Gura, che include i due ghiacciai nord e sud del Mulinet, è compresa tra la Dent d’Ecot e la punta Bramafan. L’unica salita di alpinismo classico, seppur già impegnativo, di questa porzione di vette è il Canale Est della Gura. Diversamente tutti i pilastri che formano la lunga Cresta di Mezzenile, che può essere percorsa anche in traversata, integrale se fatta dal Col Girard fino al Campanile di Mezzenile, presentano vie di arrampicata di un certo impegno alte fino a 500m. Una delle salite più eleganti e rappresentative della zona è certamente il Pilastro Castagneri con la via di Motti, Manera & C. Le discese sono sempre lunghe e impegnative e possono essere effettuate in diversi modi, a seconda del punto che si raggiunge e delle condizioni. Solo da due vie ci si può calare in corda doppia e sono la via del Tetto a Sette su punta Corrà e la via Lou Couars sul Campanile di Mezzenile. Il Gruppo della Gura è ciò che di meglio almeno queste valli possono proporre in fatto di alpinismo di alta difficoltà esplorativo ed avventuroso su un terreno di alta montagna.
L’esposizione delle pareti è est, la frequentazione, almeno per le vie di roccia, è estiva. La parete del Martellot, che va dalla Dent d’Ecot alla Levanna Orientale, propone diverse ascensioni anche se meno interessanti, almeno dal punto di vista arrampicatorio. Vanno tuttavia ricordate la via Berta sul Dome du Mulinet e la va Didattica 99 sulla Clavarino, quest’ultima una piacevole salita di difficoltà media. In questa porzione importanti invece alcune ascensioni invernali, in particolare le due cascate-goulotte dette Couloir est del Martellot e O Sole Mio. La partenza avviene sempre dal Daviso dotato di locale invernale. Nel Vallone di Sea, che si dirama a sinistra di Forno Alpi Graie, come vie di montagna rimarchevole è il gruppo della Leitosa, selvaggio e misterioso, si cita ad esempio la via Spazio Bianco sulla Mappa. Qui non ci sono punti di appoggio ed è necessario prevedere il bivacco. Sulla porzione di bastionata che divalla dall’Uja di Mondrone si incontrano gli Speroni di Sea, in pieno nord l’ambiente è selvaggio e freddo, una via che negli anni è stata ripetuta è il Pilastro Silvia, dove si può trovare qualche chiodo in via. Seppur sul lato Val Grande per gli Speroni di Sea è consigliabile il pernottamento al bivacco Molino valicando poi il Passo dell’Ometto. Dopo gli Speroni di Sea si incontrano la Punta Rossa di Sea e l’Albaron di Sea. Ci sono diversi itinerari di roccia che percorrono queste vette ma sono più che altro riservati a intenditori o collezionisti, si cita solo la lunghissima (la via più lunga delle Alpi Occidentali) via dei f.lli Berta sull’Albaron. Viceversa la grande parete dell’Albaron è striata da diverse goulotte, lunghe anche quasi 1000m ed opera per lo più di Grassi. Punto di appoggio il bivacco Soardi-Fassero. Tuttavia è molto difficile reperire informazioni su queste salite. Con base al Soardi come salite su roccia troviamo la bellissima parete dell’Uja di Mombran, con diverse vie e il pilastro di Punta Francesetti dove si cita in particolare la via Manera-Ribetti. Se quest’ultima possiede caratteristiche più alpinistiche le vie sulla Mombran sono di scalata pura su ottima roccia, il triangolo roccioso dove passano ricorda per esteticità e arrampicata il ben più famoso Becco Meridionale della Tribolazione in Val dell’Orco.
Cascate di ghiaccio nelle Valli di Lanzo
I due luoghi che presentano la maggior scelta e le migliori possibilità di trovare cascate ben formate sono il Vallone d’Arnas da Usseglio in Val di Viù e soprattutto il Pian della Mussa in Val d’Ala. Molte colate che un tempo si formavano regolarmente, come ad esempio le cascate a livello della strada sul versante meridionale della Val Grande o anche quelle nel Vallone di Sea, oggi è sempre più difficile trovarle in condizioni se non addirittura ghiacciate.
Viceversa nel Vallone d’Arnas e al Pian della Mussa le possibilità di riuscita sono maggiori, senza contare che per il Pian della Mussa si può confidare nelle informazioni e nell’appoggio logistico del rifugio Città di Ciriè. Per il Vallone d’Arnas bisogna comunque mettere in conto un discreto avvicinamento in quanto la strada di solito è innevata o ghiacciata, per raggiungere il Pian della Mussa bisogna salire da Balme. Qui per alcune salite, in particolare quella del Cascatone del Pian dei Morti, bisogna considerare attentamente l’irraggiamento solare che limita il periodo di fattibilità. Gennaio è il periodo migliore.
Scialpinismo e sci ripido nelle Valli di Lanzo
Le Valli di Lanzo offrono una vasta scelta di itinerari scialpinistici, dai più facili ai più difficili.
- Scialpinismo invernale:
Come scialpinismo invernale la Val di Viù è quella che dà le maggiori possibilità. La conca dei Tornetti sopra Viù permette di trovare, soprattutto nel suo versante nord (Monte Ciarm), neve farinosa e condizioni di relativa sicurezza, i versanti a sud (Ciriunda, Marmottere), seppur da valutare con più attenzione, possono trasformarsi più velocemente o consentire giri con svalicamenti in Val d’Ala (giro del Marmottere). Un'altra conca molto bella e percorribile in inverno è quella di Sant’Antonio tra Viù e Lemie. Qui gite molto classiche sono la Tomba di Matolda e il Grifone, anche se di quest’ultimo in particolare vanno comunque valutate le condizioni. Il Vallone d’Ovarda sopra Lemie in determinate condizioni può permettere anche gite invernali mentre un posto molto classico è Pian Benot, con diversi itinerari intorno a Pala Rusà e all’Antecima della Lunella (a Pian Benot si scia anche in pista, attenzione a non risalirle). In Val d’Ala con gli impianti chiusi di Pian Belfè un itinerario effettuabile d’inverno, con attenzione al pendio ripido sotto la vetta, è Punta Lusignetto; molto belle e spesso percorribili anche d’inverno sono le gite che partono da frazione Cornetti di Balme (se le condizioni lo permettono Autour e Cima degli Ortetti sono molto belle). All’inizio del Pian della Mussa spesso fattibile è il Vallone delle Mangioire. In Val Grande con partenza nei pressi di Chialamberto ci sono il Doubia e la Testa Missirola, per entrambe ci vuole un buon innevamento ma assolutamente sicuro per i pendii alti. Infine il versante sud della Val Grande offre gite molto belle ma particolari: necessitano di un abbondante innevamento ma al contempo assestato e sicuro, tutte le gite sono pertanto effettuabili quando nevica presto all’inizio dell’inverno e poi segue un periodo prolungato di bel tempo. Non è quindi facile trovare le corrette condizioni. Una gita che mediamente viene abbastanza percorsa con neve trasformata o portante è Punta Pian Spigo, sopra la frazione di Vonzo, un’altra gita molto spesso fattibile è il Barrouard da frazione Rivotti, molto remunerativa ed estetica. Infine da non dimenticare lo scialpinismo spesso fattibile sulle Prealpi, nelle Valli del Tesso e Malone, dove è possibile trovare neve trasformata anche in inverno, una gita molto classica è il Monte Soglio da Pian Audi sopra Corio.
- Scialpinismo primaverile
La zona più conosciuta per lo scialpinismo primaverile e di gran lunga più battuta è sicuramente quella del Pian della Mussa alla testata della Val d’Ala. Se la strada da Balme è ancora chiusa (apertura variabile tra l’inizio e la metà di maggio) bisogna prevedere di partire da Balme con l’attraversamento del lungo pianoro ma le gite che si possono effettuare sono sicuramente tra le più belle dell’arco alpino piemontese: Ciamarella, Albaron di Savoia, Chalanson, Piccola Ciamarella, Punta Maria, Punta Adami, Punta Franci e Ghicet di Sea. Possibile punto si appoggio il rifugio Città di Ciriè sul Piano oppure in quota il rifugio Gastaldi. La testata della Val di Viù, dalla conca che racchiude il Lago di Malciaussia, presenta interessanti itinerari (ad esempio uno classico è il Palon, ma anche possibile il Rocciamelone) ma purtroppo la sua frequentazione è molto limitata dall’apertura in stagione molto avanzata della strada che sale da Margone, strada che, a differenza di quella che parte da Balme per il Pian della Mussa, è molto lunga con notevole spostamento e quindi non fattibile per raggiungere le gite.
In Val di Viù, soprattutto a inizio primavera, risulta bello il Vallone d’Ovarda, dove una bella gita è il pendio sud del Golai. Nel Vallone d’Arnas due gite molto belle sono: la Punta Lucellina, che risente un po’ dell’esposizione meridionale, e la normale della Croce Rossa, passando per il rifugio Cibrario, che presenta comunque un ultimo pendio moderatamente ripido. Entrambe le gite sono fattibili quando la strada è percorribile in auto. In Val Grande in primavera è possibile avventurarsi nel Vallone di Sea verso la Punta Tonini, l’Albaron di Sea o il Passo delle Disgrazie, ripido solo nell’ultimissima parte, per raggiungere Punta Francesetti oppure salire verso il Daviso alla volta della Levanna Orientale, una gita lunga e molto bella.
- Sci ripido ed estremo
Nella zona di Pian Benot, in Val di Viù, due itinerari non difficili ma molto belli ed effettuabili in inverno, con la presenza delle dovute condizioni di sicurezza, sono la discesa dall’Antecima della Lunella e il Canale Nord della medesima montagna. La discesa dalla sud della Torre d’Ovarda ed ancora di più le discese estreme di Lera e Croce Rossa rappresentano un grado di difficoltà ben superiore. In Val d’Ala un posto nello sci ripido esplorativo lo merita il lungo canale che scende dal Monte Rosso d’Ala sopra Mondrone: la cosiddetta Direttissima di Mondrone. Anche il Pian della Mussa presenta diversi canali nella zona del Bessanetto e come sci estremo la cresta est+parete sud est della Ciamarella, più alcune linee mai ripetute sulle Rocce Pareis. La nord, classicissima di questa disciplina, guarda invece il versante Vallone di Sea e quindi la Val Grande. Per realizzarla è possibile pernottare al bivacco Soardi-Fassero. Da qui è possibile anche realizzare la discesa del lungo (1000m) ma difficile solo nell’ultimo tratto canale del Passo delle Disgrazie, giungendo poi fino in punta alla Francesetti. All’inizio del Vallone di Sea si citano: il Canale dei Cacciatori e il Canale del Dissuasore, realizzabili non in stagione avanzata ma con condizioni di neve sicura.
Nella zona della Gura-Martellot, con possibile pernottamento nell’invernale del rifugio Daviso, si aprono molte possibilità per lo sci ripido: in particolare i canali dei Passi Santo Stefano e Ricchiardi, il Canale Est della Gura, la Sella di Groscavallo, il Canale Est del Martellot e il Canale detto della Talancia Girard, quest’ultimo più breve e più facile degli altri. La discesa dalla Levanna Orientale seppur non propriamente di sci ripido presenta comunque un certo impegno nel ghiacciaio pensile. Il versante sud della Val Grande presenta molte possibilità di sci ripido: in particolare il Barrouard, la Punta Fertà, i canali del Gran Bernardè. Discese che richiedono un innevamento abbondante ma sicuro, ottime per gli inverni in cui la neve si assesta grazie a prolungati periodi di bel tempo.
IL GRUPPO “VALLI DI LANZO IN VERTICALE” E IL RADUNO VAL GRANDE IN VERTICALE
Il “Guppo Valli di Lanzo in Verticale” (https://www.vallidilanzoinverticale.it/ e pagina fb https://www.facebook.com/vallidilanzoinverticale/), costituito in data 12 febbraio 2019, raccoglie diverse sezioni Cai dell’area torinese (il Cai Lanzo, il Cai Torino, il Cai Uget e il Cai Venaria) nonché il Club Alpino Accademico Italiano. Il gruppo nasce per incentivare la promozione delle attività outdoor di montagna sul territorio delle Valli di Lanzo e per organizzare il raduno di arrampicata ed escursionismo “Val Grande in Verticale”, nato nel 2017 e che si svolge con cadenza annuale, il primo weekend di settembre, per l’appunto in Val Grande e in particolare nel Vallone di Sea. Il Gruppo si prefigge anche il recupero degli itinerari di arrampicata (sia delle vie lunghe che delle falesie) e quello dei sentieri. Il gruppo si sovrappone senza sostituirsi alla libera associazione dei “Rocciatori Val di Sea” (https://it-it.facebook.com/rocciatorivaldisea/) nata con l’intento di raggruppare quegli arrampicatori che hanno fatto la storia del Vallone di Sea. Alcuni suoi componenti, Marco Blatto, Elio Bonfanti, Luca e Matteo Enrico, nel 2019 hanno pubblicato con IdeaMontagna la guida aggiornata per l’arrampicata in Val Grande chiamata “Val Grande in Verticale” (https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=216&from=IM) mentre il solo Blatto nel 2020 ha pubblicato con lo stesso editore la nuova guida delle tre valli che in parte aggiorna e sostituisce la vecchia guida Cai-Tci, titolo “Valli di Lanzo” (https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=230&from=IM)
BIBLIOGRAFIA
- Guida dei Monti d’Italia “Alpi Graie Meridionali”, G.Berutto-L.Fornelli, 1980, ed. Cai-Tci
- “Valli di Lanzo”, M.Blatto, 2020, ed. IdeaMontagna
- “Val Grande in Verticale”, M.Blatto-E.Bonfanti-L.Enrico-M.Enrico, 2019, ed. IdeaMontagna
- “Ascensioni, escursioni e traversate nei bacini Gura-Mulinet-Levanne”, M.Blatto, 2016, ed. Cai Venaria
- “Sogno di Sea”, G.C.Grassi, 1987
- “Gran Paradiso e Valli di Lanzo”, G.C.Grassi, 1982, ed. Zanichelli
- “100 Scalate su ghiaccio e misto”, G.C.Grassi, 1983, ed. Görlich
- “Flussi ghiacciati”, E.Bonfanti-M.Cuccotto-G.Montrucchio, 2018, ed. IdeaMontagna
- “Ghiaccio dell’Ovest”, G.C.Grassi, 1989
- “Toccata e fuga sulle rocce della Val di Viù”, A.Bosticco, 2016
- “Palestre delle Valli di Lanzo”, G.P.Motti, 1974, ed. Cai Torino
- “Valli di Lanzo e Moncenisio”, G.Berutto, III ed.1996, ed. IGC
- “Ripido”, E.Cardonatti, 2012, ed. Ripido
- Sito internet Valli di Lanzo in Verticale: https://www.vallidilanzoinverticale.it/
- Sito internet Gulliver: https://www.gulliver.it/
- Sito internet Ski Tour: http://www.skitour.fr/
- Pagina FB Rocciatori Val di Sea: https://it-it.facebook.com/rocciatorivaldisea/
RELAZIONI DI ALCUNI ITINERARI
A titolo di esempio, e per invogliare la frequentazione delle Valli di Lanzo, si suggeriscono alcuni itinerari, molti dei quali meno classici e di conseguenza meno battuti rispetto a quelli che normalmente si è abituati a leggere e a vedere frequentemente ripetuti.
Oltre alle diverse pubblicazioni presenti in commercio si rimanda al sito:
https://www.vallidilanzoinverticale.it/
dove l’omonima associazione inserisce costantemente tutte le novità e dove è possibile reperire news e articoli per un maggiore approfondimento della cultura e delle attività sportive di queste valli.
Le relazioni proposte sono tratte proprio da questo sito:
1) Specchio di Iside (Vallone di Sea): via “Chiquita, la risposta col bollino blu”
Per gli amanti della scalata trad.
Una linea incredibilmente ancora vergine nel 2019, una sequenza di stupende fessure sotto la grande arcata che sovrasta le placconate dello Specchio. Un itinerario da non perdere, facilmente abbinabile ad altre vie del settore per una lunga giornata di scalata.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/arrampicata/chiquita-risposta-col-bollino-blu-specchio-iside/
2) Specchio di Iside (Vallone di Sea): via “Climber Ali di Legno”
Per gli amanti della scalata granitica di placca e muro.
Se alle fessure si preferiscono i muri e le placche questa via, opera di G.C. Grassi e restaurata nel 2019, garantisce divertimento assicurato. In un crescendo di difficoltà, tacca dopo tacca, con qualche passo di astuzia, si superano i grandi muri del settore sinistro dello Specchio. Con un’unica eccezione: la bella lama rovescia del penultimo tiro.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/arrampicata/vallone-di-sea-climber-ali-di-legno/
3) La Paretina di Forno (Roc Maudè)
Per gli amanti della scalata stile anni ’80.
Un microcosmo di “granito” che merita sicuramente una visita in qualche afoso giorno d’estate. Una “falesia” stile anni ’80 con itinerari per lo più di 2 lunghezze, con una tipologia di scalata a metà strada tra l’arrampicata sportiva e la via lunga. Da non dimenticare però che la via più famosa della falesia è un monotiro; Camel by Camel, liberato da Marco Bernardi. Anche se la parete dista pochi minuti da Forno A.G., e dall’imbocco del Vallone di Sea, per lunghi anni la gradazione degli itinerari è rimasta misteriosa.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/arrampicata/paretina-di-forno-roc-maude/
4) Uja di Mondrone: via “Alla Pagina Seguente”
Per gli amanti della scalata pura in montagna.
Di tutte le vie, molto note e in parte ormai classiche, della grande parete nord est della Mondrone, si propone questa, per lunghi anni rimasta misteriosa, con pochissime ripetizioni e altrettanto poche informazioni. Solo il restyling del 2019 ha contribuito a darle il posto che le spetta tra le grandi vie alpine. Una via elegante, di 500m, grandiosa ed esposta sul pilastro finale dove, pur tuttavia, la difficoltà maggiore è sul 6c, a dispetto delle prime impressioni che protendevano per 7a.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/arrampicata/alla-pagina-seguente-via-uja-mondrone-arrampicata-2019/
5) Punta Francesetti: via “Manera-Ribetti”
Per gli amanti delle vie di ricerca impegnative.
Per chi ama l’avventura e l’isolamento un itinerario di soddisfazione, e ardito nella sua prima, parte è rappresentato dalla via aperta da Manera e Ribetti nel 1982 sulla parete est-sud-est di una vetta più che altro nota per il facile itinerario scialpinistico del versante francese. L’attrezzatura in loco è inesistente ed è richiesta un’ottima capacità per individuare il tracciato, soprattutto nella prima parte dove si è obbligati a zizzagare tra le grandi placconate con tratti comunque improteggibili. Una belle avventura di montagna.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/arrampicata/punta-francesetti-3410m-via-manera-ribetti/
6) M. Gran Bernardè: via “Spigolo Ovest”
Per gli amanti dei posti scomodi, dimenticati e reconditi della montagna piemontese.
Una montagna decisamente poco conosciuta dagli arrampicatori e dagli alpinisti ma che tuttavia presenta, sul versante Vallone d’Unghiasse, una bella bastionata granitica. L’itinerario proposto è l’elegante ed evidentissimo spigolo ovest. Eppure venne salito solo nel 1981 dalla cordata Grassi-Lang ed è stato ripetuto solo nel 2019. I gradi non elevati non devono ingannare: l’ascensione è molto bella e per nulla banale.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/alpinismo/spigolo-ovest-gran-bernarde-val-grande-lanzo/
7) P.ta Martellot: via “cascata e couloir est”
Per gli amanti dell’alpinismo invernale.
Una salita lunga e selvaggia. Un nastro di neve e ghiaccio che dal colletto sotto la punta si snoda tra pareti e pinnacoli fino alla bastionata iniziale, dove forma una bella cascata, illuminata dai primi raggi del sole. Una salita fantastica ma che bisognerà saper attendere e desiderare. Un viaggio ad alta quota nel cuore dell’inverno. Una salita completa e appagante dove tornare a valle non sarà meno complesso che salire.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/alpinismo/il-couloir-est-del-martellot/
8) Creste del Martellot-Mulinet: traversata integrale nord-sud
Per gli amanti delle lunghe cavalcate di cresta
Un percorso inedito che riprende, allungandola, la classica traversata (in genere effettuata però in direzione sud-nord) della Cresta di Mezzenile. Una cavalcata sullo spartiacque Italia-Francia con scorci paesaggistici molto belli. Seppur senza grandi difficoltà tecniche richiede una buona dimestichezza con i terreni di montagna e il notevole sviluppo non permette troppe distrazioni.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/alpinismo/traversata-integrale-nord-sud-creste-martellot-mulinet-rifugio-daviso/
9) Pian della Mussa: via “X3M10”
Per gli amanti delle cascate di ghiaccio e del misto moderno
Il Pian della Mussa è il principale polo del cascatismo nelle Valli di Lanzo. Fin dagli anni ’80 viene assiduamente frequentato e alcune sue cascate sono da annoverare tra le più famose del Piemonte. Ce ne sono per tutti i gusti e difficoltà: dalla Sinuosa al Cascatone del Pian dei Morti che, quando si forma la candela dell’attacco diretto, rappresenta una linea eccezionale e perfetta. Altre colate conosciute sono la Meringa e la Naressa, frequentemente ripetute per la loro bellezza. Qui si propone uno degli itinerari più recenti, frutto del lavoro di ricerca del gestore del rifugio Città di Ciriè, la g.a. Giancarlo Maritano detto Muyo. Un itinerario che riprende in chiave moderna una vecchia scalata su ghiaccio.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/cascate-di-ghiaccio/via-x3m10-a-pian-della-mussa-balme/
10) Sella q.2500m del Bec Cerel: “Canale del Dissuasore”
Per gli amanti dello sci ripido
Nelle Valli di Lanzo ci sono diversi itinerari di sci ripido ed estremo, alcuni molto belli per la purezza della loro linea, qui si propone un canale che alla bellezza della sciata unisce il fascino del mistero e della scoperta. Un canale incassato e così girato da celarsi agli occhi di chi guarda dal fondovalle. Solo una volta giunti alla sua base si svelerà, regalando una grande giornata di sci ripido, da completare con la discesa dell’adiacente Canale dei Cacciatori.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/scialpinismo/sella-2500-bec-cerel-canale-del-dissuasore/
11) Monte Marmottere: giro del Marmottere
Per gli amanti dei pendii intonsi a due passi dai più classici itinerari di sci alpinismo.
La conca dei Tornetti, sopra Viù, è giustamente famosa per i suoi classici itinerari di sci alpinismo effettuabili anche nella stagione invernale. Eppure, appena un po’ più in là delle mete più note e frequentate, si possono ancora trovare pendii vergini che sapranno fare dono della loro immacolata neve farinosa.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/scialpinismo/giro-del-monte-marmottere-2192m/
12) Levanna Orientale: versante est
Per gli amanti delle grandi scialpinistiche primaverili
La Levanna Orientale è una gita grandiosa che si svolge su pendii molto belli da sciare e con una parte finale più complessa e da alta montagna. A torto poco conosciuta, e di conseguenza poco frequentata, non ha nulla da invidiare ad altri itinerari più blasonati. Il dislivello dal fondovalle è notevole ma può essere spezzato in due giorni grazie alla presenza del rifugio Daviso, dotato di locale invernale.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/scialpinismo/levanna-orientale-3555m/
13) Laghi della Fertà e di Unghiasse: escursione con giro ad anello
Per gli amanti delle lunghe ma rilassanti escursioni
Per una lunga giornata di camminata questo giro ad anello permette di percorrere due valloni molto pittoreschi, impreziositi dalla presenza dei laghi alpini. Il panorama che si può godere sulle alte montagne del fondovalle è mozzafiato.
https://www.vallidilanzoinverticale.it/itinerari/escursionismo/giro-dei-laghi-della-ferta-2557m-e-dunghiasse-2494m-per-i-valloni-di-vercellina-e-di-unghiasse-rivotti-colle-crocetta/