Posti letto: In legno ricoperto di lamiera zincata, può ospitare non più di 4 persone.
Accesso: Da Courmayeur ad Entreves. Di qui si segue la mulattiera che porta ai Chalets de la Brenva m. 1517, quindi si procede per un piccolo sentiero che si sviluppa mal tracciato nel lariceto e infine, per pascoli, ci si sposta bruscamente a destra e si sale alla Combe du Loei dove si ritrovano le tracce. Si risale a NO per zolle erbose in direzione di un primo torrente e, dopo averlo attraversato, si seguita per altri pascoli e pietraie verso la morena che fascia il Ghiacciaio della Brenva. Si percorre la cresta instabile della morena fino alla diramazione orientale del ghiacciaio poi la si attraversa al di sopra della seraccata e per la riva destra (E) del solco delle valanghe si riesce alla dorsale rocciosa di facile percorso fino al bivacco della Brenva.
(S. Saglio Da rifugio a rifugio: Alpi Graie ed. TCI & CAI pag. 284)
Ascensioni principali: Bianco versante Brenva, Aiguille Noire de Peuterey, Aiguille Blanche, Dames Anglaises, Tour Ronde.
Nuovo look anche per il bivacco Brenva
Durante il sopralluogo aereo effettuato il 9 ottobre 2016 e che ha riguardato anche il Lampugnani/Grassi, l’Alberico e Borgna e il Craveri si è evidenziato che il Brenva era in condizioni tali da ritenere urgente un intervento di riparazione. La copertura in lamiera zincata si era piegata su sè stessa per 2/3 verso monte come una scatola di sardine e aveva scoperto le assi di legno sottostante e anche alcune delle assi si erano staccate. Si è potuto appurare che il danno principale risaliva al periodo 27 luglio/9 ottobre 2016
Il bivacco è sicuramente poco visitato e frequentato ma rappresenta comunque parte della storia del CAAI e, informata la presidenza della situazione, è stato deciso comunque si sistemarlo prima del sopraggiungere dell’inverno che avrebbe compromesso definitivamente la struttura. Dopo aver reperito il materiale necessario sabato 29 ottobre 2016 il gruppo formato dai soci Carlo Barbolini e Beppe Villa con Claudia Baldini e Brenno Diegoli di Firenze ha sistemato il bivacco. Piccolo particolare: durante il sopralluogo del 9 ottobre la situazione era perfetta per poter intervenire, niente neve fino a quota 3500 m, ma nei giorni precedenti al lavoro erano caduti ca. 70 cm di neve il chè ha comportato prima una difficile individuazione con l’elicottero e poi un lungo lavoro di scavo della neve e pulizia anche interna.
L’elicottero ha sbarcato il gruppo pochi metri al disopra del bivacco poi con una seconda rotazione il materiale e l’attrezzatura (ca. 140 kg). Fortunatamente, a differenza del lavoro al Canzio quando la temperatura era stata costantemente di diversi gradi sotto lo zero, la giornata è stata calda e senza vento. Una volta rimesse le stecche di legno e montata la lamiera nuova, il bivacco è stato verniciato completamente con lo stesso prodotto e colore del Canzio. Sono state anche asciugate coperte e materassini presenti e l’interno del bivacco è stato completamente ripulito. Alla sera il lavoro è terminato come previsto. Il materiale sostituito e il resto della sporcizia sono stati portati a valle.
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