ARRAMPICATE CLASSICHE NELLA CONCA DEL RIFUGIO F.LLI CALVI - Val Brembana
di Michele Cisana – INA-IAEE - Le foto, salva diversa indicazione, sono dell'autore
In occasione del 60° anniversario della nascita della Scuola di alpinismo “Leone Pellicioli” del CAI Bergamo, nella quale svolgo la mia attività di istruttore da oltre trent’anni, con alcuni amici istruttori ho deciso di ripercorrere parte della storia della Scuola stessa ritornando sulle “orme” degli alpinisti che a suo tempo ne facevano parte. Quale occasione migliore per salire, sistemare e divulgare alcune linee su roccia da loro tracciate e ormai cadute in disuso? La scelta è caduta senza dubbio sulla conca del Rifugio Calvi, forse dopo la Presolana la zona con più storia alpinistica su roccia delle intere Orobie. Se il merito iniziale va individuato in Antonio Baroni - la grande Guida Alpina di San Pellegrino Terme che alla fine del XIX secolo salì, tra le altre cose, il Pizzo del Diavolo di Tenda lungo la sua cresta sud-sud-ovest (a lui ora intitolata) – non bisogna poi dimenticare altri grandi nomi dell’alpinismo bergamasco quali Giulio Cesareni, Enrico Luchsinger, Giuseppe e Innocente Longo, ma soprattutto Santino e Nino Calegari, Andrea Farina, Nino Poloni, Andrea Cattaneo e Dario Rota.
Questi ultimi, accompagnati in varie occasioni da diversi compagni di cordata di taratura non meno inferiore, hanno aperto negli anni compresi tra il 1955 e il 1988 diversi itinerari alcuni dei quali poi diventati classici e ritenuti ai tempi tra i più impegnativi delle Alpi Orobie! Non per nulla Santino e Andrea sono stati i precursori in Italia - e forse anche in Europa - nella creazione della prima imbracatura per alpinismo, esemplare tuttora visibile nella sede del Cai Bergamo, oltre che alpinisti di calibro internazionale, guidando spedizioni su pareti Andine ed Himalayane che, ancora oggi, sono riservate all’elite dell’alpinismo. Con questi presupposti, dopo molti anni che non ripercorrevo alcune di queste salite, non potevo che riavvicinarmi ai loro itinerari in punta di piedi e vedere che cosa mi avrebbero ancora riservato. In più occasioni ho avuto la possibilità di “rigustare” i bellissimi e facili diedri della via Calegari-Farina alla Punta Esposito, la verticalità e l’esposizione della via Longo al Pizzo Poris, la difficoltà del Gran Diedro al Monte Cabianca, la logicità della via Cesareni-Luchsinger-Zaretti al Monte Cabianca e, non ultimo, le rocce del Monte Grabiasca. Senza ombra di dubbio posso affermare che, ancora oggi, ci sono zone vicino a casa dove si può respirare l’isolamento quasi totale, scalando belle e logiche linee classiche su roccia buona, a volte ottima, a differenza di quanto molti pensino. Da qui è nata in me la voglia di creare una brochure che riportasse le relazioni aggiornate ad oggi, con fotografie e tracciati, delle salite ritenute più meritevoli di questa zona. Per “rispolverare” queste salite - indicate ad un pubblico alpinistico - si è ritenuto utile operare un restyling delle stesse che conservasse il più possibile le caratteristiche originarie, con un occhio particolare alle soste; abbiamo provveduto pertanto a sostituire tutte le soste con materiale moderno (spit fix inox ad anello) e sistemare/integrare la chiodatura originale senza snaturare l’itinerario così come creato. Altre a questo, ho colto l’occasione per salire altre tre nuove linee trad su una parete fino ad oggi arrampicatoriamente sconosciuta; sono nati così altri tre bellissimi itinerari dedicati ad alcuni amici che ci hanno lasciato. Con grande determinazione e passione, abbiamo passato ore e ore appesi in parete a ricercare gli itinerari, gettare sassi, pulire erba, ribattere vecchi chiodi originari e riscrivere relazioni, nella speranza che - chi vorrà seguire le nostre orme - lo faccia per sè stesso, per cogliere come capitato a me la bellezza di questi luoghi. Buone scalate a tutti!
Scarica qui la BROCHURE DELLE VIE
Punta Osvaldo Esposito
La Punta Esposito è stata, ed è tuttora, uno dei banchi di prova di generazioni di alpinisti che salivano il suo diedro nord est per cominciare a prendere confidenza con le vie di montagna. Facilità di accesso e di discesa (per i canoni Orobici…) e roccia molto buona la rendono una delle vie più frequentate della zona, anche se è difficile trovarci la coda. Una bella giornata arrampicatoria è assicurata!
Le vie:
- PDF Diedro Calegari-Farina (Richiodatura: M. Cisana, C. Gambardella)
Monte Valrossa
Di recente scoperta alpinistica, la solare parete nord est del monte Valrossa riserva un’arrampicata verticale su roccia bellissima, molto rugosa e più simile al granito che allo gneiss della zona! Le sue linee fessurate, lasciate volontariamente sprotette, permettono all’arrampicatore di divertirsi con l’utilizzo delle protezioni veloci. Unico neo è la limitata lunghezza delle salite, compensata però dalla possibilità di veloci concatenamenti. Le vie sono dedicate ad alcuni amici scomparsi.
Le vie:
- PDF via Flavio e Filippo (Apritori: M. Cisana, M. Cornago)
- PDF via Andrea e Berto (Apritori: M. Cisana, M. Cornago)
- PDF via Claudio Rossi (Apritori: M. Cisana, L. Natali)
Monte Cabianca
Insieme al Pizzo del Diavolo e al Monte Madonnino, il Monte Cabianca è la cima più frequentata nella conca del Rifugio F.lli Calvi. La sua frequentazione è maggiore in inverno, quando gli scialpinisti si concentrano sui suoi pendii per approfittare della bella discesa a nord su neve spesso polverosa o lungo il canale nord per provare l’ebrezza delle prime discese ripide. Riserva bellissime vie di arrampicata su roccia che sono state molto frequentate fino alla fine degli anni ’80, cadendo poi, ingiustamente, nell’oblio. La roccia, sugli itinerari presentati è molto buona e l’arrampicata in genere un poco atletica; la mancanza di sole e l’aria sempre frizzante ricordano che siamo in ambiente e tengono lontano le folle chiassose. Chi apprezza queste qualità, si troverà catapultato indietro di cinquant’anni…
Le vie:
- PDF via Carenza di iodio (Richiodatura: M. Cisana, G. Allevi)
- PDF via Calegari-Farina (Richiodatura: M. Cisana, G. Allevi)
PDF via Gran Diedro (Richiodatura: M. Cisana, G. Allevi, M. Pezzoli)
- PDF via Calegari-Betti (Richiodatura: M. Cisana, M. Pezzoli, G. Gambarini, D. Bonfanti)
- PDF via XXV Alpina Excelsior (Richiodatura: M. Cisana, R. Canini, M. Cornago)
- PDF via Cesareni (Richiodatura: M. Cisana, M. Domenghini)
Monte Grabiasca
Rispetto alle altre montagne della zona, il Monte Grabiasca alpinisticamente è sempre stato un poco più defilato. Ciò è dovuto al fatto che, generalmente, la roccia sulle sue pareti è discreta con presenza di molto detrito. La frequentazione è più elevata in inverno, lungo i canali presenti sulla sua parete nord. Nonostante tutto, la vecchia via Longo e la nuova linea da noi salita meritano una visita, se non altro per prendere confidenza con la “vera” roccia Orobica.
Le vie:
- PDF via dello sperone centrale (Apritori: M. Cisana, C. Gambardella, I. Viganò - M. Pezzoli, M. Domenghini)
- PDF via dello sperone di sinistra (Richiodatura: C. e S. Gambardella)
Pizzo Poris
Il suo spigolo nord per anni è stato il banco di prova di molti alpinisti bergamaschi che volevano confrontarsi, anche in inverno, con la verticalità della linea aperta dai fratelli Longo nel 1931. Negli anni successivi sono nate molte altre vie, tra cui la stupenda Agazzi – Arrigoni che, se fosse lunga qualche tiro in più, non avrebbe nulla da invidiare ad alcune grandi classiche delle Alpi! Il lungo avvicinamento tiene lontani i “climber”.
Le vie:
- PDF via Longo (Richiodatura: P. Cogato, M. Pezzoli, R. Ghilardi, M. Galbusera)
- PDF via Agazzi-Arrigoni (Richiodatura: G. Bortolotti, G. Allevi, M. Cornago)
Falesia del Rifugio F.lli Calvi
In occasione della sistemazione delle vie di roccia sulle pareti circostanti, è stata chiodata da Michele Cisana una piccola falesia a 5 minuti dal rifugio, con itinerari facili e ben protetti, che permettono di passare qualche ora pomeridiana a divertirsi o provare manovre di autosoccorso (altezza parete circa 15m).
Le vie:
- Bianca 5a
- Sofia 4c
- Emma 5b
- Petra 5c/6a