Relazioni

Club Alpino Accademico Italiano

Spedizione “Tien Shan 2016”

Giovedì, 06 Ottobre 2016 22:05

Relazione sulla spedizione “Tien Shan 2016”
Membri: Giovanni Pagnoncelli (CAAI, Gruppo Occidentale)
Marcello Sanguineti (CAAI, Gruppo Occidentale)
Periodo: 4-28 agosto 2016
Gruppo montuoso: Tien Shan Occidentale. Catena: Ala Too. Massiccio: Ala Archa.

 

Rientrati il 28 dal Kirghizistan, non possiamo che ritenerci soddisfatti della spedizione "Tien Shan
2016" Nonostante un meteo che ha messo a dura prova la nostra determinazione, “portiamo a casa”
tre vie nuove, aperte in stile rigorosamente trad (nessun uso di spit, né con trapano né a mano), nel
massiccio di Ala Archa (catena di Ala Too, Tien Shan Occidentale). Due di queste sono su vette che
erano ancora senza nome.
Ringraziamo il CAAI per il patrocinio e il supporto concessi, visto il carattere esplorativo della nostra
piccola spedizione.

Popolazioni nomadi del Kirghizistan 7

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Popolazioni nomadi del Kirghizistan 3


Cronologia


Giovedì 4 agosto. Partenza dall’Italia.
Venerdì 5. Arrivo a Bishkek e trasferimento in hotel.
Sabato 6. Ultimi preparativi a Bishkek e organizzazione dei portatori.
Domenica 7. Trasferimento da Bishkek ad Ala Archa.
Lunedì 8. Trekking da Ala Archa al Campo Base (CB; circa 3400 m)
Martedì 9. Apertura della via “Crêuza de Mä” (550 m, 6a+) sulla parete ovest del Baichechekey Peak
(4515 m), lungo una linea che avevamo individuato in Italia studiando la documentazione in nostro
possesso. Discesa a piedi lungo la via normale. Si tratta dell’unica giornata di tempo buono dalla
mattina alla sera incontrata durante la spedizione (si veda la sezione “Note”).
Mercoledì 10. Riposo.
Giovedì 11. Esplorazione visiva delle pareti sull’Uchitel Glacier, con raccolta di documentazione
fotografica generale e di dettaglio (teleobbiettivo). Individuazione di una linea su una vetta senza
nome lungo la linea di cresta Ratzek Peak (3980 m) - Korona Peak (4840 m), vetta da noi battezzata
“Chiavari Peak” (4145 m). Apertura dei primi tre tiri. Discesa in doppia su calate da noi attrezzate.
Materiale lasciato sotto un masso sull’Uchitel Glacier e ritirata col maltempo al CB.
Venerdì 12. Maltempo (pioggia al CB e neve in alto). Attesa al CB.
Sabato 13. Risalita al termine del terzo tiro della via sul Chiavari Peak e termine della via. Maltempo
con neve sugli ultimi due tiri. Discesa in doppia su calate da noi attrezzate sulla via e rientro con
neve e pioggia al CB. La linea è esteticissima, ma si svolge su roccia caratterizzata da lunghi tratti
instabili e di difficile protezione. Questo ha suggerito il nome “Roulette Kirghiza” (330 m, 6c/A1).
Domenica 14. Maltempo (pioggia e grandine al CB, neve in alto). Attesa al CB. Studio con
teleobiettivo delle pareti fra Uchitel Peak (4527 m) e Baichechekey Peak (4515 m). Individuazione
di una linea di salita sulla I Torre (4020 m) del Pilastro Uchitel, con partenza su una candela stile
satelliti del Monte Bianco e continuazione in cresta.

Tracciato via sul Chiavari Peak 1 1280x960

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SullUchitel Glacier 2


Lunedì 15. Spostamento del materiale con creazione di due depositi: uno sull’Uchitel Glacier (D1),
ai piedi dei pilastri ovest del Semionova Tien-Shanskogo Peak (4895 m), l’altro (D2) sotto il Pilastro
Uchitel. Ulteriore esplorazione visiva delle pareti sull’Uchitel Glacier, con raccolta di
documentazione fotografica generale e di dettaglio (teleobbiettivo).
Martedì 16. Spostamento del materiale da D1 ai piedi del Pilastro Uchitel.
Mercoledì 17. Maltempo, con neve fino alla quota del CB. Preparazione di alcuni cunei di legno, per
sopperire alla mancanza di friend oltre il Camalot #5, in previsione dell’utilizzo su una fessura molto
larga nella prima parte della salita alla I Torre del Pilastro Uchitel, evidenziata dallo studio delle foto
con il teleobiettivo.
Giovedì 18. Salita dei primi tre tiri sul Pilastro Uchitel, lungo una struttura da noi battezzata
“Chandelle dell’Uchitel”, visti la forma, la verticalità e lo stupendo granito fessurato. Due cunei di
legno si rivelano utili nella fessura fuori misura del terzo tiro. Discesa su doppie da noi attrezzate.
Lasciamo le corde sui tre tiri, per la successiva risalita in jumar e il completamento della via.
Venerdì 19. Le nevicate ci costringono a rivedere i nostri piani, abbandonando il progetto di una
salita sui pilastri ovest del Semionova Tien-Shanskogo Peak. Risaliamo quindi al deposito D1, ai piedi
del Semionova Tien-Shanskogo Peak, e spostiamo tutto il materiale al D2, sotto il Pilastro Uchitel.
Questo anche in funzione del fatto che la via iniziata il giorno precedente sulla Chandelle dell’Uchitel
ci sembra più complessa di quanto previsto e abbiamo bisogno di ulteriori friend e nut.
Sabato 20. Esplorazione visiva delle pareti sulla prima parte dell’Ak-Say Glacier, con raccolta di
documentazione fotografica generale e di dettaglio (teleobbiettivo). Dalle 11 fino al primo
pomeriggio maltempo, poi il sole asciuga le pareti. Per l’indomani si prospetta quindi la possibilità
di terminare la via sul Pilastro Uchitel, esposta a ovest.

Via Creuza de Ma sul Baichechekey 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Domenica 21. Risalta con le jumar delle fisse lasciate sulla Chandelle dell’Uchitel e apertura di altri
sette tiri, fino alla Prima Torre del Pialstro Uchitel, da noi battezzata “Tower Gymnica 2000”. Neve
durante gli ultimi tiri e durante la discesa. Calate su doppie da noi attrezzate nel canale fra Pilastro
Uchitel e Baichechekey Peak. Visto che la nostra permanenza al CB le previsioni ricevute via sms
satellitare venivano regolarmente inattese e l’unica cosa da fare per avere un’idea del tempo era
“guardare fuori dalla tenda”, abbiamo battezzato la via www.lookoutofthetent.com (360m, 6c/A0).
Lunedì 22. Maltempo. Attesa al CB. La sera nevica significativamente anche alla quota del CB.
Martedì 23. Al nostro risveglio, ci rendiamo conto che la neve caduta e le temperature sensibilmente
diminuite non ci consentirebbero realisticamente di portare a termine un altro obiettivo nei tre
giorni rimanenti – visto il tempo necessario a pulire le pareti. Questo anche tenendo conto del fatto
che avevamo considerato la possibilità di aprire una quarta via ancora su una parete ovest: tale
esposizione richiede tempo per liberarsi della neve caduta e asciugare (come riportato nelle “Note”,
abbiamo riscontrato che la roccia migliore si trova sulle pareti ovest). A ulteriore supporto della
nostra decisione, nella mattinata riprendono le precipitazioni anche alla quota del CB. Decidiamo
quindi di anticipare il rientro a Bishkek. Scendiamo con due portatori e lasciamo il resto del materiale
al CB.
Mercoledì 24. Invio di tre portatori al CB per portare a valle il materiale rimanente.
Giovedì 25 – Venerdì 26. Viaggio nella steppa e visita delle yurte dei nomadi.
Sabato 27. Giornata trascorsa a Bishkek, con visita del bazar.
Domenica 28. Rientro in Italia.
Riassunto dell’attività alpinistica ed esplorativa
- Esplorazione visiva delle pareti rocciose lungo l’Uchitel Glacier e l’Ak-Say Glacier, con
raccolta di documentazione fotografica generale e di dettaglio (teleobbiettivo).
- Apertura della via “Crêuza de Mä“ sulla parete ovest del Baichechekey Peak (4515 m): 550m,
6a+. Discesa a piedi sulla via normale. La via segue dapprima un sistema di fessure di mano,
poi diedri accennati, quindi una cresta.
- Apertura della via “Roulette Kirghiza”, per ora unica via esistente sulla parete est della punta
da noi battezzata “Chiavari Peak” (4145 m): 330m, 6c/A1. Abbiamo attrezzato la linea di
doppie sulla via. La linea segue dapprima una “splitting crack”, poi un diedro, quindi un
sistema di risalti porta alla base dei tiri in un imponente diedro in parete strapiombante, che
termina in una grotta. Aggirando quest’ultima, lungo una rampa/diedro si arriva in vetta.
Linea esteticissima, ma purtroppo su roccia caratterizzata da lunghi tratti instabili e di difficile
protezione.
- Apertura della via “www.lookoutofthetent.com”, sulla Prima Torre (4020 m) del Pilastro
Uchitel, da noi battezzata “Tower Gymnica 2000”: 360 m, 6c/A0. Abbiamo attrezzato la linea
di doppie sul canale fra Pilastro Uchitel e Baichechekey Peak. La via si sviluppa dapprima sulla
struttura da noi chiamata “Chandelle dell’Uchitel”, per la sua similitudini con alcune
strutture rocciose del M. Bianco, con tiri in fessura (mano, poi mano-pugno, poi fuori misura.
Una curiosità. Dopo che Pagno aveva individuato una stupenda linea di fessure sulla cresta
del Pilastro dell'Uchitel, ci siamo resi conto che uno dei tiri avrebbe richiesto di scalare una
off-width da proteggere con Camalot #6 e oltre, tipo Big Bro e Gipsy. Purtroppo, non
avevamo nulla del genere: la nostra dotazione arrivava fino al Camalot #5. Combinando
l'ingegno ossolano e quello ligure, abbiamo optato per "la soluzione degli antichi": abbiamo
fabbricato alcuni cunei di legno, da usare come protezioni nell'off-width. La via continua poi
in cresta, superando i tratti più verticali lungo fessure e camini.
Note


Osservazioni generali

Via www.lookoutofthetent.com sulla Tower Gymnica 2000 12

Le nostre aspettative su questo luogo erano diverse da quanto riscontrato,
per vari motivi. Da un lato, sapevamo di trovarci in un gruppo montuoso requentato da local e da
Russi (dove “frequentato” è da intendersi rispetto alla limitatissima frequentazione di altre
montagne del Kirghizistan…), grazie alla relativa vicinanza alla capitale Bishkek. In particolare,
eravamo a conoscenza dell’attività alpinistica russa su misto in Ala Archa. Anche tenuto conto del
periodo (agosto), avevamo immaginato la presenza di altri alpinisti impegnati su roccia. In realtà,
quest’area si è rivelata meta estiva quasi solamente per turisti che vogliano salire in giornata ad
ammirare un ghiacciaio, escursionisti che vogliano raggiungere facilmente i 4000 metri dell’Uchitel
Peak (4527 m) e alpinisti classici attirati da vie normali su cime glaciali. Eccetto due sole cordate
incontrate su quella che, probabilmente, è la via di roccia “più frequentata” (come sopra, il termine
“frequentata” è da prendere con le pinze) del gruppo (Schwaba, sul Baichechekey Peak), durante la
permanenza non abbiamo incontrato persone con obiettivi alpinistici degni di tale nome: neppure
ripetizioni, figuriamoci apertura di vie. Per questo motivo, l’approccio alpinistico si è fatto più
impegnativo rispetto a quanto ci saremmo aspettati e ci siamo sempre mossi in totale isolamento.
Inoltre, le condizioni meteorologiche ci hanno obbligati a un logorante “gioco di strategia”, per
cercare di aggirare il brutto tempo e ottimizzare la scelta dei momenti. Questo ad eccezione della
prima salita, in cui abbiamo incontrato bel tempo tutto il giorno, senza sapere che sarebbe stata un
unicum durante la nostra spedizione. Ci è poi risultato chiaro perché l’indomani un local ci disse più
o meno queste parole: <<sono sedici anni che visito questo massiccio e non ho mai visto prima una
giornata bella e stabile come ieri!>>… Da allora in poi, i pomeriggi di ogni giorno della nostra
permanenza erano caratterizzati da qualche ora di precipitazioni (pioggia e/o grandine e/o neve),
che iniziavano in un orario compreso fra le 12 e le 16.


Meteo

I siti meteo che ci sono stati segnalati dai local come più significativi per la zona si sono
rivelati estremamente inaffidabili, con previsioni spesso in esplicito contrasto con quanto accadeva,
anche nell’arco delle 24 ore. Ciò ha reso la pianificazione delle salite praticamente impossibile, e
costringendoci più volte a scalare con pioggia e/o grandine e/o neve. Durante tutto il periodo
abbiamo sperimentato solo una giornata di bello dalla mattina alla sera. Il pattern meteo tipico è
stato questo: bello la mattina, pioggia/neve a partire da un orario compreso fra le 12 e le 16,
cessazione dei fenomeni dopo due o tre ore, ma con alternanza di nubi e foschia. Questo ci ha
costretti, ad esempio, ad attendere alcuni giorni per completare la via sul Pilastro dell’Uchitel,
esposto a ovest, che continuava a innevarsi il pomeriggio e a non asciugare in tempo per la mattina
successiva, seguita da una nuova perturbazione pomeridiana. Tale andamento meteorologico ci ha
indotti a rinunciare ai tentativi di apertura di una linea sui pilastri ovest del Semionova Tien-
Shanskogo Peak, continuamente “sporchi” a causa delle continue nevicate.
Va anche ricordato che, a detta dei local, l’estate 2016 è stata caratterizzata da maltempo e copiose
nevicate in molte zone del Tien Shan.


Roccia

Granito. Su alcune pareti, principalmente quelle esposte a ovest, di ottima qualità (stile
satelliti del Monte Bianco). Su altre, tipicamente quelle a est, caratterizzato da strutture instabili.
Stile di apertura trad. Abbiamo aperto le vie utilizzando solo protezioni veloci (friend e nut) e chiodi.
Nessun uso di spit, né con trapano né a mano.


Materiale utilizzato

Cunei usati sulla via www.lookoutofthetent.com sulla Tower Gymnica 2000

 

Chiodi di vario tipo; 3 serie di friend fino al #3; due friend #4; un friend #5; 1
serie e mezza di micro-friend; cunei di legno (“corrispondenti” a #6 e “ipotetico” #7); 1 serie di nut;
1 serie di micro-nut; 1 serie di offset nut; 1 serie di offset micro-nut; due mezze corde (ne avevamo
due coppie); 60 metri di cordino di kevlar di diametro 6 millimetri, usato come corda di servizio
(recupero sacco e/o emergenza per calate), vista la situazione di “isolamento alpinistico”; 4 jumar.


Altre possibilità di apertura

Per quanto riguarda la roccia pura, a valle della nostra esplorazione
delle pareti riteniamo che vi siano altre interessanti possibilità di apertura, far le quali evidenziamo
le seguenti.
- Cresta ovest integrale del Pilastro dell’Uchitel, di cui la nostra via
www.lookoutofthetent.com percorre la prima parte.
- Un evidente ed estetico pilastro sul versante nord della cresta di cui sopra (ben visibile dal
CB).
- Parete ovest del Baichechekey Peak: è molto estesa e vi sono attualmente poche vie su
roccia, di cui una è la nostra, ma se possono aprire altre, su ottimo granito.
- Pilastri sud dello Skriabina Peak (4753 m).
- Pilastri ovest del Semionova Tien-Shanskogo Peak (4895 m); sono attualmente relazionate
solo tre vie e vi è spazio per altre.
- Spigolo ovest del punto quotato 4692 m sulla cresta che collega il Korona Peak al Semionova
Tien-Shanskogo Peak.
Va inoltre ricordato che il massiccio si presta moltissimo all’attività su misto, ovviamente in altri
mesi dell’anno. Dalla documentazione in nostro possesso e dagli scambi di opinioni con i local,
ci risulta che siano numerose le linee su misto aperte, nella stragrande maggioranza dei casi da
alpinisti russi (o comunque dell’ex-URSS). Questo non stupisce, visto che gli alpinisti sovietici
sono sempre stati molto attivi particolarmente su misto. Ciò non significa che non vi siano
possibilità di apertura su misto, ma su queste siamo meno documentati in quanto i nostri
obbiettivi erano su roccia pura.


Bibliografia

Abbiamo reperito informazioni da:
- articoli pubblicati sull’AAJ (American Alpine Journal), alcuni dei quali segnalatici dal CISDAE;
- alcune foto forniteci dall’Ak-Sai Agency di Bishkek;
- siti web russi;
- Kyrgyz Alpine Club.


Cartografia


- Carta 1:50.000 Kyrgyzstan – A Climber’s Map and Guide dell’American Alpine Club.
- Carta molto approssimativa del Kyrgyz Alpine Club.
Documentazione fotografica. La corposa documentazione fotografica è a disposizione di chi ne
faccia richiesta.
Le informazioni sull’attività alpinistica portata a termine saranno rese
disponibili all’American Alpine Journal, al Kyrghiz Alpine Club e all'Annuario CAAI, che ha patrocinato la spedizione.

 

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