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Club Alpino Accademico Italiano
Sabato, 01 Ottobre 2016 22:48

 

Nel mese di settembre 2016 il socio Carlo Barbolini, aiutato da Claudia Baldini, Brenno Diegoli e Omar Scarpellini, ha effettuato lavori di manutenzione straordinaria al Bivacco Hess.

Il bivacco, che sorge arroccato come un nido d'aquila nei pressi del Col de l'Estellette in alta Val Veny, venne ideato e posizionato da Adolfo Hess, uno dei soci fondatori del CAAI, nel 1925. Nonostante l'età, si presenta oggi ancora adeguato ad offrire spartana ospitalità con 4 materassini a cellule chiuse e 8 coperte.

Lavori effettuati:

> montaggio chiusura della porta est/int

> montaggio "incontro" del paletto di chiusura

> asporto delle due finestre esterne deteriorate

> montaggio lamiere alluminio preverniciato davanti e dietro al posto delle finestre deteriorate

> rifacimento massicciata angolo ant sx vista frontale

> montaggio tubo areazione preassemblato con tappi lamiera forata per impedire ingresso animali e staffa di fissaggio

> rimessi fissaggi mancanti delle lamiere di contorno con rivetti a strappo

> pulizia del bivacco e asporto della nettezza presente dentro e fuori

> Montaggio tettino sopra alla porta in alluminio preverniciato

> Sigillatura mediante sikaflex del tubo di areazione, della lamiera di alluminio e di altre parti soggette ad infiltrazione acqua

> lasciata scopa e libro nuovo del bivacco

Venerdì, 30 Settembre 2016 08:04

Nel mese di settembre 2016 il socio Carlo Barbolini, assieme a Claudia, Brenno e Bergen, è salito al bivacco (a piedi) con l'attrezzatura completa ed il materiale predisposto per le riparazioni che erano state programmate. 

E' stata sistemata la porta con lo smontaggio dei vecchi cardini e il montaggio dei nuovi. Sistemata anche la chiusura che risultava molto
allentata. Effettuati anche piccoli interventi ordinari (riparazione rete, pulizia del bivacco).

E' stato sostituito il vecchio libro con uno nuovo e sono state prese accuratamente le coordinate gps del bivacco.

Sabato, 10 Settembre 2016 23:07

 

 

Via Nuova al Pizzo d'Andolla

Il 16-17 luglio 2016 Marco Bagliani, Pierluigi Maschietto e Giovanni Pagnoncelli (CAAI Gruppo Occidentale), Edoardo Polo e Marcello Sanguineti (CAAI Gruppo Occidentale) hanno aperto sul Pizzo d’Andolla la via “Lorenzo Marani”.  

 

Parete E, 600m, max 6b+/6c.

 

Materiale: 1 serie di C3, 1 serie di C4 fino al #4, nuts.

 

La via si snoda per circa 600 metri di sviluppo; la seconda parte si svolge su una stupenda struttura, battezzata “Pilastro Rosso d’Andolla”. Undici tiri aperti in stile trad (friend, nut e un paio di chiodi), usando spit solo per le soste (tranne due, attrezzate con cordini su spuntone o clessidra). In discesa sono stati piazzati tre spit sulle placche, per facilitare la vita ai ripetitori.

 

Il resoconto della salita nel file allegato sopra.

Foto Bagliani Maschietto Pagnoncelli Polo Sanguineti 5

 

Mercoledì, 22 Giugno 2016 16:07

La Sezione Sat di Cavalese e la Biblioteca comunale propongono per l’estate 2016 una serie di incontri con alpinisti ed interpreti dell’alpinismo trentino e nazionale ; inziativa che vuole anche essere lo spunto per una conoscenza dell’alpinismo e della montagna più consapevole e meno superficiale

 

Giovedì 14 luglio – sala conferenze biblioteca, ore 21.00

Presentazione del volume "Dolomiti Trentine Orientali" terzo volume dell’opera editoriale "…per sentieri e luoghi. Sui monti del Trentino"

 

Giovedì 21 luglio – Palafiemme , ore 21.00

"La montagna dentro" Incontro con Hervè Barmasse

 

Giovedì 28 luglio – sala conferenze biblioteca – ore 21.00

Sergio Valentini : da Canazei all’Everest

 

Giovedì’ 4 agosto – sala conferenze biblioteca – ore 21

Aldo Leviti: un alpinista a 360° gradi

 

Giovedì 18 agosto – sala conferenze biblioteca , ore 21.00

Marco Furlani (CAAI). Ampio respiro: la vita in salita di un alpinista trentino

 

Giovedì 25 agosto – sala conferenze biblioteca, ore 21.00

"Oltre la vetta" di Dante Colli .Vita di Gabriele Boccalatte e Ninì Pietrasanta

Ettore Castiglioni:

le imprese e la vita di una grande uomo e alpinista; a cura di Sandro Depaoli  (CAAI)

 

 

 

 

 

Martedì, 21 Giugno 2016 22:39

"Quando desideravo salire una montagna, mi preparavo per quell’avventura e non sono mai stato sconfitto. Ho sempre avuto le soddisfazioni che cercavo perché mi preparavo adeguatamente per il mio obiettivo"

da un'intervista a Planet Mountain nel 2001

800px Tizzoni Cassin Esposito

 

 

 

 

 

 

 Tizzoni, Cassin, Esposito

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

220px Cassin Lavaredo Ovest

 

 

 

Sul traverso della Nord della Cima Ovest di Lavaredo

 

Cassin Comici Boga

        

 

 

 

 

 

Sabato, 04 Giugno 2016 21:57

 

 

"L'alpinismo è una educazione fisica e morale, è una grande scuola di vita"

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In queste semplici parole Carlesso sintetizzava la sua austera visione dell'alpinismo.

Venne nominato Accademico nel 1931

carlesso 1  carlesso 3

Le vie più rinomate aperte dall'Accademico di Rovigo:

 

Via Soldà-Carlesso- Punta Sibele - 1933 - nuova via diretta da est con M.L. Orsini, 300 m, VII-

Camino est - Soglio d'Uderle - 4 giugno 1933 - prima salita della parete est per il gran camino con T. Casetta e A. Colbertaldo, 250 m, VI-

Via Carlesso-Menti -Sengio della Sisilla - 1933 - salita dello spigolo sud-est con M. Menti, 120 m, VI+ e A1

Diretta Carlesso -Soglio Rosso - 16 luglio 1933 - via diretta alla parete sud con T. Casetta, 300 m, VI

Via Carlesso-Sandri -Torre Trieste - 7 e 8 agosto 1934 - prima via da sud con B. Sandri, 700 m, fino a VIII-

Carlesso-Casetta -Baffelan - 1935 - via diretta alla parete est a destra dei grandi tetti con T. Casetta, 250 m, V+

Via Carlesso-Menti -Torre di Valgrande - 1936 - prima salita da nord-ovest con M. Menti, 500 m, VI e A2

Via Carlesso -Campanile di Val Montanaia - 1961 - salita della fessura est, 120 m, VI+

   imagesTorre Trieste via Carlesso

  

 Torre Trieste Via Carlesso alla Parete Sud.

  Una ripetizione degli anni '80 (Foto A. Rampini)

 

 

 

 

 

 

   

 

Giovedì, 02 Giugno 2016 22:12

Entrato nell’Accademico nel 1957, fu uno dei protagonisti della seconda fase dell’epoca del sesto grado.

 

Lunedì, 23 Maggio 2016 14:07

 

…una cosa che dovrebbe venire prima di tutto e sopra tutto è il recupero sempre più significativo dei grandi valori che sono stati alla base della nascita del CAI: la valorizzazione e condivisione dell’esperienza alpinistica ed esplorativa, il rispetto dei valori tradizionali dell’alpinismo e di una frequentazione della montagna compatibile con la sua conservazione come bene di tutti, cittadini e montanari di oggi e di domani...

..auspicabile una presa di posizione chiara e decisa sull’elisky ed elibike, sulle pratiche alpinistiche con corrette, su certe forme di sfruttamento e spettacolarizzazione della montagna che urtano la coscienza di chi ha nel cuore il bello e il giusto...

Questi i passi fondamentali del discorso del Presidente Generale del CAAI Alberto Rampini all’Assemblea dei Delegati di Saint Vincent/AO il 22 maggio 2016.

Leggi l’intervento allegato.

 Una location prestigiosa per la assemblea dei Delegati 2016Assemblea dei Delegati 2016 in prima fila Vincenzo Torti e Paolo Valoti

 

 

 

 

 

 

 

 

Assemblea dei Delegati 2016 in prima fila Vincenzo Torti e Paolo Valoti      

L’Assemblea dei Delegati del CAI, organo deliberante supremo del sodalizio, al termine di un serrato testa a testa tra i due candidati alla carica di Presidente Generale del CAI Vincenzo Torti e Paolo Valoti, ha decretato la vittoria di misura per l’avv. Torti, che sarà Presidente Generale per il prossimo triennio.

A lui e a Paolo Valoti, nel ruolo proprio di ognuno, l’augurio del CAAI per un proficuo lavoro.

La dirigenza del CAI alla Assemblea dei Delegati 2016

Elio Orlandi ringrazia la Assemblea dei Delegati per la nomina a Socio Onorario

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                     Elio Orlandi rigrazia l'Assemblea

L’Assemblea dei Delegati ha anche nominato SOCIO ONORARIO del CAI l’alpinista trentino ELIO ORLANDI. L’appassionata “laudatio” di presentazione, scritta dal collega accademico ARMANDO ASTE, è stata letta dal past president Roberto Demartin.

Ad Elio Orlandi, che ha sempre praticato un alpinismo di avventura e di scoperta di carattere accademico, il vivo compiacimento del CAAI.

Elio Orlandi accompagnato dagli amici trentini Mariano Frizzera e Carlo ClausElio Orlando accompagnato dagli amici trentini Mariano Frizzera e Carlo Claus

 

 

 

 

Giovedì, 19 Maggio 2016 21:01

 

IL CAAI VISTO DA SPIRO DALLA PORTA XIDIAS

Il CAAI è l’elemento più importante del CAI
di Spiro Dalla Porta Xidias
Relazione al Convegno Nazionale del CAAI (Caprino Veronese, 11 ottobre 2014)

Da quando vado in montagna e vivo per la montagna, il momento più bello, e vi prego di notare che ho iniziato nel 1942, è stato quando sono diventato Accademico.

Per me l’Accademico è l’ideale dell’uomo che va in montagna quindi, contrariamente a quanto ha detto nell’introduzione il presidente del Gruppo Orientale del CAAI, con cui mi scuso, non mi piace il fatto che il mio amico Umberto Martini, presidente generale del CAI, sia andato da una altra parte e non sia venuto qui, perché ad un certo momento io credo che gli anziani come me trovino poco confacente la poca attenzione che il CAI sta riservando all’Accademico.

Sono stato a Grado per assistere e gioire della premiazione della cordata che ha vinto il premio Consiglio, ma il giorno successivo, durante l’Assemblea dei Delegati, non vi è stato alcun momento in cui si parlasse di alpinismo, solo problemi e questioni cartacee.

In un’altra riunione dissi che temo che al posto del CAI arriveremo al CBI (Club Burocratico Italiano).

CAAI convegno nazionale 2014 194

Spiro interviene al Convegno Nazionale CAAI di Caprino Veronese. Alla sua destra Del Zotto e Gogna (ph A. Rampini)

E’ ora che il Consiglio Generale del CAI rilegga l’articolo 1 dello statuto, che recita (NdR):

Art. 1 – Costituzione e finalità 1) Il Club alpino italiano (CAI), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.

Detto questo, per parlare della “libertà” nel mio intervento ho messo in primo piano conoscenza ed etica, perché per essere liberi, non a parole ma internamente, bisogna sapere, conoscere che cosa è l’uomo, chi è l’uomo.

Lo ha detto Platone, l’uomo è fatto di spirito e corpo. Questa nostra civiltà dà importanza solo al corpo, invece è lo spirito che conta e contemporaneamente in ogni uomo c’è un senso di innata elevazione.

L’ho sempre detto: in tutte le religioni e in tutte le tradizioni, la sede dell’aldilà (o il paradiso per chi è credente) si sono sempre collocati in cielo. L’uomo nasce con questo sentimento di elevazione.

Il bambino messo da solo in una prateria dove c’è un masso erratico non avrà pace fintanto che non l’avrà salito.

Allora parliamo di libertà, la parola è grande ma la libertà equivale, in questo mondo in cui si tende a rendere l’uomo simile ai robot, al senso che ognuno di noi trova andando in montagna, perché quando andiamo su di essa ci liberiamo assolutamente di quelli che sono i coinvolgimenti della vita normale.

Cominciamo non solo a guardare ma impariamo a vedere con occhio diverso la bellezza, ad ammirare la natura e valutare l’altezza del monte come un simbolo, non solo come una meta di arrampicata o escursionistica; ma è senso di libertà questa scelta che noi facciamo (che non è logica)? Quando arriviamo in cima a un monte viene da chiedersi “cosa abbiamo guadagnato?”.

Ovviamente niente di materiale, niente soldi se si esclude una piccola parte di professionisti sui quali si potrebbe dibattere se siano alpinisti o atleti.

Neanche fama, perché anche un calciatore, con rispetto parlando, della serie C è più importante di un grande alpinista.

Però con l’ascesa ti sei liberato, quindi hai avuto il senso di fare cose, che non esiste più in questo mondo: seguire un tuo ideale “gratuitamente”.

Parola magica che troviamo proprio nell’andare in montagna.

L’Accademico, oltre all’ascesa, cerca la difficoltà, l’esplorazione. Questa voglia conoscitiva è la cosa più bella, si è detto che l’esplorazione della terra è finita con i grandi navigatori del ‘400 e ‘500: ebbene NON E’ VERO (molto veemente, NdR), perché l’alpinismo ha sostituito l’orizzontale con la verticale.

Ha sostituito quindi una zona più breve e più piccola ma che direttamente punta a quell’alto che è nato con noi.

Libertà è la scelta di fare un’azione; malgrado tutto, anche andando per sentieri, affrontando rischi e pericoli gratuitamente, perché può cambiare il tempo, e già questo è sufficiente in montagna. Ma ognuno di noi la affronta per l’ideale, per la gratuità; in più l’Accademico la affronta scalando, affrontando rischi maggiori; avete sentito il ricordo di questi nostri fratelli che non sono più con noi, ero amico per esempio di Giancarlo Biasin (tono commosso, NdR).

 

CAAI convegno nazionale 2014 191

Questo sta a indicare una scelta etica. Tu segui un ideale e questa è la libertà che la civiltà attuale non ci dà.

Due anni fa il nostro Presidente Generale del CAI voleva convincerci che occorre eliminare il rischio perché la società non ammette più il pericolo: ma per me il “rischio” è poesia.

Se noi si andasse in montagna raggiungendo la sommità per una scala, ciò non avrebbe senso e valore, il senso è invece volere ridiventare liberi con la libertà di scelta, preferendo andare per la via più difficile, che però è la via che ci fa sentire noi stessi.

È stato detto che l’escursionista vede maggiormente la bellezza della natura mentre l’alpinistanon sempre può, perché la sua concentrazione è rivolta all’”innalzamento”.

Ma c’è una cosa che Voi tutti avete provato e cioè che quando si scala si fa parte della natura e della parete: si entra in lei. Si È la montagna! E sempre in essa si ritrova la parte più bella dell’essere umano che è stata troppo spesso dimenticata: la Libertà”.

Quindi oggi come oggi, io penso che l’Accademico rappresenti il senso che deve avere il CAI.

Se il CAI non condivide queste ideologie le dobbiamo rivendicare noi, con queste importantissime adunate, perché gli Accademici volenti o nolenti dicano che siamo QUELLI che, come Preuss era stato chiamato proprio così, “il cavaliere dell’ideale”, siamo quelli che hanno gli ideali, perché solo chi ha un ideale è veramente libero e oltre che scalatore è anche artista e poeta.

L’Accademico è l’elemento più importante che esista nel Club Alpino Italiano.

Spiro Dalla Porta Xidias è nato a Losanna il 21 febbraio 1917 e vive a Trieste.
E’ stato sceneggiatore e alpinista e ha scritto circa 40 libri dedicati alla montagna e ai suoi protagonisti.
Traduttore di molti dei libri classici dell’alpinismo, come le opere di Pierre Mazeaud, Lionel Terray, Anderl Heckmair, Kurt Diemberger, Tony Hiebeler e Helmut Dumler.
Ha vinto 5 premi internazionali di letteratura. E’ stato direttore editoriale di Alpinismo Triestino e ha collaborato molti anni con Il Piccolo, Il Messaggero Veneto, Il Gazzettino e altre testate di alpinismo.
Socio Accademico del Club Alpino Italiano, in montagna ha effettuato 107 vie nuove su monti in Italia, Grecia, Montenegro e Norvegia. Ha fondato la stazione di soccorso alpino a Trieste, Maniago e Pordenone.
Per meriti riconducibili al soccorso alpino ha ricevuto il conferimento dell’Ordine del Cardo. I suoi incarichi lo hanno visto Presidente dell’Accademico Orientale, Consigliere Centrale del CAI e, infine, attualmente, Presidente del Gism, Gruppo Italiano Scrittori di Montagna.

Si ringrazia banff.it per l’autorizzazione a riportare la relazione

 

 

Giovedì, 12 Maggio 2016 22:23

 

CONVEGNO DI PRIMAVERA DEL GRUPPO ORIENTALE

VIGO DI FASSA 11/12 GIUGNO 2016

Sabato 11 giugno 2016 si è tenuta a Vigo di Fassa la consueta riunione primaverile del GRUPPO ORIENTALE.

Elena Testor Procuradora del Comun Generale de Fascia porta il saluto

 

 

 

 

 

 

 

 

Elena Testor, Procuradora del Comun General de Fascia, porta il saluto della comunità locale.

 

 

 

 

 

 

 

Vengono poi presentati all’Assemblea i 5 candidati del Gruppo ammessi al CAAI all’inizio del 2016: Sandro Depaoli, Stefano Fontana, Claudio Sarti, Franco Sartori e Antonio Zanetti. Tutti intervengono brevemente esprimendo la soddisfazione per essere entrati a far parte del gruppo.

Sandro Depaoli nuovo socio

 

 

 

 

Sandro Depaoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stefano Fontana

 

 

Stefano Fontana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Claudio Sarti

 

 

 

 

Claudio Sarti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Franco Sartori

 

 

 

 

 

Franco Sartori

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Antonio ZanettiAntonio "Toni" Zanetti

 

 Il Presidente Arturo Castagna illustra le indicazioni che il Gruppo propone ai presentatori per la redazione di domande di ammissione improntate linearità, snellezza ed essenzialità, indicando nel curriculum ufficiale solo le vie veramente accademiche, tralasciando tutto il resto.

Seguono i quattro i relatori ufficiali (ROBERTO ROSSIN Past President, IVO RABANSER Accademico e Guida Alpina, MARCO GERI e SAMUELE MAZZOLINI soci Accademici) che approfondiscono, sotto diversi punti di vista, il tema del Convegno, che, come deliberato all’unanimità dal Consiglio Generale di febbraio, era incentrato sulla figura dell’Accademico e sul ruolo dell’associazione nell’attuale contesto di riferimento.

A breve verranno pubblicati sul sito gli interventi.

 

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Roberto Rossin Past President del Gruppo Orientale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marco GeriMarco Geri Accademico

Samuele Mazzolini

 

 

 

 

Samuele Mazzolini socio Accademico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ivo Rabanser

 

 

 

 

 

Ivo Rabanser Accademico e Guida Alpina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Richard Goedeke interviene nel dibattito

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ seguito un ampio e costruttivo dibattito con l’intervento di diversi soci, che hanno sottolineato la necessità per il CAAI di mettere al primo posto interventi decisi per divulgare all’interno del CAI e all’esterno i nostri valori e la nostra visione dell’andare in montagna, visione certamente dalle molte e diverse sfaccettature ma unificata da alcuni concetti di base imprescindibili, quali il rispetto della storia, delle tradizioni locali e dell’ambiente, sia complessivamente inteso sia limitato nello specifico alle pareti sulle quali l’alpinismo si esprime.

A conclusione dei lavori la cena sociale. La giornata di domenica è stata lasciata a disposizione per attività libera.

 

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