di Luca Enrico C.A.A.I. - Gruppo Valli di Lanzo in Verticale
Sono seduto davanti a una birra da “Cesarin”, i due simpatici croati, che si sono sciroppati nove ore di viaggio per venire in Sea, mi hanno quasi obbligato a bere con loro, è lunedì sera e non c’è più nessuno anche se Claudia sembra indaffarata come due sere prima…..rivivo quei momenti di festa, una grande serata, mentre l’amico croato mi racconta, in un italiano più che discreto, di cosa hanno fatto, delle scalate e del suo paese, la mente vaga ai due giorni di festa appena conclusi, per noi organizzatori iniziati in realtà già venerdì.
Adesso che è tutto concluso, che in valle tutti hanno cominciato a fare apertamente i complimenti a questa manifestazione, è facile essere soddisfatti eppure questo raduno, il quinto, ha fatto vivere le ansie del primo: “il tempo sarà bello? verrà gente?” sarà sempre così e forse il bello sta anche in quello, nell’aspettativa e nell’incertezza, in quel non sapere e non poter prevedere, nei nodi che si sciolgono solo a cose fatte, quando l’elenco degli iscritti ha riempito pagine e pagine del “registro presenze”. Il successo e la soddisfazione sembrano allora divenire scontati e si pensa già all’anno dopo.
Ogni volta che un raduno si conclude, la sera della domenica, nella notte imminente di fine estate, mi sovviene la fine del primo, nel 2017. Ricordo quella sottile vena di nostalgia che provai davanti al “Savoia”, ormai svuotato, in una Forno ridiventata deserta e silenziosa tranne che per il lontano abbaiare di un cane, la nostalgia per due belle giornate di festa, per un qualcosa di nuovo che era nato, per una giornata indimenticabile. Però quest’ultima edizione è stata davvero grande, forse la migliore perché ha visto il coinvolgimento di tante persone che hanno saputo trasformarlo in una vera festa, al di là dei numeri, dei gradi e delle prestazioni, perché chi ama e anima il raduno non ha bisogno di mettersi in mostra ma semplicemente di condividere un’esperienza che diventa unica. Il Val Grande in Verticale in questo è un raduno molto “popolare”, nel senso che è rivolto a tutti, a chi vuole camminare, a chi vuole scalare magari partendo dalle basi, dai corsi che il Club Alpino Italiano a ogni edizione organizza per dare la possibilità di avvicinarsi alla montagna. E’ un raduno lontano da qualsiasi logica commerciale e il bello è che è creato dalla base, grazie alla quale si autoalimenta, senza necessariamente coinvolgere personalità famose e big, troppo spesso asettici e ormai lontani dal vero spirito che deve muovere l’alpinismo.
I numeri però bisogna pur darli, fosse anche solo per il fatto che nella nostra società basiamo tutto su di essi, i numeri diventano la cosa più importante, sono l’indicatore del successo o dell’insuccesso, del guadagno o della perdita. Siamo circondati da numeri e quindi è giusto comunicarli. La quinta edizione ha visto ben 304 iscritti ufficiali, cioè quelli che prendono il pacco raduno e vestono la maglietta, a cui si aggiungono più di 100 bambini accorsi per la prova scalata tenuta dalle Scuole di Alpinismo Giovanile del Club Alpino Italiano. A conti fatti significa che le presenze sono aumentate di un terzo rispetto alla precedente edizione, un netto balzo in avanti che fa ben sperare per il futuro, per l’ulteriore crescita di questo evento che sta diventando, anno dopo anno, un punto di riferimento quanto meno nel Nord Ovest. Anche la proiezione del film su Gian Carlo Grassi ha riscosso un gran successo. Inizialmente previsto solo il sabato pomeriggio a Cantoira (dove sono stati registrati 90 spettatori) è stato replicato, per un infortunio occorso all’ospite di quella che doveva essere la serata programmata, la sera stessa a Chialamberto contando più di 100 spettatori. Un dovuto omaggio al grande alpinista che è stato il vero “imperatore” di Sea, nel trentennale della sua tragica morte è stato doveroso ricordarlo e forse si sarebbe dovuto fare di più. Sea adesso rivive ma fu sicuramente lui il più prolifico tra gli apritori ed esploratori, colui che senza tante elucubrazioni sull’etica tracciò un numero impressionante di itinerari, da quelli con le protezioni tradizionali a quelli a spit, magari calandosi pure dall’alto! E’ grazie a lui se adesso scaliamo in questo paradiso di roccia e quindi, con buona pace di chi ricerca solo il grado e la difficoltà per mettersi in mostra, il raduno non può che essere simbolicamente dedicato a lui che amò questi luoghi come nessun altro.
Ecco che allora gli asettici numeri si stemperano nella festa, quella vera, nella condivisione delle emozioni e dell’allegria che sono la vera ed autentica base di questa manifestazione, lo stare insieme e il rincorrere il sogno di scalare le vie dai nomi fantastici, di scalare questi scudi di nero granito alla ricerca del sole e delle spade di luce. Anche quest’anno il meteo ci ha accompagnati, ha permesso a tutti di scalare e camminare, di testare le scarpette messe a disposizione da “La Sportiva” e i materiali dalla “Camp”. E’ stato importante vedere montati i gazebo di due grandi marchi, sponsor della manifestazione. Perché è grazie agli sponsor che tutto questo è possibile e quindi bisogna ricordare altri grandi marchi che ci hanno supportato in quest’iniziativa: “Ortovox”, “Grivel”, “Edelrid”, “Nograd” e “Ferrino”. A questi si aggiungono i negozi “Bshop” di Torino e “Mountainsicks” di Rivarolo, la storica libreria editrice “La Montagna” di Torino, da sempre al nostro fianco, e l’istituto geografico “IGC”, molto noto per le sue cartine. E ancora il salumificio “Raspini”, la ditta di prodotti biologici “Arc en Ciel – Bio Più” , tutti gli esercizi commerciali della valle, e non solo, che ci hanno aiutato dandoci numerosi, e molto apprezzati, premi in natura e le strutture ricettive che si sono messe a disposizione per accogliere e sfamare gli ospiti.
Una cosa è certa: la volontà di proseguire quest’avventura. Il raduno 2022 è già iniziato!!