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Club Alpino Accademico Italiano

Come è stata "inventata" l'idea degli Ottomila e come si è stabilito che siano esattamente quattordici?

Giovedì, 09 Gennaio 2020 20:08

 

La misurazione della quota delle montagne più alte della terra venne effettuata prima che si pensasse di salirle.

In particolare, le accurate misurazioni ad opera dell’Indian Servey miravano a definire la quota massima dei più evidenti massicci montuosi che si elevavano all’orizzonte. Furono così individuati 14 massicci che presentavano una vetta massima superiore agli 8000 metri.

Quando, dall’inizio degli anni ’50, cominciò l’epopea delle salite effettive, ci si accorse che all’interno di ognuno di questi massicci montuosi, estesi a volte per decine di chilometri quadrati, le sommità distinte e ben individualizzate erano spesso più di una e si passò gradualmente dal concetto di montagna al concetto di vetta.

K2 aa K2 (Foto Silvia Mazzani)

Shisha Pangma Shisha Pangma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In aggiunta alle 14 vette base individuate all’inizio emersero così diverse altre vette di quota superiore agli 8000 metri, senza peraltro che nessuno sentisse la necessità di ampliare il numero originario degli 8000 ufficiali.

Per ossequio alla tradizione, per pigrizia o per mancanza di criteri di individuazione universalmente accettati, forse anche per non creare problemi ad un establishment alpinistico ormai consolidato e non rimettere in gioco l’obiettivo raggiunto dai collezionisti dei 14 ottomila e allungare la lista delle salite da fare per gli aspiranti finishers, nessuno ha mai portato avanti con sufficiente chiarezza, determinazione ed autorevolezza l’idea di una revisione geograficamente e storicamente condivisa del numero degli 8000, ammesso che avesse un senso farlo.

Per i “quattromila” delle Alpi una individuazione basata su criteri scientificamente omogenei e condivisi è stata effettuata nel 1994 (82 “4000” ufficializzati su un totale di 128 cime con quota superiore ai 4000 m. cfr. Bollettino UIAA n. 145 del marzo 1994, allegato).

Partendo da questa esperienza e mutuandone in buona parte i criteri, nel 2011 Luciano Ratto, Roberto Mantovani e Roberto Aruga, alpinisti e studiosi, elaborarono uno studio approfondito anche sugli “8000”, che può essere assunto come base importante per avviare un confronto nel mondo alpinistico su questa problematica.

Sicuramente molti interessi consolidati saranno di ostacolo ad un esame spassionato ed obiettivo del problema, così come anche la considerazione che il problema è di interesse relativo, in quanto finalizzato ad un obiettivo di collezionismo sportivo e per di più limitato a quella parte del mondo che utilizza il sistema metrico decimale, ma crediamo che un dibattito sull’argomento si possa aprire e possa essere anche più interessante di tanti dibattiti privi di significato che oggi tengono banco su blog e siti di montagna.

Annapurna Annapurna (Foto A. Rampini)

 

    Nanga Parbat Nanga Parbat

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stabilire “le regole” per i collezionisti degli Ottomila, per demolire record già conquistati o fissare l’asticella per i record futuri crediamo sia secondario rispetto alla grande avventura dell’uomo sulle montagne del mondo e rispetto all’alpinismo come lo intendiamo noi.

In ogni caso, lo stimolo offerto da questo studio, peraltro non unico sull’argomento, pensiamo sia interessante e vada approfondito dal mondo alpinistico, senza però diventare una crociata e senza assumere importanza superiore a quella che realmente rappresenta e senza dimenticare che, a differenza dei 4000, per gli 8000 la definizione del numero (14) deriva da una tradizione storica che non può essere ignorata.

Ci sembra infine che, prima che sul “numero” degli ottomila, l’impegno di tutti dovrebbe fissarsi sul “come“ vengono salite le montagne, ottomila compresi, prendendo posizioni precise ed avviando iniziative concrete per mettere al bando definitivamente il doping (ossigeno) e il conseguente assalto commerciale alle cime, con i problemi di sempre (rifiuti abbandonati) e quelli nuovi (elicotteri) ad inquinare irreparabilmente l’ambiente e l’atmosfera delle altezze. Come anche l’inquinamento culturale e mediatico di “imprese” come “14 ottomila in 6 mesi e 6 giorni”, che, pur avendo poco a che spartire con l’alpinismo, proiettano un’ombra fosca sul futuro della frequentazione della montagna.

Fatta questa doverosa premessa, riportiamo di seguito lo studio Ratto/Mantovani/Aruga del 2011, precisando che le relative considerazioni finali sono personali degli autori e non rispecchiamo necessariamente la posizione dell’Accademico sul problema.

Alberto Rampini

Presidente generale

K2 e Broad PeakK2 e Broad Peak (Foto Silvia Mazzani)

 

      Gasherbrum2 Gasherbrum 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DOSSIER

PROGETTO 8000

(A cura di Roberto Aruga, Roberto Mantovani, Luciano Ratto)

Torino, 18 novembre 2011

 

SOMMARIO:

          Premessa

          Storia dei 14 ottomila tradizionali

          I 14 ottomila tradizionali

          Il progetto 8000

          Censimento delle vette superiori agli 8000 m

          Premessa sui criteri di vaglio degli 8000 m

          Criteri di vaglio

          Ottomila aggiuntivi

          Elenco definitivo degli 8000 ufficiali

          Ufficializzazione dell’U.I.A.A.

1. PREMESSA

Nel giugno 2003,  Lo Scarpone e La Rivista del CAI hanno pubblicato contemporaneamente questo articolo di Luciano Ratto:

                            MA, INSOMMA, QUANTI SONO GLI 8000 ?

-1950: viene salito il primo 8000 della storia dell’alpinismo, l’Annapurna (8075 m); 1964: viene salito il quattordicesimo, il Shisha Pangma (8027 m); nell’arco temporale di 14 anni, altri 12 ottomila, che tutti più o meno conosciamo a memoria, vengono “saliti” (di proposito non uso l’espressione “conquistati”, così diffusa nel lessico alpinistico, perché ritengo che in montagna si salga e si scenda, semplicemente e disinteressatamente, senza mai “conquistare” nulla).

 -Dal 1964 si scatena la corsa alla collezione di tutti questi 14 ottomila, corsa vinta come sappiamo da Messner nel 1986, ma che continua tuttora perché non vi è big dell’alpinismo mondiale che non ambisca ad arricchire il proprio palmarès con questa straordinaria serie di vette.

 -Ma, a questo punto, sorge spontanea, seppur tardiva, una serie di interrogativi, forse non solo da parte mia: chi, quando, dove, come e perché (vale a dire, secondo quali criteri) ha deciso di prendere in considerazione ed ha stabilito che gli ottomila degni di entrare nell’Olimpo delle vette più alte del mondo fossero questi 14 e non- che so io-10 o 20 o 30?

 -Che questa rosa di 14 ottomila (9 nell’ Himàlaya, e 5 nel Karakorum) sia troppo riduttivo, considerate le centinaia di chilometri di estensione di queste due catene, altri prima di me l’avevano sospettato da tempo, e difatti, seppur senza grande insistenza, ogni tanto vengono segnalate (ricordo le comunicazioni di cinesi, spagnoli ecc.) altre vette da aggiungere all’elenco. Tutto ciò è però avvenuto sempre senza nessuna veste ufficiale ed un po’ in sordina.

Già il grande Marcel Kurz, in passato, aveva menzionato il Broad Peak Centrale, sul nodo orografico del Baltoro, che raggiunge 8016 m e che, in effetti, è una cima nettamente staccata dal Broad Peak (8047 m). Ma se ne potrebbero citare altre.

 -Ho interpellato al riguardo amici esperti in materia ed ho consultato le storie dell’alpinismo extraeuropeo di cui sono a conoscenza, ma i miei interrogativi sono rimasti tali, ed anzi sono aumentati: è mai possibile che nessuno li abbia mai censiti gli ottomila dell’Himàlaya e del Karakorum? Per non parlare poi dei 7000 e dei 6000?

 -E’ veramente strano che di questa questione si parli e si scriva così poco. Eppure non mi pare che sia un problema di poco conto. Io sarò particolarmente distratto e/o disinformato ma non ricordo di aver mai letto nulla al riguardo.

 -Fino al 1993 gli alpinisti che frequentavano le alte quote alpine non sapevano quali e quanti fossero i 4000 “ufficiali”delle Alpi, finché tre commissioni istituite sotto l’egida dell’”U.I.A.A.”(Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche) nei tre Paesi interessati, Francia, Svizzera ed Italia (quella italiana era guidata dal compianto Gino Buscaini), dopo aver lavorato separatamente per censire tutte le vette superiori ai 4000 metri, si ritrovarono il 14 maggio 1993 a Martigny, e – in base a criteri di valutazione stabiliti- concordarono un elenco ufficiale di 82 vette tra le 128 censite, elenco certificato dall’U.I.A.A.( vedasi al riguardo il “Bollettino UIAA” n°145 del marzo 1994, la “Rivista del CAI”,novembre-dicembre 1993 , il sito internet www.club4000.it)

 -Finalmente perciò sappiamo tutto sui 4000, ma sappiamo invece poco sugli 8000 , per non parlare dei 7000 e dei 6000: quanti sono questi ultimi? : Frison-Roche nella sua “Storia dell’Alpinismo”(1986) stima che i 7000 siano “alcune centinaia” in gran parte ancora inesplorati. Quando mai qualche ente internazionale, o qualche studioso qualificato, farà un censimento completo di queste vette, e proporrà –come si è fatto per i 4000 delle Alpi- dei criteri obiettivi per stabilire un elenco di riferimento definitivo?

(Fonte: Luciano Ratto: “Ma insomma, quanti sono gli 8000?”, Lo Scarpone e Rivista del CAI, giugno 2003)

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Cho OyuCho OyuGasherbrum IGasherbrum I

 

Dopo 8 anni, queste semplici domande attendevano ancora una risposta. Eppure la questione era tutt'altro che "di poco conto", come scriveva allora Ratto. Infatti dopo la pubblicazione del suddetto articolo sono giunte molte lettere ed email da parte di alpinisti che condividevano questi dubbi e che hanno proposto liste di 8000 ben diversi dai 14 "tradizionalii". Ne riportiamo alcuni qui di seguito:

*EmilioMagni

Caro Roberto Serafin,Direttore de Lo Scarpone,

questa storia che ha tirato fuori Luciano Ratto su quanti sono gli “Ottomila” aveva più volte un po’ intrigato anche me. Pur consapevole di essere solo un semplice e schietto appassionato dell’alpinismo e non un profondo conoscitore, ho sempre avuto il dubbio che gli “Ottomila” fossero più dei quattordici superconosciuti. Il viscerale amore per la montagna mi ha sempre portato a desiderare fortemente di vedere, prima di morire e anche solo da lontano, uno di questi mitici “Ottomila”. Però il fisico è molto meno robusto dei sentimenti e quindi una volta sola, a malapena, sono riuscito ad appressarmi a un “Ottomila”. Non era l’Everest che avevo sempre sognato osservare, soprattutto dal Tibet. Ma gli amici Graziano Bianchi e Oreste Forno non hanno fatto in tempo, come mi avevano promesso, di portarmi almeno dalle parti di Tingri. È arrivato prima un infarto. Perciò devo accontentarmi del ricordo di aver osservato a lungo, con commozione, all’alba e al tramonto, il Kanchenjunga, che comunque degli “Ottomila” è il terzo. Andai nel Sikkim e nel Darjieeling proprio per vederlo. In un’alba di maggio di una decina di anni fa ero su a Tiger Hill, sopra Darjeeling ad osservare il sole che, appena spuntato dalla lontanissima pianura del Bengala, cominciava a colorare le nevi del Kanchenjunga. La gente che era lì con me però mi fece osservare che la splendida giogaia di questo “Ottomila” è composta da cinque picchi, pressappoco tutti della stessa altitudine, come si poteva rilevare. Infatti la montagna, in lingua locale, si chiama (come ho letto in molte guide) “la grande fortezza della neve con cinque vette”, oppure “il grande tesoro della neve con i cinque pilastri”. Così a occhio mi pareva pure che i “cinque pilastri” fossero piuttosto lontani l’uno dall’altro. Quindi mi sono chiesto se questo Kanchenjunga è una sola montagna, oppure non si tratta di cinque “Ottomila”? Che ne pensa Ratto? Che ne pensano i lettori dello Scarpone?

(Fonte: Emilio Magni: lettera a Lo Scarpone, 31.5.2006):

*Gilberto Merlante:

 “…riguardo agli ottomila primari e secondari dell'Himalaya e del Karakorum, le rispondo che dopo aver ricevuto diverse richieste di informazioni su tale argomento di cui una anche da lei, ho deciso di approfondire lo studio su questo tema. Infatti ho consultato nei nostri archivi e ricercato alla biblioteca del CAI, tutte le riviste straniere che parlavano delle quote delle cime secondarie degli ottomila; ho anche verificato le quote su tutte le carte topografiche a nostra disposizione, notando molte incertezze tra loro in particolare sulle carte cinesi. Non contento, ho chiesto delle precisazioni al Servei General d'Informaciò de Muntanya Spagnolo, (un centro molto ricco con cui abbiamo degli ottimi rapporti) nel determinare l'altezza dei monti Broad Peak e Shisha Pangma. Concludendo ho creato una tabella che divide le cime principali da quelle secondarie con le rispettive quote.

Naturalmenteci può essere il margine di errore, ma penso che all'incirca dovrebbero essere attendibili”.

(Fonte: messaggio di Merlante a Ratto del 18.2.2004)

*Enrico Camanni:

…”In fondo anche il numero 14, che ufficialmente delimita gli 8000, è soltanto una cifra convenzionale che delimita il cammino dei grandi alpinisti sulle cime della terra e ne esalta l’immagine presso il grande pubblico. Gli specialisti sanno che ci sono montagne ben più difficili degli 8000 e che ci sono mete ben più importanti dal punto di vista alpinistico.”

(Fonte: Enrico Camanni: “La sagra degli ottomila”, ALP n.20, dicembre 1986)

*Roberto Mantovani:

…”Sono in molti a giurare che il numero degli 8000 è sbagliato, e che le cime da inserire nella lista dei mastodonti della Terra sono molte di più. Su quale debba essere il numero esatto non si è ancora raggiunto un accordo, ma cominciano ad essere numerosi quelli che negano le certezze geografiche che hanno scatenato gli alpinisti degli anni ’50. A molti sembra scorretto negare dignità alle cime minori dei grandi massicci himalayani, che spesso superano abbondantemente gli 8000 metri….

D’altra parte, già negli anni ’70 Mario Fantin aveva messo in guardia i suoi lettori. “Va notato” scriveva, “che aggiungendo le cime minori dei massimi gruppi montuosi, pur sempre più alte di 8000 metri, si avrebbero altri 25 “ottomila” (totale 29) meritevoli di tale titolo. Ma a leggere quello che passa sul web, si direbbe che lo studioso bolognese abbia abbondantemente peccato per difetto: una lista redatta da un gruppo di alpinisti cechi porta addirittura a 40 il numero degli 8000”.

(Fonte: Roberto Mantovani: “Metriche invenzioni” da “I magnifici 8000”, ALP, n.231, nov.dic.2005)

*Pietro Crivellaro:

  "...Oltretutto la lista dei quattordici 8000 rischia molto di essere rivista al rialzo nei prossimi anni..."; perché non ammettere tra gli 8000 lo Yalung Kang, che non si può continuare a considerare un satellite del Kanchenjunga? Che oggi si discuta se gli ottomila non possano essere più di quattordici è forse un tentativo per riattizzare un gioco che appare bloccato da troppi anni, e per aprire una nuova corsa…”

"La domanda che una storiografia alpinistica seria dovrebbe cominciare a porsi è sostanzialmente una sola, sia pure scomposta in varie domande complementari: come è stata "inventata" l'idea degli ottomila e come si è stabilito che siano esattamente quattordici? Chi? Quando? Perchè? Sono come si vede le domande chiave dell'onesto giornalismo." 

(Fonte: pag 112, 113 de “I magnifici 8000”, monografia di ALP, n.30, nov-dic.2005, Vivalda Editore)

 

EverestEverest

 Everest affollatoEverest affollato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2-STORIA DEI 14 OTTOMILA ”TRADIZIONALI”  

Le domande poste nell’articolo sopra citato erano all’inizio di quest’anno ancora senza risposta. Roberto Mantovani ha tentato di spiegare come sia nata questa lista che in ogni caso risulta essere frutto di valutazioni soggettive ed addirittura arbitrarie. Ecco la sua spiegazione:

«La lista degli 8000, così come l'abbiamo ereditata, ha preso lentamente forma negli anni compresi tra le due guerre mondiali, per sovrapposizioni successive delle diverse tesi dei più noti cronisti dell’Himalaysmo del tempo (Marcel Kurz, Lucien Devies, Günther Oscar Dyhrenfurth). La rosa delle cime, a quanto risulta, è stata però stilata solo parzialmente su dati oggettivi. Per alcune delle vette, infatti, gli esperti di quegli anni potevano far conto sulle misurazioni del Survey of India (tutte di alta attendibilità), mentre per altre esistevano dati ricavati dagli altimetri degli alpinisti. In sostanza si è arrivati all'ufficializzazione dei quattordici 8000 quasi per “abitudine”, e sull’onda dell’entusiasmo. Nel 1952, quando esce dalla tipografia Zum dritten Pol, il libro di Dyhrenfurth, la corsa ai mastodonti dell’Himalaya ha già registrato i primi successi: due anni prima i francesi hanno scalato l’Annapurna, e stanno per essere vinti il Nanga Parbat e l’Everest.

Nel corso degli anni, tuttavia, mentre la corsa alle vette più alta del mondo assorbiva la maggior parte dell’energia degli himalaysti, hanno cominciato a nascere i primi dubbi sull’esattezza della lista “ufficiale” degli 8000. Qualcuno ha cominciato a pensare che fosse scorretto negare dignità alle cime minori (che talora superano abbondantemente quota 8000) dei maggiori massicci. Negli anni ’70, persino il prudente Mario Fantin aveva messo in guardia i suoi lettori sul numero esatto degli 8000. Da allora i dubbi si sono moltiplicati…».

3- OTTOMILA “TRADIZIONALI” PER ALTEZZA:

1   Everest                         8848 m

2   K2                                 8611 m

3   Kanghenjunga              8586 m

4   Lhotse                           8516 m

5  Makalu                           8463 m

6   Cho Oyu                        8201 m

7   Daulagiri                        8167 m

8   Manaslu                         8163 m

9   Nanga Parbat                 8125 m

10 Annapurna                     8091 m

11 Gasherbrum I                 8068 m

12 Broad Peak                    8047 m

13 Gasherbrum II                8035 m

14 Shisha Pangma              8027 m

4- IL PROGETTO 8000

Le domande dell’articolo citato in premessa, e soprattutto quella fondamentale “Insomma quanti sono i “veri” 8000?” ricorrono sempre più spesso nell'ambiente alpinistico. In particolare, soprattutto fra quelli che sugli ottomila ci salgono, si avverte una crescente esigenza di aumentare il numero degli ottomila al valore che oggigiorno si può considerare quello più realistico e accettabile. 

Con l'obiettivo di proporre una soluzione del problema si è costituito, all'inizio del 2011,  fra alcuni soci CAI ed esperti, un gruppo di studio e di iniziativa, per opera di Roberto Mantovani, Roberto Aruga, Luciano Ratto.

 L’idea ha avuto una incoraggiante risposta e sono stati proposti alcuni  elenchi di ottomila ‘aggiuntivi’ da parte di  alpinisti e ottomilisti di primo piano, da Alessandro Gogna, a Simone Moro, a Sergio De Leo.

Queste liste sono state attentamente esaminate e vagliate in base a criteri simili a quelli che , nel 1994, sono stati utilizzati per definire l'elenco ufficiale dei 4000 delle Alpi certificato dall'U.I.A.A.  con il bollettino  n°145 del marzo 1994.    

Finora nessuno ha affrontato seriamente questo problema mettendo intorno ad un tavolo un gruppo di esperti per redigere finalmente un elenco definitivo, e certificato ufficialmente..

Come avevamo già pensato nel 1993 per i 4000 delle Alpi, abbiamo ritenuto che fosse maturo il momento di lanciare un progetto coinvolgendo alpinisti, storici, geografi, cartografi, ecc, che, sotto l'egida dell'U.I.A.A., facesse per gli 8000 quello che è stato fatto per i 4000, ripetendo, "mutatis mutandis", il percorso operativo che avevamo seguito per il "Progetto 4000", e che è riportato sia sul sito del Club 4000 (www.club4000.it) sia nel libro “Tutti i 4000”, pubblicato a cura di tale Club.

ll progetto è partito dunque con questo programma:

a) costituire un gruppo di lavoro,  composto da esperti di diversa competenza, che fossero interessati a questo progetto.

Essenziale è stata la collaborazione, non solo di alpinisti “alpini”, ma soprattutto di alpinisti che gli 8000 li conoscono per averli saliti.

b) definire esattamente le finalità del progetto, vale a dire formulare una lista che non fosse frutto di valutazioni soggettive ma di studi approfonditi, su basi scientifiche,

c) raccogliere come base di riferimento tutta la documentazione disponibile sugli 8000,

d) svolgere un attento censimento di tutte le cime superiori agli 8000 metri,

e) stabilire i criteri di vaglio delle vette da inserire nell'elenco ufficiale: abbiamo ritenuto questi potessero essere gli stessi studiati per i 4000, e cioè: topografico, morfologico, alpinistico,

f) definire l’elenco allargato delle vette minori,

g) proporre l’elenco ufficiale degli 8000 come somma dei 14 ottomila tradizionali con le vette “aggiuntive”dell’elenco allargato,

h) presentare i risultati di questo progetto all’U.I.A.A. per una certificazione ufficiale,

i) pubblicizzare i risultati del gruppo di lavoro, a livello mondiale e nazionale, tramite pubblicazioni da individuare ( Bollettino dell’U.I.A.A., ecc).

5- CENSIMENTO DELLE VETTE SUPERIORI AGLI 8000 METRI

Come primo riferimento abbiamo assunto l’elenco proposto da un gruppo di 43 alpinisti cecoslovacchi, nel quale sono indicate 40 sommità in totale, comprendente:

- i 14 ottomila “tradizionali”, evidenziati in rosso,

- 7 vette secondarie, degne di essere prese in considerazione, evidenziate in verde,

- 19 altre vette, evidenziate in nero.

                               ELENCO DEGLI 8000 DEI CECOSLOVACCHI                                

1-8848 Everest

         1- 8751 South Summit                              

         2-8393 North-East Shoulder

2-8611 K2

         3-8580 South-West Summit

3-8598 Kangchenjunga

     1-8505 Yalung Kang

         4-8400 West Pinnacle

         5-8250 Yalung Shoulder - East Summit

         6-8200 Yalung Shoulder - West Summit

     2-482 Kangch8enjunga Central ( Middle )

    3-8494 Kangchenjunga South

6-8501 Lhotse

           7- 8499 SW Summit

           8- 8426 West Pinnacle

           9-8270 Pinnacle I., II., III.

     4-8418 Middle West Tower

         10-8376 Middle East Tower

     5-8386 Shar

         11-8019 East Fore-Summit

7-8484 Makalu

       6-8010 South

           12-8200 Point

8-8201 Cho Oyu

           13-8010 Point "Fore-Summit"

9-8167 Dhaulagiri

10-8156 Manaslu

11-8125 Nanga Parbat

             14-8072 Fore-Summit

             15-8042 South Summit

12-8091 Annapurna

             16-8064 Annapurna I. Middle

             17-8023 Annapurna I. East

13-8068 G I

14-8047 Broad Peak

             18-8035 Fore-summit

       7-8016 Broad Peak Central (Middle )

13-8046 Shisha Pangma

               19-8008 Middle (W) Summit

14-8035 G II

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14 totale     +     7 totale   +    19 totale   = 40

(Fonte: http://www.8000.sk/21x8000.pdf )

 

KanchenjungaKanchenjunga (Foto Silvia Mazzani)

 

      LhotseLhotse

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6- PREMESSA SUI CRITERI DI VAGLIO DEGLI 8000 (Roberto Aruga)

Premesso che la nostra passata esperienza con l'U.I.A.A. relativa alla lista ufficiale dei 4000 delle Alpi ci ha mostrato che è indispensabile mettere a punto dei chiari e obiettivi criteri di scelta delle vette, si è trattato in questa occasione di mettere a punto essenzialmente un criterio topografico e un criterio alpinistico per gli 8000 proposti da inserire nella lista degli 8000 “ufficiali”.

1) Criterio topografico. I possibili criteri al riguardo possono essere i seguenti: a) più alto colle adiacente (già messo a punto e usato per i 4000); b) "Orometrical prominence" (prominenza); c) Dominance (dominanza).

(a) Il criterio del più alto colle adiacente: andò benissimo svariati anni fa, per i 4000: andò bene agli esperti svizzeri e francesi della commissione internazionale, andò bene all'UIAA, che l'accettò senza obiezioni. Oggigiorno la situazione è parecchio cambiata. Precisamente, in questi anni il problema di definire il concetto di vetta e della sua individuazione ha fatto passi importanti. Basterebbe

 

vedere i siti:      https://en.wikipedia.org/wiki/Topographic_prominence

                                             www.peaklist.org

                                             www.8000ers.com

quest'ultimo gestito da Jurgalski, forse il massimo esperto attuale di storia e topografia degli 8000.

Stando così le cose, va detto che il nostro vecchio criterio del più alto colle adiacente, lasciato nella sua forma originaria, non sarebbe più proponibile oggi. In effetti il concetto di più alto colle adiacente andrebbe meglio specificato e affinato. Per esempio, uno potrebbe domandarsi: qualunque insellatura si incontri su una cresta della vetta in esame (partendo dal sommo) può essere considearto il più alto colle adiacente? Basterebbe un minimo colletto delimitato da uno spuntoncino di pochi metri? Evidentemente no. Ho anche tentato di definire meglio questo concetto, però si andrebbe a finire in qualcosa di un po' complicato (mentre penso che la semplicità di applicazione e l'immediatezza siano una caratteristica indispensabile per qualunque idea o criterio noi proponiamo).

(b) Prominenza: è questo il criterio principe proposto dagli esperti dei siti sopra citati, e oggi raccoglie un ampio seguito di consensi. Questo criterio mostra due facce. Precisamente, per le vette isolate (ossia senza vette più alte nelle vicinanze) la prominenza è singolarmente complicata e di interesse limitato per gli alpinisti. Esempio: il "key col" per il Monte Bianco (base per arrivare alla prominenza) si trova presso il lago Onega nella Russia settentrionale e così via per altre cime. Lo stesso calcolo della prominenza in questi casi richiede la conoscenza della quota di decine e decine di colli, tanto da doversi servire di appositi software e ovviamente di un computer. Totalmente diversa la situazione per le vette satelliti di una vetta maggiore nelle vicinanze, nel qual caso il calcolo della prominenza è facile e immediato. Fortunatamente noi ci troviamo in quest'ultimo caso, giacchè i possibili nuovi 8000 sono proprio delle vette sussidiarie di un 8000 maggiore, uno dei 14.

(c) Dominanza: concetto di per sé interessante, in quanto esprime la percentuale di indipendenza di ogni vetta. Però, sulla base della formula che la definisce, si può facilmente dimostrare (almeno per il caso degli 8000) che essa è una grandezza proporzionale alla prominenza, dunque un doppione di quest'ultima e di nessuna utilità per noi.

In conclusione: considerando la popolarità ormai acquisita dalla prominenza, la sua semplicità di applicazione almeno nel nostro caso, il fatto che alcuni dati di prominenza proprio per gli 8000 minori, quelli che interessano a noi, si trovano già determinati sui siti sopra citati, e infine (la cosa forse più importante) il fatto che usare un concetto già ampiamente accettato può essere un motivo in più per l'UIAA per non sollevare troppe obiezioni sulle nostre proposte, mi hanno convinto sulla inevitabilità di fare uso della prominenza.

Un ultimo problema (ultimo ma non di poco conto) riguarda un punto sentito dagli alpinisti ma evidentemente non troppo sentito dai curatori dei siti detti sopra. Si tratta del problema dei gendarmi sulle creste di vette maggiori, che spesso, pur presentando una prominenza notevole, sono inglobati e totalmente subordinati alla massa della montagna-madre e non meritano di essere considerati come vette a sé. Pertanto il concetto di prominenza va corretto e completato tenendo conto di questo problema.

Per quanto riguarda la determinazione del valore-limite di prominenza, quello al di sopra del quale noi consideriamo un possibile 8000 come una vera vetta, degna di comparire nelle nuova lista ufficiale, ho nuovamente usato il criterio già usato per i 4000, ossia ho lasciato la decisione agli stessi alpinisti che hanno presentato delle liste nel recente passato, calcolando la media delle prominenze per le vette che alcuni accettano e altri non accettano, ossia in posizione chiave per noi. E' venuto fuori un valore singolarmente vicino a quello già ottenuto per i 4000, che ora eventualmente dovrò affinare. Secondo me è più logico e realista un procedimento come quello suddetto, anziché tirare fuori valori piuttosto ingiustificati e aprioristici, come fatto nei siti detti sopra (per esempio, la classica lunghezza di un tiro di corda nell'alpinismo della tradizione).

2 ) Criterio alpinistico. Non viene considerato nei siti suddetti, ma evidentemente per noi è di primaria importanza. Qui le cose appaiono meno complesse rispetto al criterio topografico. E' chiaro che un 8000 ai limiti della accettabilità in base al criterio topografico deve essere valutato sulla base del criterio alpinistico. Ossia, si devono considerare le vie alpinistiche tracciate, sia come qualità che come quantità, e, soprattutto, va data particolare importanza, secondo me, alle vie "specifiche" a quella vetta, cioè quelle che hanno termine su di essa, o, in altre parole, quelle tracciate dai salitori considerando quella vetta come meta alpinistica a sè stante, autonoma alpinisticamente.

Naturalmente c'è poi il problema di eventuali nuove vie, specifiche o comunque importanti, tracciate quando già dovesse esistere una lista ufficiale allargata degli 8000. Questo potrebbe essere un problema, infatti mica possiamo cambiare ogni volta la lista, aggiungendo un nuovo 8000 in seguito alle nuove vie tracciate. Il problema di una possibile "mutevolezza" e quindi di una scarsa affidabilità del criterio alpinistico, purtroppo non è stato considerato come avrebbe meritato nei precedenti articoli sull'allargamento della lista degli 8000. In ogni caso è possibile ricorrere ad una contromisura che dovrebbe rendere il criterio alpinistico non mutevole e più oggettivo (un po' come avviene per il criterio topografico) in modo da ovviare a questo inconveniente.

MakaluMakaluManasluManaslu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7- CRITERI DI VAGLIO DELLE VETTE DI 8000 METRI   (Roberto Aruga)

1) Punto centrale: definire uno o più criteri per individuare vette di 8000 da proporre per una nuova lista allargata e ufficialmente accettata. La letteratura precedente sull'argomento indica l'opportunità di un criterio topografico (la vetta è un'entità topografica) e di un criterio alpinistico (non dimentichiamo che una lista di questo tipo è destinata essenzialmente agli alpinisti). Punto successivo: applicare in modo possibilmente rigoroso i criteri messi a punto a tutti i possibili “nuovi” 8000.

2) Premessa operativa: i giudizi definitivi sulla lista che proporremo spetteranno agli ottomilisti che vorranno collaborare con noi. I loro giudizi saranno soprattutto utili per quanto riguarda i possibili nuovi 8000 che loro stessi hanno salito o comunque osservato e documentato da vicino. Dall'altro lato c'è però l'esigenza di evitare di ricevere giudizi molto eterogenei e difficilmente conciliabili. Per questo motivo penso che sia necessario da parte nostra proporre dei criteri in forma chiara e facilmente applicabili, e anche proporre un primo tentativo di lista dei nuovi 8000. » chiaro che ognuno sarà padrone di proporre tutte le modifiche che ritiene utili, ma una prima lista tentativa sicuramente semplificherebbe tutta la procedura.

3) Dal concetto di montagna al concetto di vetta: è questo un discorso generale, ma penso che sia utile accennarlo brevemente perchè ci permette di non cadere in certe confusioni che hanno purtroppo tolto valore ad articoli precedenti sull'allargamento della lista degli 8000.

Molti alpinisti si domandano spesso perché gli 8000 generalmente accettati sono 14 e su che base sono stati scelti. Se è pur vero che i rilevatori del Survey of India dovevano triangolare il punto più alto di una montagna, io penso che in quei luoghi e in quei tempi si fosse impressionati soprattutto dalla massa di una montagna nel suo complesso, dalla sua proporzione maestosa (come del resto è sempre accaduto tra i montanari). Vennero così fuori i quattordici 8000, le 14 montagne più alte e imponenti.   Quando si cominciò a salirci sopra, fin sul vertice, la sensibilità cominciò a cambiare: l'alpinista cominciò a vedere che poco distante da lui si ergeva un altro vertice della montagna: quale era il più alto? Era separato da lui da un colle sufficientemente profondo, e dunque poteva essere considerato come una vetta? Ecco che una montagna poteva comprendere più vertici, cioè più vette. Poteva valere la pena di salire anche su quell'altro vertice, magari per una via nuova e indipendente? Tutte sottigliezze che non potevano venire fuori quando non ci si sognava neppure di andare in cima a quelle montagne. Ecco che progressivamente il concetto di vetta guadagna terreno, fino a diventare, forse, il concetto prevalente, almeno in certi ambiti. L'attuale inadeguatezza dei 14 8000 tradizionali e la richiesta di un allargamento del loro numero, a mio avviso, non fanno altro che riflettere questa evoluzione delle idee, dall'idea intuitiva e immediata di “montagna” all'idea (più ragionata) di “vetta”. I due concetti suddetti, per chiarezza del nostro lavoro, non andrebbero confusi. Noi, essenzialmente, elencheremo delle vette. Il concetto di montagna potrà essere utile in alcuni casi, quando, per esempio, dovesse eventualmente sorgere l'eterno problema dei gendarmi di cresta e del loro rapporto con la montagna madre. Questo, comunque, lo vedremo dopo.

4) Possibili criteri topografici.

Fonti di informazione preliminari. Oltre ai testi usciti a suo tempo relativi alla scelta degli 82 quattromila delle Alpi (vedi il sito www.club4000.it), sono utili per gli 8000 e per i criteri di scelta i seguenti siti, molto importanti per noi:

[1] https://en.wikipedia.org/wiki/Topographic_prominence, che definisce in modo chiaro la Prominence

[2] www.8000ers.com, ricco di dati sugli 8000

[3] www.peaklist.org

I possibili criteri topografici sono i seguenti.

(a) Criterio del massimo colle adiacente: venne usato circa 20 anni fa per definire i 4000 alpini. Era molto semplice e immediato, e venne accolto favorevolmente dalla commissione internazionale e dalla stessa UIAA. Per quanto in molti casi il concetto di massimo colle adiacente e di prominenza (vedi qui di seguito) siano la stessa cosa, alla luce dei recenti approfondimenti (siti [1-3] sopra citati) questo criterio andrebbe reso più rigoroso per quanto riguarda la definizione di massimo colle adiacente, e questo gli toglierebbe parte della sua semplicità.

(b) Criterio della Prominence, (o Orometrical Prominence, Prominenza): è il criterio principe proposto nei siti [1-3] e oggi raccoglie un ampio seguito di consensi.  

Si supponga di voler valutare la prominenza di una vetta X, e si ammetta che X abbia due vette più alte nelle sue vicinanze (M1 e M2). Si segue allora la cresta che unisce X a M1 e si individua il colle più basso su di essa (colle C1); questo è il colle minimo. Lo stesso sulla cresta che unisce X a M2, e si individua un secondo colle minimo, che è C2. Poi si individua il più alto tra i due colli minimi, che è C2, e che viene chiamato il "key col". Il dislivello tra X e il key col (segmento 'p') è la prominenza della vetta X.   Naturalmente se ci fossero 'n' vette più alte nei dintorni si dovrebbero considerare le 'n' creste e 'n' colli minimi, mentre se la vetta più alta è una sola, la cresta sarà una e il colle minimo sarà automaticamente il key col. Nella realtà l'idea di prominenza presenta due facce. Se la vetta che consideriamo è isolata (cioè forti distanze dalle vette più alte) la misura della prominenza diventa complicata e richiede la conoscenza delle altitudini di decine e decine di colli, oltre all'uso di software dedicati e ovviamente di un computer, ed è di scarso interesse per gli alpinisti. Tanto per fare un esempio, il key col del Monte Bianco è presso il lago Onega in Russia; il key col del McKinley (Alaska) è presso il lago Nicaragua nell'America Centrale, e così via. Se invece la vetta X è un satellite di una vicina vetta più alta, per esempio uno dei 14 8000 (che fortunatamente è il nostro caso) allora la valutazione della prominenza diventa ben più semplice.

(c) Criterio della dominanza: è un concetto di per sè interessante, in quanto esprime la percentuale di individualità di una vetta, indipendentemente dalla sua altitudine assoluta. Se però guardiamo la formula che definisce la dominanza D (rif. [2]): D = (P/Alt) × 100, dove P è la prominenza e Alt è l'altitudine assoluta della vetta, notiamo subito che Alt nel nostro caso è sempre vicina a 8000, o non distante da 8000, per cui la formula in pratica diventa: D = P/80. D è dunque circa proporzionale a P (è sempre circa 80 volte più piccola), dunque è un doppione di P e a noi serve poco. Potrebbe essere utile quando si confrontano gruppi montuosi con altitudini molto differenti.

In conclusione, considerando la popolarità ormai acquisita dalla prominenza, la sua semplicità di applicazione, almeno nel nostro caso, il fatto che dati di prominenza di 8000 satelliti (proprio quelli che ci interessano) si trovano nel sito [2], e infine (la cosa più importante) il fatto che l'uso di questo concetto è ampiamente accettato, mi hanno convinto della opportunità di fare uso di questa grandezza nel nostro lavoro relativamente agli aspetti topografici .

(5) Scelta del valore critico di prominenza: questo è il punto cruciale: si deve arrivare a un numero, anche se approssimato, se no non si esce dalle opinioni personali. Si possono seguire due vie. La prima è quella seguita, per esempio, nel sito [2] per trovare un valore di prominenza utile per dividere le montagne in categorie di importanza. Si è proposto (aprioristicamente) il valore di 30 metri perchè quello è stato per molto tempo il tiro di corda, punto e basta. Nel lavoro fatto per i 4000 delle Alpi avevamo preferito un'altra strada, che ci sembrava più realistica e vicina a quello che gli alpinisti hanno in mente.

Brevemente illustriamo questo modo di procedere: il punto di partenza, fondamentale, collegato all'idea di vetta, è quello di individuazione della vetta rispetto al territorio circostante. In altre parole noi pensiamo alla vetta come a un punto che si eleva di un dislivello sufficiente rispetto al territorio circostante. Già, ma qual'è il dislivello minimo, oltre il quale noi consideriamo quel rilievo come vetta? Se vediamo una massa che si innalza di 300 metri sul terreno circostante diciamo che quella è una vetta; se vediamo una massa che si innalza di 30 centimetri sul terreno circostante diciamo che quello è un sasso. E' evidente dunque che nella mente di ognuno di noi c'è un valore critico oltre il quale parliamo di vetta, indipendentemente dal fatto che probabilmente nessuno di noi ha mai cercato di esplicitare tale valore. Il problema sta proprio in questa possibile esplicitazione. Per arrivare a questo considerai i 4000 che nelle numerose liste precedenti erano accettati da alcuni e respinti da altri proprio perchè considerati non sufficientemente individuati. Erano questi evidentemente i 4000 in posizione chiave, quelli che potevano risolvere il problema. Feci dunque la media dei dislivelli tra questi 4000 'dubbi' e il rispettivo più alto colle adiacente. Venne fuori un dislivello tra 30 e 40 metri. Era dunque chiaro che al di sotto dei 30 metri nessun alpinista è disposto a parlare di vetta. Questo fu assunto come valore limite, per comprendere o no un 4000 nella lista in base alla sua individuazione.

E' importante notare che questo criterio e questo valore di 30 m non inventavano nulla di nuovo né stravolgevano l'esistente. Essi si limitavano a tirar fuori, a esplicitare, a dare una veste quantitativa e oggettiva a quanto era già nascosto nelle liste precedenti, se pure ancora in forma implicita e non percepibile.

Per applicare questo modo di procedere nel caso presente è però necessario individuare una base iniziale, per esempio una o più liste proposte in precedenza per i nuovi 8000 candidati a entrare in una lista ufficiale. In questo campo le liste proposte sono veramente poche e in genere stilate da pochi alpinisti isolati. C'è però un lavoro precedente svolto da un gruppo di 43 ottomilisti slovacchi i quali hanno fatto in totale 85 salite a vette sopra gli 8000, tra le quali tutti i 14 ottomila 'ufficiali' più altri minori, e hanno messo a frutto questa massa di esperienze in una lista di possibili nuovi 8000 (la tabella compare nel sito: www.8000.sk/21x8000.pdf ).

Secondo noi sarebbe insensato non dare il giusto peso a questo grande lavoro, per cui pensiamo che questa potrebbe essere la nostra base di partenza. Il fatto di considerare anche le poche altre liste di alpinisti isolati sarebbe quasi ininfluente, nel senso che di fronte a un numero di 43 individui il parere di pochi altri finirebbe per non avere un peso determinante.

E' da notare che neppure in occasione del lavoro sui 4000 si potè usufruire di così numerosi alpinisti ed esperti. Nessun criterio di scelta è stato indicato per la lista degli slovacchi; oltretutto al momento della sua pubblicazione diversi di quegli ottomilisti non erano più in vita, per cui più che a un lavoro fondato su criteri meditati e condivisi è logico pensare a pareri individuali non strettamente coordinati. Ebbene, il nostro obiettivo è proprio quello di tirare fuori quel valore critico, inespresso, che sta nascosto dentro questa lista, seguendo una via abbastanza simile (anche se non identica) a quella già seguita per i 4000.

La lista in questione elenca 6 vette satelliti considerate degne di entrare tra i veri ottomila, precisamente:

(1) Broad Peak Central;

(2) Yalung Kang (gr. Kangchenjunga);

(3) Kangchenjunga vetta Sud;

(4) Lhotse Shar;

(5) Lhotse Central Peak I (o Middle West Tower);

(6) Kangchenjunga vetta Centrale.

 

Kanchnzonga

E' da notare che gli slovacchi inserirono anche la vetta Sud (o Sud Est) del Makalu, allora quotata 8010. In seguito però questa vetta non è più stata considerata, vedi rif. [2]; in particolare nella accurata guida di Kielkowski essa viene quotata 7803 m. Pertanto penso che non la si debba considerare tra i possibili 8000.

Visto che qui di seguito parleremo dei valori misurati delle varie prominenze per gli 8000 satelliti, i metodi pratici per valutarli sono in generale collegati alle fotografie e alle curve di livello delle migliori carte, oltre naturalmente alle testimonianze dirette di chi è stato in loco.

Per quanto riguarda Google Earth è facile constatare che le altimetrie, soprattutto in alta montagna, sono piuttosto approssimate. Se tale scarto fosse sistematico, quando si facesse la differenza tra una vetta e un colle (che è il caso collegato alle prominenze) questa differenza eliminerebbe l'errore sistematico sui due valori assoluti, e tutto andrebbe bene. Purtroppo abbiamo visto che in molti casi non è così, per cui, personalmente, sono restio all'uso di Google Earth. Va notato che anche per le prominenze elencate in rif. [2] si considerano solo carte e foto, e non si fa cenno a Google.

A questo punto possiamo esaminare la Tabella 1 nella quale sono raccolti i dati di prominenza per vari 8000 satelliti:

Tabella 1

VETTA

PROMINENZA

(metri)

VETTA

PROMINENZA

(metri)

Broad Peak Central

181

Annapurna vetta Est

50

Yalung Kang

135

Yalung Shoulder

40

Kangchenjunga South Peak

116

Lhotse Central Peak II

37

Lhotse Shar

72

K2 p. 8134 (cr SO)

35

Lhotse Central Peak I

65

Annapurna vetta Centr.

30

Kangchenjunga Central Peak

63

K2 vetta SO

30

Everest vetta Ovest

30

Kangchenjunga vetta SE

30

Nanga Parbat vetta Sud

30

Shisha Pangma vetta Centr.

30

Everest cr. NE   pinnacle II

25

Everest spalla NE

19

Everest cr. NE Pinnacle III

13

Lhotse cr. N Pinnacle II

12

Lhotse cr. N Pinnacle I

10

Lhotse cr: N Pinnacle III

10

 

Come si vede in questa tabella, i 6 ottomila proposti come vere vette dai 43 ottomilisti cechi mostrano prominenze tra un massimo di 181 e un minimo di 63 m. Dopo questo gruppo di vette si hanno le altre, quelle escluse, che hanno prominenze che vanno da 50 m (Annapurna Est, primo escluso) a valori molto bassi per i gendarmi minori.

Dalla tabella risulta con immediatezza la singolare coincidenza tra il gruppo di vette considerate come veri 8000 dai 43 ottomilisti e il gruppo di vette che mostrano una prominenza superiore a una fascia critica situata tra 50 e 63 m (fascia dunque centrata su un valore di circa 60 metri).

Si potrebbe anche notare, considerando il gruppo di 8000 promossi dai 43 ottomilisti e gli altri che sono stati scartati, che non ci sono inversioni nei valori delle prominenze, ossia non ci sono casi di vette accettate con prominenze minori di vette scartate o viceversa; in altre parole le due categorie vette accettate/vette non accettate sono altimetricamente omogenee e ben separate. Altro punto significativo sta nel fatto che in [2] il valore di prominenza di 60 metri è stato scelto per dividere categorie di montagne di diversa importanza (categorie B e C, più importanti, sopra i 60 m di prominenza, categoria D sotto tale valore). Infine, altro punto positivo, questi risultati eliminano il problema dei semplici gendarmi, che ritorna spesso tra gli alpinisti. Per quanto in generale il semplice gendarme totalmente assimilato alla massa della montagna madre non venga considerato come vetta, indipendentemente dalla sua prominenza, tali discussioni sono sempre state fumose e poco fruttuose in quanto difficilmente disciplinabili sulla base di criteri chiari e non personali. Ebbene, nel caso presente questa possibile fonte di dispute viene eliminata sul nascere, in quanto la nutrita famiglia di gendarmi e spuntoni viene interamente relegata nel gruppo delle vette non accettate (cosa che personalmente mi trova d'accordo) e questo non sulla base di dispute personali, ma sulla base di un criterio facilmente verificabile, quale è il criterio di prominenza.

In conclusione la lista proposta dai 43 ottomilisti sembrerebbe in grado di fornire una base solida e realistica (e anche coerente con se stessa) per il nostro scopo. Ci sembra pertanto fortemente giustificato proporre come limite per l'accettazione topografica dei veri 8000 il valore di prominenza di 60 metri circa.

E' chiaro che se si accetta il valore critico di promineza di 60 m le sei vette elencate nella tabella entrano automaticamente in una preliminare possibile lista dei nuovi 8000.

Una curiosità: le prominenze dei 14 ottomila tradizionali sono molto superiori al limite di 60 m: la più piccola fra tutte è quella del Lhotse, di 610 m. Il rischio di dover togliere dalla lista qualcuno dei 14 ottomila è scongiurato!

Da ultimo, anche se il problema dei gendarmi fortunatamente non ci dovrebbe più interessare, va comunque detto che la distanza del gendarme dalla vetta madre rappresenta una estensione del criterio topografico dal dislivello verticale alla distanza orizzontale, anch'essa importante in certi casi. Per esempio, come vedremo tra poco per le due vette satelliti dell'Annapurna, che verranno valutate sulla base del criterio alpinistico, la loro notevole distanza in orizzontale può essere una valida misura della loro indipendenza dalla vetta madre e può aiutarci nel decidere sulla loro accettazione o meno.

(6) Criterio alpinistico.   E' ovviamente un criterio importante per noi, e potrebbe essere soprattutto utile quando un possibile 8000, scartato su base topografica, mostrasse uno spiccato interesse alpinistico. Il criterio alpinistico è ovviamente collegato alla frequentazione alpinistica della vetta in esame, sia nel senso della quantità che della qualità delle vie su di essa tracciate. Ma su tutte le vie di salita che si possono considerare, secondo me devono venire privilegiate le vie che potremmo definire "specifiche", cioè quelle che salgono a quella vetta e su di essa si concludono, ossia quelle vie tracciate da alpinisti che hanno considerato quella certa vetta in esame come meta e sé stante, e quindi come vetta alpinisticamente autonoma. Se la vetta in oggetto ottenesse una valutazione positiva secondo questo secondo criterio, essa potrebbe venire ripescata e inserita nella lista dei veri 8000.

Non dobbiamo però dare, secondo noi, importanza eccessiva al criterio alpinistico, come avvenuto invece in altri studi sugli 8000 , nei quali questo criterio finiva per occupate tutto lo spazio e relegava in seconda linea quello topografico. Non dimentichiamo infatti che una vetta è un qualcosa di morfologicamente oggettivo, una protuberanza che si eleva sul terreno circostante ed esiste indipendentemente dalle vie su di esso tracciate. Dunque mi sembra giusto coinvolgere il criterio alpinistico in seconda battuta.

Altra questione, sempre a proposito del criterio alpinistico: in generale, negli studi precedenti in cui si è valutata l'importanza alpinistica di una vetta, si considerano le vie già percorse. Questo fatto ci mette su un terreno rischioso. Infatti ogni volta che si aprisse una nuova via importante, magari del tipo che abbiamo prima definito "specifico" a una possibile vetta, ci vedremmo costretti a portare dei cambiamenti alla nostra lista. E' chiaro che in questo modo la lista perderebbe significato e valore. In altre parole il criterio alpinistico, considerato in questo modo, diventa un criterio mutevole, e dunque inaffidabile e fonte di confusioni. Molto meglio, secondo noi, considerare la valenza alpinistica generale di una vetta, nel senso di valutarne l'interesse alpinistico sia per le vie già aperte, ma anche per le possibili vie ancora da aprire, per esempio su pilastri o speroni evidenti e definiti, vie che a volte appaiono molto belle e non sono ancora state percorse solo perchè in anticipo sul livello tecnico raggiunto al presente. In questo modo anche il criterio alpinistico può diventare un criterio non mutevole in quanto legato alla struttura della montagna e dunque di grande utilità e solidità, esattamente come il criterio topografico.

(7) In conclusione:  secondo i criteri qui esposti, il percorso da seguire per accogliere o no un 8000 tra le vere vette è in definitiva abbastanza semplice (almeno come procedura). Primo passo: se il criterio topografico della prominenza è favorevole la vetta è inserita nella lista senza altre considerazioni. In caso di prominenza poco al di sotto del limite o di possibile particolare interesse alpinistico, si passa al criterio alpinistico. Questo, se favorevole, può far rientrare la vetta tra quelle accettate. Infine, se quella sommità dà un esito negativo sulla base di entrambi i criteri, è senz'altro da scartare.  

Qui di seguito si propone una possibile lista di vette di 8000 m che potrebbero entrare tra gli 8000 veri e accettati.

-Broad Peak Central, Yalung Kang, Kangchenjunga South Peak, Lhotse Shar, Lhotse Central Peak I,   Kangchenjunga Central Peak: secondo quanto sopra sarebbero da accettare.

-Annapurna vetta Est, Annapurna vetta Centrale: non accettate secondo il criterio topografico (la prima delle due per pochi metri) e neppure accettate dai 43 ottomilisti. Oltre alla notevole distanza di queste due sommità tra loro e dalla vetta principale (fatto sicuramente favorevole in quanto testimonia della loro indipendenza, anche se non lo abbiamo configurato come criterio vero e proprio), in questo caso potrebbe essere opportuno considerare il criterio alpinistico. Si potrebbe allora osservare che le vie tracciate sui due versanti Sud e Nord (Himalayan Index), e anche le vie ancora possibili sul versante Sud, con i suoi poderosi speroni e contrafforti, potrebbero far rientrare queste due vette tra i veri 8000.

Altri commenti:

-Gruppo Broad Peak: Forepeak e Broad Tooth (non citati in rif [2]): il primo è un rilievo sommitale di individuazione veramente poco significativa; Broad Tooth: spuntone quasi indistinguibile dalla massa principale. Nulla da fare.

-Everest S-peak (assente in [2]): da foto assai chiare con persone si può valutare una prominenza di circa 30 m. Non accettabile in base al criterio topografico.

-Rimane la sommità Est del Manaslu, 8013 m, quasi mai citata fra i possibili 8000, e neppure citata in rif. [2] (vedi foto in ultima pagina). Ammesso che la quota di 8013 m non sia stata smentita da più recenti misure (vedi il caso del Makalu vetta Sud Est), considerando la differenza tra 8163 e 8013 m (150 m) è possibile che la sua prominenza superi i 60 m (vedi foto). Però a noi pare che la piramide del Manaslu sia una, quella che culmina a 8163 m, e che questa sommità sia da considerare un gendarme non sufficientemente indipendente dalla piramide principale.

In conclusione, secondo questa lista, ci sarebbero altri otto 8000 da aggiungere ai 14 tradizionali.

Un'ultima osservazione. Qualcuno, esaminando la Tabella 1, potrebbe chiedersi: se per caso uno o più dei valori di prominenza degli 8000 satelliti oggi considerati i più attendibili subissero delle modifiche, per esempio in seguito a delle valutazioni più precise, e magari scendessero sotto il limite di 60 m (oppure salissero sopra questo limite), si dovrebbe modificare la lista degli 8000? Prendendo in esame i due valori di prominenza in posizione più 'esposta' a questa eventualità, che sono quelli del Lhotse Central Peak I (65 m) e del Kangchenjunga Central Peak (63 m) si potrebbe pensare di applicare il criterio alpinistico. Viene fuori che sul primo si ha la importante e difficile via specifica dei russi nel 1997 e sul secondo si hanno almeno tre vie, probabilmente specifiche: la via del couloir che parte dal Grande Piano (del '78); quella per la faccia Sud Ovest del 1984 e quella dei polacchi del '91. E' dunque chiaro che queste due vette potrebbero restare tranquillamente tra le vere vette anche se dovesse verificarsi la modifica della prominenza ipotizzata sopra. Dall'altra parte del valore limite (a parte l'Annapurna vetta Est che sembra da mettere tra i veri 8000, e per il quale, anzi, un innalzamento della sua prominenza sopra i 60 m lo porrebbe in modo ancor più indiscutibile in questa categoria) sta la prominenza dello Yalung Shoulder (40 m) che è piuttosto lontana dal limite. La presente lista dei nuovi 8000 appare dunque abbastanza 'robusta' e protetta anche nei riguardi di evenienze di questo tipo.

DhaulagiriDhaulagiri (Foto Silvia Mazzani)

  

8-OTTOMILA AGGIUNTIVI PER ALTEZZA:

1)  Kangchenjunga West Peak                                  8505 m

2)  Kangchenjunga South Peak                                 8476 m

3)  Kangchenjunga Central Peak                               8473 m

4)  Lhotse Central Peak I                                           8410 m

5)  Lhotse Shar                                                          8383 m

6)  Annapurna Central Peak                                      8051 m

7)  Annapurna East Peak                                           8013 m

8)  Broad Peak Central                                               8011 m

9- ELENCO DEFINITIVO DEGLI 8000 UFFICIALI PER ALTEZZA (IN ROSSO GLI OTTOMILA AGGIUNTIVI):

1     Everest                                                        8848 m

2     K2                                                                8611 m

3     Kanghenjunga                                             8586 m

4     Lhotse                                                         8516 m

5     Kangchenjunga West Peak                        8505 m

6     Kangchenjunga South Peak                       8476 m

7     Kangchenjunga Central Peak                     8473 m

8     Makalu                                                        8463 m

9     Lhotse Central Peak I                                 8410 m

10   Lhotse Shar                                                8383 m

11   Cho Oyu                                                     8201 m

12   Daulagiri                                                     8167 m

13   Manaslu                                                     8163 m

14   Nanga Parbat                                             8125 m

15   Annapurna                                                 8091 m

16   Gasherbrum I                                             8068 m

17   Annapurna Central Peak                            8051 m

18   Broad Peak                                                8047 m

19   Gasherbrum II                                            8035 m

20   Shisha Pangma                                         8027 m

21   Annapurna East Peak                               8013 m

22   Broad Peak Central (Middle)                     8011 m

 

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