Resoconto del Convegno del Gruppo Orientale - GROPADA 20 ottobre 2024
di Francesco Leardi
ottimizzazione e grafica A. Rampini
Il giorno 20 Ottobre si è svolto nella rilassante e intima località di Gropada (TS) il convegno-assemblea del Gruppo Orientale.
In realtà il mio coinvolgimento per questo evento è stato dal giorno 18 nel quale ho iniziato il mio cammino sul suolo triestino e goriziano.
Ovviamente andava oltre il mio ruolo di presidente.
Su consiglio di Mauro Florit ho puntato l’interesse sulla mostra di “Julius Kugy e donne in quota” a Gorizia al palazzo Coronini che tra l’altro resterà aperta alla visita fino al 6 Gennaio 2025.
Con 2 euro per i soci C.A.I. si accede a due sale con pannelli che illustrano con fotografie e frasi la vita di Julius Kugy e la situazione sociale delle donne in quota sia alpiniste che “portatrici” ai tempi della guerra, argomento che peraltro si adattava perfettamente al tema del nostro convegno pomeridiano.
Una breve visita mattutina sul sentiero Rilke a Duino e il trasferimento successivo a Gorizia ci hanno permesso di aspettare l’apertura della mostra e quindi radunarci nel tardo pomeriggio con Jennifer Dall’Armellina, nostra moderatrice al convegno e Alessandra Gaffuri accademica del gruppo centrale con la preziosa testimonianza che avrebbe portato al convegno di donna a confronto in un mondo maschilista.
Con un tempo inaspettatamente clemente alla mattina di sabato 19 ci attende all’inizio della strada Napoleonica Giorgio Ramani storico “passaggista” ma soprattutto memoria storica del movimento di arrampicatori che si sono avvicendati e spellati le dita sui passaggi andando ad altezze che oserei definire proibitive letteralmente “senza rete” rischiando non le sole caviglie ma ben altre fratture.
Scorrendo lungo la Napoleonica siamo stati avvolti dalle leggende di nomi e volti alcuni conosciuti altri famosi ma solo ai locali e non per questo meno abili.
Insieme a noi la disponibile e solare Giuliana Pagliari INAL di Trieste e relatrice della domenica, preziosa compagna di escursioni storiche e naturalistiche che andò poi ad elencare.
Sotto gli occhi attenti di Ramani e Florit sulla mitica “X” di Ramani si avvicendavano Maistrello e Dalle Nogare verso l’”incognito”e per fortuna con un buon pad sotto le caviglie.
Nel frattempo ci aspettavano il “custode” Aldo Fedel della grotta Gigante e il presidente della SAG Paolo Toffanin.
All’interno della grotta veramente gigantesca è stato attrezzato un itinerario di arrampicata mista ci circa 170 metri da parte del “custode” e Paolo Pezzolato detto “Fossile”, molto suggestivo e che richiede ovviamente un sapiente uso delle staffe e la relativa tecnica per non arrivare alla balaustra finale come degli zombi.
Ovviamente poteva aprire questo itinerario in una grotta solamente un personaggio soprannominato “Fossile”.
Le cordate si stavano formando e cioè nell’ordine di partenza Ivo Maistrello e Marco Davoli, Carlo Dalle Nogare e Giuliano Bressan, Giuseppe Tararan e Mauro Moretto il tutto sotto la attenta supervisione di Mauro Florit ottimo coordinatore dell’evento.
Pronti partenza e via e così Ivo è la cavia che affronta questa via nella penombra di un ambiente veramente singolare.
Nel frattempo insieme ad altri convenuti risaliamo i cento metri gradinati di dislivello verso l’uscita affascinati dalla grandezza dell’ambiente.
Prossima destinazione per noi che abbiamo scelto una giornata di relax, il paesino di San Lorenzo dal quale si sovrasta la splendida Val Rosandra, attendendo per le 20 l’arrivo delle cordate alla balaustra, fine dell’itinerario.
Un dolce pensiero per il nostro collega Maurizio Fermeglia che qua ha concluso il suo cammino avvolge di commozione il nostro gruppetto.
Per fortuna la Giuliana, grande conoscitrice della valle, ci fa volare oltre, sfiorando con lo sguardo spigoli, aggirando creste e salendo strapiombi.
Un vento non fastidioso e un cielo grigio molto suggestivo ci accompagnano in questa visita in un luogo così carico di significato per l’ambiente triestino.
Poi con la macchina verso le Grotte di San Canziano per ammirare la maestosa bellezza del fiume Timavo che entra nella terra e nel suo percorso carsico sotterraneo arriva a San Giovanni di Duino per gettarsi nel mare dopo 39 chilometri di anonimato sotto terra incrociando l’abisso di Trebiciano che come un comignolo è uno sbocco verso il cielo.
Pensate che ci sono speleologi ed ovviamente speleo sub che per trovare sbocchi carsici hanno fatto una ragione di vita di questo loro impegno oserei dire anche assai pericoloso ma molto avventuroso.
Altro trasferimento alla grotta Gigante ormai chiusa al pubblico che apro io con le chiavi che mi ha lasciato l’Aldo Fedel.
Quante persone nella loro vita possono dire di avere avuto a propria disposizione la chiave di una grotta e che grotta?
Oramai sono le 20 e sollecitando i ragazzi impegnati in parete li invitiamo a sbrigarsi per il buio ormai imminente: ovviamente il tutto nella grotta!
Grande cena in splendida compagnia e armonia e poi la notte porterà consiglio per l’assemblea e il successivo convegno.
La mattinata del 20 Ottobre è splendida e di primo mattino con Mauro arriviamo a Gropada dove già il buon “Calice”, al secolo Stefano Zaleri, sta predisponendo le indicazioni per arrivare alla sala del Pub Skala nel cui interno Roby Valenti allestisce la parte per così dire informatica.
E veniamo alla parte del Convegno in quanto la parte congressuale va agli atti per così dire istituzionali.
Da presidente ormai agli sgoccioli con la tensione per gli eventi così incalzanti, saluto il pubblico e lascio la parola alla moderatrice Jennifer Dall’Armellina che da subito ci accompagna con la sua simpatia e preparazione alla scoperta delle vite ed esperienze delle relatrici.
Giuliana Pagliari ci lega alla sua corda lungo la sua via fatta di arrampicate estreme e insegnamenti ad allievi della scuola Comici della quale è la direttrice.
Le parole di Giuliana così distaccata dall’autocelebrativo ci riempiono di commozione per il suo percorso di affermazione personale.
Da triestina ci introduce poi ad un sorprendente filmato gentilmente concesso dalla famiglia Rauber depositaria di un archivio fotografico pregevolissimo con inedite immagini di Emilio Comici poi donne sensuali in costume da bagno dell’epoca e singolari pose in arrampicate e discese in corda doppia.
Entra poi in gioco Alessandra Gaffuri con il suo entusiasmante percorso personale non solo legato alla montagna ma anche cammino di vita tra gioie e apprensioni, mamma, moglie e veterinaria.
Un vulcano ancora in attività che Jennifer, noto, scruta quasi con ammirazione.
Jennifer poi ci concede una frizzante intervista con Sara Avoscan e Omar Genuin e la loro piccola Lia che gattona in ogni dove sul palco mentre papà e mamma ci fanno vedere delle meravigliose immagini di gattonate verticali in Marmolada con la ripetizione della via Steps across the border/Senkrecht ins Tao (X-) un itinerario percorso in prima ascensione da Prem Darshano (al secolo Luggi Rieser) e Ingo Knapp l’11 ottobre 1995 e che conta, compresa la loro salita solo 5 ripetizioni.
Mentre si avvicina a me gli occhi vigili e attenti di Omar mi scrutano e con molta delicatezza si scusa della breve permanenza della sua famigliola ma lo rassicuro perché tutti abbiamo notato che la piccola Lia oggi era ingestibile: forse le manca il pannello da arrampicata?
Entrano poi in ballo Nives e Romano che oserei definire la coppia di ferro e sulle immagini del loro quattordicesimo ottomila, l’Annapurna, ci lasciano ancora senza fiato, e non è un eufemismo, immergendo il nostro essere in quel mare di solitudine così pregnante.
Poi la sempre presente e brillante Jennifer comincia con le domande alla coppia che evidenzia la loro situazione personale e cioè il “soli ma uniti” che li ha portati in giro per il mondo.
E il litigio in vetta all’Annapurna? Chi aveva ragione? Romano afferma di avere lui sempre ragione ma ho l’impressione che la Nives, con quello sguardo così vispo, attento e contemporaneamente dolce abbia la testa adatta per tenere banco al “suo uomo”.
Sempre belli e brillanti nonché affascinanti.
Un attimo di pausa e ci viene offerta da Franco Toso che si è prestato anche per l’assistenza tecnica, la visione del film “Signora delle cime” su Bianca di Beaco che ci immerge in un alpinismo di altri tempi proiettandoci anche volti ben noti a noi accademici.
Con una certa commozione, oltre ad altri personaggi triestini dell’epoca, compare il mitico Jose Baron e poi Walter Mejak che però non ho conosciuto e sappiamo che in sala a vedere il film c’è la moglie Fioretta Tarlao , un tipetto singolare di 86 anni assai frizzante e molto coinvolgente.
Il film di Franco Toso ci trascina in un mondo così lontano ma anche così attuale lasciandoci stupiti dai profondi sentimenti e riflessioni di Bianca, donna sensibile ma soprattutto LIBERA.
E questo è stato il senso dato al nostro convegno rivolto alle nostre compagne che siano di vita, di cordata, di qualsiasi cosa con la consapevolezza di tributare il nostro rispetto verso di loro.
Un grazie molto sentito a Paolo Toffanin presidente della SAG e Piero Mozzi presidente della XXX Ottobre che hanno favorito questo progetto.
Aldo Fedel, custode della grotta, ci ha fatto capire come si può amare con passione il proprio lavoro.
Un ringraziamento ai colleghi accademici che mi hanno fatto da capocordata su questa via verso Gropada, Florit, Valenti e Zaleri.
Legate a questa cordata, alle quali sono debitore, anche la sempre presente Anna Bressan, l’infaticabile Sofia Beltrami e la mia ragioniera e scrutinatrice Fiammetta Curcio.
E grazie ai convenuti!