Con una cerimonia seguita da decine di appassionati di montagna, il 13 agosto la struttura, di proprietà del Club Alpino Accademico Italiano, è stata ufficialmente intitolata anche a Matteo Campia, forte alpinista cuneese che ne promosse la costruzione a ricordo di Niculin Gandolfo, suo compagno di cordata e altro nome famoso dell’alpinismo cuneese, scomparso nel 1961. Come ha ricordato Fulvio Scotto, Presidente del Gruppo Occidentale del CAAI, si è voluto ricostituire idealmente la cordata che per una ventina di anni, tra la metà degli anni Trenta e la metà degli anni Cinquanta, praticò assiduamente su queste montagne un alpinismo di esplorazione e di avventura con autentico spirito accademico. Il Bivacco, già inaugurato nel 1970 e che si chiamerà da ora BIVACCO CAMPIA-GANDOLFO, si trova in uno degli angoli più belli delle Alpi Marittime, a 1847 metri di quota nel Vallone del Dragonet, in Alta Valle Gesso. Il bivacco, ovviamente incustodito ma sempre aperto, è fornito di fornello a gas, brandine con materasso e coperte. La struttura è punto d'appoggio per diverse salite alpinistiche, relazionate in una breve dispensa preparata per l'occasione dal CAAI 8 (scarica qui Prima parte - Seconda parte - Terza parte)
Dopo la posa di una targa ricordo sul bivacco, con l’intervento del Vescovo di Pinerolo, Monsignor Derio Olivero, appassionato alpinista, l’evento è proseguito a valle a Sant’Anna di Valdieri con la partecipazione di figure di spicco dell’alpinismo cuneese, dei rappresentanti del Parco delle Alpi Marittime e del Comune di Valdieri, nonché Giorgio Campia, figlio di Matteo Campia. Presente una rappresentanza del CAAI composta dal Comitato di Presidenza del Gruppo Occidentale e dal past president Corradino Rabbi.
Ottimizzazione e grafica A. Rampini
Inaugurato nel 1970, il bivacco è stato oggetto di periodiche manutenzioni, l’ultima delle quali recentissima coordinata da Anselmo Giolitti. Anche il sentiero di accesso, lungo e con un paio di passaggi attrezzati con corda fissa, viene regolarmente tenuto accessibile grazie al lavoro di tanti: dall'Aib di Borgo San Dalmazzo, ai volontari, al Soccorso Alpino, agli operai forestali della Regione Piemonte e della squadra tecnica delle Aree Protette delle Alpi Marittime.
Un ringraziamento particolare va quindi a loro e alle tante altre persone che nel tempo si sono occupate e si occupano del mantenimento della struttura e del percorso di accesso.
In occasione della re-intitolazione, il CAAI, ha diffuso una breve monografia sulle principali possibilità di alpinismo d’avventura nel selvaggio Vallone del Dragonet, per le quali il rinnovato Bivacco “Matteo Campia-Niculin Gandolfo” serve da base di appoggio.
Alcune foto storiche