CAAI

Club Alpino Accademico Italiano

25-26 mag 2013 - Gruppo Orientale - Convegno di primavera di TRIESTE

Giovedì, 22 Ottobre 2015 20:54

VERBALE DEL CONVEGNO

Presenti n° 27: Babudri, Baldi, Barbolini, Baruffini, Bonaldo, Bressan, Cappellari, Casarotto, Castagna, Corsi, Dalla Porta Xidias, Festi, Florit, Galvani, Leardi, Manfreda, Mazzenga, M. Moretto, Pastorello, Petronio, Rampini, Rossin, Simonetti, Tararan, Valenti, Zaleri e Zilio.

Assenti giustificati n° 24: Baù, Bellotti, Bernard, Carratù, Claus, Crescinbeni, Dalle Nogare, Espen, Fina, Franzina, Gianeselli, Lamo, Gnoato, Goedeke, Quarti, Menegardi, Menestrina, Miori, Prati, Sain, Stefanelli, Tranquillini, Zanantoni e I. Zandonella.

Soci “Gruppo Orientale”: n° 123

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Il convegno si è svolto nella splendida città di Trieste, nella sala messa a disposizione dalla SAG (Società Alpina delle Giulie) e perciò ringrazio sia il presidente Privileggi Mario sia il vice presidente Sandri Giorgio il quale si è prodigato per l’organizzazione.

Dopo i saluti della presidenza, Giorgio Sandri ci ha ricordato che la SAG è sempre stata una fucina di alpinisti a cominciare da Napoleone Cozzi e Alberto Zanutti che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo realizzarono diverse prime salite di assoluto rilievo.

È  stato presentato e ringraziato l’ospite-relatore l’alpinista Peter Podgornik e la Sig.ra Daniela, moglie del presidente Privileggi che ha guidato gli accompagnatori in un tour nella città di Trieste.

Sono stati presentati i neo-Accademici:

    • Cristiano Pastorello proposto da Alessandro Baù e Alcide Prati;
    • Stefano Zaleri proposto da Mauro Florit e Marino Babudri.
    • Francesco Lamo, assente giustificato, sarà presentato in occasione della prossima assemblea autunnale.

Hanno fatto seguito alcune comunicazioni:

  • Il verbale dell’assemblea autunnale 2012 è stato approvato definitivamente (nessuna osservazione da parte dei soci);
  • Le lettere d’invito alle riunioni è auspicabile spedirle via e-mail e a tal proposito invito quanti ancora non hanno fornito alcun indirizzo a farlo; è un modo per risparmiare ed essere più tempestivi nelle comunicazioni. Si precisa altresì che quanti non dispongono del servizio e-mail continueranno a ricevere la posta cartacea tradizionale.
  • 150 anni del CAI: la casa editrice “Vivalda” produrrà un libro inerente i 150 anni del CAI con il contributo fattivo dell’Accademico. Sarà affidato alle sezioni locali l’onere di organizzare la salita alle cime. Il libro sarà completato con le foto dei festeggiamenti sulle varie cime; invito i soci alla partecipazione in data 7 luglio o in caso di cattivo tempo, il 14 luglio.
  • Il prossimo Annuario uscirà in settembre/ottobre c.a. e conterrà sei articoli provenienti dal gruppo orientale. Si sollecita a scrivere articoli a propria firma e a farli pervenire al socio incaricato Francesco Leardi, il quale si occupa dell’organizzazione e dei rapporti con la redazione dell’annuario, le riviste e il sito CAAI.
  • Convegno nazionale 2013: quest’anno sarà organizzato dal gruppo occidentale in Torino il 26-27 ottobre. Titolo del convegno: “I valori in alpinismo a 150 anni dalla fondazione del CAI”. Il prossimo anno il convegno sarà organizzato dal gruppo orientale pertanto si auspica nella collaborazione di tutti.
  • Bivacco Dal Bianco: c’è la volontà di ristrutturarlo. Forse ci sono dei contributi, in ogni caso appena possibile sarà fatto un sopralluogo, per una valutazione dello stato di fatto, delle opere fattibili e di conseguenza un preventivo di spesa. Nel caso, i lavori saranno svolti nel corso del 2014.
  • Presentazione del libro di Marco Dal Bianco: il 12 aprile in Marano V.no, Francesco Gasparella ha presentato il libro “Marco Dal Bianco l’operaio rocciatore”.

M. Dal Bianco è entrato nel CAAI nel 1964 ed è morto per incidente stradale a soli 29 anni, il 16 aprile 1967.

Alla presentazione del libro era presente Carlo Claus, compagno di cordata in qualche salita.

  • Proposta Cozzolino: essendovi una richiesta scritta, l’argomento sarà trattato alla prossima assemblea autunnale.
  • Soci morosi: pagare il bollino è un obbligo non solo da regolamento del CAI ma anche morale.

Baruffini ha spiegato la modifica statutaria che rende possibile il tesseramento in contestualità dei Soci accademici nelle sezioni di provenienza (Assemblea dei Delegati 2010), esprimendo viva preoccupazione per il futuro del sodalizio qualora numerosi soci dovessero optare per questa soluzione. Intervengono Spiro Dalla Porta Xidias e Carlo Barbolini per chiedere ulteriori spiegazioni e per rimarcare il fatto che il CAI dovrebbe garantire maggiormente le sezioni nazionali.

Dal prossimo anno, l’iscrizione dovrà essere accompagnata dal codice fiscale; si invita pertanto i Soci a comunicarlo al segretario Luca Baruffini ( Via C. Battisti n° 41- 20097 S. Donato Milanese-MI; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

  • Sito CAAI: Carlo Barbolini riferisce all’assemblea sullo stato del sito CAAI e inoltre chiede collaborazione per l’inserimento di contenuti che lo possano tenere vivo.

Potete trovare con largo anticipo anche le lettere d’invito ai convegni/assemblee e i relativi verbali. Sempre sul sito potete trovare tutte le informazioni relative all’iniziativa di Mountain Wildernerss-CAAI, dell’Osservatorio e altro.

Visitate il sito www.clubalpinoaccademico.it

Sempre Barbolini riferisce in merito allo stato dei lavori in alcuni bivacchi del Gruppo Occidentale (Canzio, Fiorio, Ferreri-Riviero).

  • Alberto Rampini ci ha relazionati in merito all’’iniziativa a premi CLEAN CLIMBING, organizzata assieme a “Mountain Wilderness”, ha registrato un numero di adesioni inferiore alle aspettative, per cui è stato deciso di prorogare i termini per l’invio delle domande di partecipazione al 31 agosto 2013. Ricordiamo che l’iniziativa ha lo scopo di raccogliere e valorizzare esperienze e relazioni di vie percorribili in stile clean, cioè utilizzando esclusivamente o prevalentemente protezioni amovibili (dadi e friends), in modo da non danneggiare la roccia, lasciare autonomia e inventiva all’alpinista e promuovere una più profonda sensibilità verso gli aspetti etici dell’arrampicata. Tutti i soci sono invitati a pubblicizzare l’iniziativa presso le Sezioni territoriali e scuole di alpinismo nelle quali operano. Bando e moduli di iscrizione sul sito del CAAI oppure su http://www.mountainwilderness.it/pdf/REGOLAMENTO_CLEAN_CLIMBING.pdf

Sempre Alberto Rampini ci ha fatto visionare un filmato relativo alla sua partecipazione al Meeting Alpinistico BMC dal 12 al 19 maggio u.s. in Cornovaglia.

Subito dopo abbiamo iniziato l’analisi del tema del convegno:

Da Julius Kugy ai giorni nostri: quale il futuro dell’alpinismo in Friuli Venezia Giulia?

Riporto molto brevemente ciò che i relatori hanno trattato considerato che le relazioni complete saranno riportate sull’Annuario.

  • Spiro Dalla Porta Xidias ha ripercorso la storia dell’alpinismo partendo dalle esplorazioni di Julius Kugy, passando per Cozzi, Zanutti, Comici, C. Gilberto, Soravitto, G. Del Vecchio, Floreanini, Buffon e Piussi, fino alle realizzazioni massime di E. Cozzolino; delineando le diverse tendenze e seguendo il filo conduttore l’esplorazione, l’amore per i monti e l’etica, come motore dell’azione alpinistica.
  • Mauro Florit e Stefano Zaleri hanno trattato l’alpinismo Triestino a partire da Cozzolino (inizio anni ’70) fino ai giorni nostri, ponendo l’accento su personaggi a volte anche sconosciuti al di fuori dei confini regionali e che tuttavia, hanno saputo portare qualche cosa di nuovo, ispirando le tendenze moderne e uscendo dall’ottica dell’alpinismo classico (eroico), per approdare a una forma più scanzonata e a volte dissacrante dell’andare per monti. Florit evidenzia la mancanza di guide riportante tutti gli itinerari delle pareti.
  • Roberto Simonetti ha trattato l’alpinismo in F.V.G., escludendo l’alpinismo Triestino, partendo da Cozzolino fino ai giorni nostri, rimarcando come a partire da Angelo Ursella, Lomasti e Mazzilis, si sia sempre svolta nel solco dell’etica severa. Simonetti traccia poi quello che a suo modo di vedere è lo sviluppo possibile dell’alpinismo nel XXI secolo: ripetizioni invernali, Vie nuove di ghiaccio e misto, terreno sul quale gli alpinisti Sloveni sono indubbiamente più avanti di noi; apertura di Vie della massima difficoltà senza l’utilizzo dello spit, perché “non possiamo scippare le generazioni future da quello che loro potranno fare senza trapano, dove oggi dovremmo usarlo”. Roberto sottolinea la necessità attuale di seminare entusiasmo e cultura.
  • Lo sloveno Peter Podgornik riassume la sua vicenda come paradigma dello sviluppo dell’alpinismo d’oltre confine tra la metà degli anni ’70 e il 2000. Ricorda come inizialmente si frequentassero le Alpi Giulie, guide alla mano, per ripetere le grandi vie di Piussi e Cozzolino, con attrezzatura sommaria, chiodi artigianali, moschettoni di ferro, ma armati di grande entusiasmo, e poi si sia in seguito passati all’apertura di grandi itinerari su roccia nelle pareti di casa, una volta compreso il loro enorme potenziale. Ricorda ancora come sul Mangart a inizio anni ’80 ci fossero solo 5-6 vie, mentre oggi ce ne sono oltre 160. Podgornik asserisce che oggi per realizzare qualcosa di nuovo e significativo è essenziale la conoscenza di quello che è già stato fatto, perché appunto sulle pareti delle Giulie ci sono ormai centinaia di vie, tutte aperte negli ultimi 30 anni, e non ci sono guide aggiornate. Podgornik, come Simonetti, conferma che uno degli sviluppi futuri per un alpinismo di alto livello sarà l’apertura di itinerari invernali di misto/dry su pareti che hanno poche salite estive.
  • Al termine degli interventi dei relatori, Giorgio Gregorio direttore della Scuola di Alpinismo, porta il saluto della Scuola ai presenti richiamando i valori di Julius Kugy quale portavoce dell’etica dell’esplorazione.

Alle ore 18 abbiamo effettuato una breve pausa per un rinfresco. In seguito abbiamo ripreso con un dibattito sugli interventi dei relatori. Ho riassunto brevemente i quattro interventi richiamando i punti salienti, poi ho ceduto la parola ai soci.

È intervenuto dapprima Roberto Valenti che ha fatto notare come sia fondamentale, per lo sviluppo alpinistico, partire dalle attività più semplici, quando si è piccoli, dall’esplorazione nei dintorni di casa, per sviluppare il gusto dell’avventura e dell’ignoto. Cosa che oggi purtroppo viene negata quasi fosse solo fonte di pericoli. Valenti ha richiamato quindi al ruolo delle scuole CAI, per stimolare i giovani all’avventura. Leardi ha asserito che nelle palestre di arrampicata ci sono giovani dotati e avrebbero le capacità per diventare forti alpinisti ma purtroppo sono attratti solo dall’aspetto puramente tecnico dell’arrampicata. Barbolini ha rimarcato  che a suo modo di vedere il CAAI e le scuole CAI dovrebbero puntare sui ragazzi di 14-15 anni affinchè possano realizzare le grandi imprese che solitamente si fanno sotto i 30 anni.

Ho aggiunto che molti adolescenti, dopo “l’alpinismo giovanile” si perdono per strada: manca l’anello che li faccia continuare. Mauro Petronio ha ricordato che in loro, spesso manca l’interesse per la conoscenza della storia e delle vicende delle persone e delle pareti.

Mazzenga ha affermato che vede nei giovani l’orientamento per la prestazione sportiva più che per l’esplorazione dell’ignoto. Valenti ha puntualizzato che l’aspetto della “prestazione sportiva” c’è sempre stato, anche in passato.

Rossin ha chiesto a Spiro e agli altri relatori quanto a loro parere abbia inciso in passato la presenza delle due etnie (italiana e slovena), nella realtà politica di terra contesa dell’epoca, nello sviluppo dell’alto livello dell’alpinismo triestino.  Valenti ha risposto che in realtà anche in passato più che competizione tra italiani e sloveni c’è sempre stata una certa sintonia e che non era raro vedere cordate “miste”. Spiro ha parlato invece di movimenti di contrapposizione all’interno dei singoli ambienti alpinistici e ha citato l’aneddoto della formazione dei “Bruti di Val Rosandra” come reazione all’inerzia di coloro che non avevano raccolto l’eredità di Emilio Comici dopo la sua morte.

Ancora Valenti ha puntualizzato che in Slovenia l’alpinismo è materia di scuola, almeno le scuole di nuova edificazione devono prevedere per legge uno spazio di arrampicata nelle palestre. Podgornik ha precisato che la pratica dell’arrampicata a scuola non è un obbligatoria ma un’opzionale. Secondo Pastorello tutto nasce dalla trasmissione dell’entusiasmo e che una buona ricetta potrebbe mettere insieme i ”vecchi” che portano le loro esperienze e i giovani pronti a raccoglierle; quello che sta cercando di fare lui da tempo nella zona del Baldo.

Galvani ha messo l’accento come a qualsiasi livello dell’andare in montagna, sia l’entusiasmo a far scattare la molla.  Valenti ci porta a conoscenza di un gruppo di giovani “Grembani” (traduzione dal triestino: grezzi), della sezione XXX ottobre,  che ha il compito di “prendere per mano” i giovanissimi che escono dalle scuole d’alpinismo e accompagnarli nella loro formazione individuale.

Poco dopo le 19.00 la riunione viene chiusa e i partecipanti si sono trasferiti al ristorante “Antico Convento” per la consueta cena sociale.

Le previsioni meteo per il giorno successivo hanno scoraggiato molti dei partecipanti, cambiando pertanto programma. Il tempo invece è stato bello e tra quelli rimasti, alcuni sono andati in falesia e altri visitato Trieste e dintorni.

Un grazie a Mauro Florit che si è prodigato per l’organizzazione del convegno.

Un grazie a Alessandro Baù che tramite la Camp ci ha omaggiato dei gadget.

Spero in una sempre maggior partecipazione alla vita sociale del sodalizio; è fondamentale per accrescere il nostro entusiasmo e lo spirito di gruppo.

Minerbe, 10 giugno 2013

Il Presidente
Arturo Castagna

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