Anno di costruzione: 1927
Posti letto - Quota: 4 - mt. 3.142
Accesso: descrizione di Alexis Martinet (2021)
Il Bivacco Umberto Balestreri è sito nelle Grandes Murailles, a circa mezza altezza sotto la punta dei Cors. Lo si può scorgere dal Breuil, ma non è facile distinguerlo con il binocolo perchè è piccolo, rotondo e grigio come la roccia. Però è facile localizzarlo e una volta che lo si è fatto, lo si vede bene durante la salita : esso è posto, come un nido d’aquila, sullo sperone di roccia che si trova proprio alla base e sull’estremità destra della distesa di roccia chiara e triangolare che è, di per se, molto facilmente reperibile, indicata con K nella foto.
Una ventina di anni fa avevo eseguito un primo tracciato in rosso col n. 29. Peraltro, restano anche alcuni rari segnali rossi, di origine ancora più antica, lungo la prima metà del percorso. In seguito, una nuova legge regionale ha modificato il colore e la numerazione dei tracciati. A questo itinerario non è oggi più attribuito nessun numero. Pertanto l’indicazione attuale, recente, è costituita da frecce gialle senza numero. Di proposito l’indicazione è stata data in modo succinto all’inizio e fino alla banda rocciosa che si trova a mezza altezza (B), allo scopo di preservare il carattere isolato di questa zona che viene designata come « oasi » dal corpo forestale.
La partenza si trova al tunnel che attraversa l’argine al campo di golf del Breuil (non si tratta del tunnel che si trova all’ingresso del paese, ma di quello sito proprio in alto, presso il campo sportivo, interdetto alla circolazione, che permette di passare sotto alla protezione antivalanghe. Ci sono molte possibilità di posteggiare i veicoli all’ingresso del tunnel. All’inizio il percorso è lo stesso di quello che porta al Rifugio Bobba, sotto ai Gemelli, rifugio frequentato regolarmente durante l’estate. Lasciato il campo di golf ci si dirige verso il primo alpeggio, detto Les Morces. Proprio prima di arrivare all’alpeggio si deve attraversare il torrente dei Cors su un ponte costruito di recente all’ultima curva. Si tratta di un nuovo sentiero che è stato aperto per il Rifugio Bobba col numero 11. Lo si può seguire senz’altro anche se, secondo il percorso tradizionale, si proseguiva direttamente dopo due o tre curve a partire dal ponte, lungo un tracciato che costeggia la riva sinistra del torrente in direzione di una prima cascata ben visibile.
Arrivati al pianoro sopra questa, dove si trova un secondo alpeggio, detto Les Cors (si trovano pure delle marmotte) si raggiunge il nuovo tracciato che si era lasciato al ponte. Si attraversa di nuovo il torrente su un secondo ponticello di recente costruzione. È a questo punto che bisogna abbandonare il tracciato che porta al Rifugio Bobba verso sinistra, continuando invece a procedere in linea retta verso il crestone di fronte. Lo si risale fino a raggiungere il tracciato dell’antica Alta Via, seguendolo per qualche minuto verso Sud fino al momento in cui essa si inoltra in un vallone. Qui bisogna lasciarla volgendo a destra e risalire il crestone fino a un piccolo ripiano dove c’è una bella pietra per fare un eventuale spuntino. Si continua quindi a salire in direzione di una pietraia (Vallon des pierres) e, dopo un centinaio di metri, si gira verso destra per passare un piccolo colle dal tracciato ben visibile (A).
Da questo si raggiunge un secondo pianoro sotto una lunga barriera rocciosa (B) che segna la diversità fra la parte « bassa » e quella « alta » del percorso. Questa barriera costituisce il limite superiore abituale delle marmotte più visibili e all’incirca quella inferiore degli stambecchi (femmine e loro piccoli) che d’estate sono abbastanza frequenti in questa zona.
Da questo punto in poi si raccomanda di mettere un casco perchè è da questa barriera rocciosa che possono cadere delle pietre anche fatte staccare occasionalmente degli stambecchi. Dopo avere attraversato due piccole discese d’acqua (C) (ultima fonte di approvigionamento d’acqua), si continua a risalire in diagonale, e, dopo una piccola pietraia, ci si dirige decisamente verso il passaggio che si vede bene di fronte e che permette di superare la barriera rocciosa.
Fino a questo punto non s’incontra assolutamente nessuna difficoltà nel procedere.
Si sale attraverso quella salita che s’inoltra in un passaggio erboso molto ripido, ma dove si trovano numerosi scalini naturali, lungo la riva destra di una « piccola cascata » (D).
Si attraversa il torrente al di sopra di questa piccola cascata e si continua a salire in diagonale per raggiungere un altro passaggio roccioso (E), più agevole dal suo lato destro. Si raggiunge poi, proseguendo sempre in diagonale verso destra, la cresta rocciosa che scende proprio dal bivacco verso Sud-Est.
Il percorso segue per un tratto (F-G) questa cresta e poi la si attraversa a sinistra, a mezza altezza, lungo una traccia ben segnata (H), in direzione della parte rocciosa superiore. Bisogna allora risalire fino a una roccia nerastra che si aggira meglio da sinistra (I) (è un passaggio di II – III grado) (ogni tipo di variante è possibile). Giunto a un piccolo promontorio che forma una specie di colle (ometto) (J), di solito si risale dapprima per qualche metro di roccia (ma anche qui sono praticabili diverse varianti), e poi, subito dopo, una petraia, in direzione di un banco di rocce chiare che si costeggia a sinistra per raggiungere una vera e propria serie di curve naturali che salgono per un centinaio di metri. Si ripassa quindi verso le pendici meridionali sotto il Bivacco che si raggiunge ormai senza difficoltà.
(Durata media del percorso tre ore e mezzo o quattro)
Dal Bivacco, ad un centinaio di metri seguendo frecce per costeggiare orizzontalmente la base del triangolo di rocce chiare (il punto di riferimento visuale dal Breuil), si raggiunge dell’acqua. In quarant’anni di osservazione, mi è capitato solo tre volte di trovare quella discesa d’acqua completamente secca.
La capacità del Bivacco è ufficialmente di quattro posti, ma in pratica vi trovano posto meglio due o tre persone. Vi è un allestimento necessario per pernottare.
Dal Bivacco è possibile proseguire verso il colle dei Cors, dove, da una ventina d’anni, è stato inaugurato il Bivacco Achille Ratti (a 4 ore di distanza).
Accesso (in francese) descrizione di Alexis Martinet (2021)
Le Bivouac Umberto BALESTRERI est situé dans les Grandes Murailles, sous la pointe des Cors, à mi-hauteur environ. Il est visible du Breuil, mais difficile à distinguer à la jumelle parce que petit, rond et gris comme le rocher. Cependant, il est facile à localiser (et ensuite quand on l’a situé, on le voit bien pendant la montée) : il est placé, comme un nid d'aigle, sur le bec rocheux qui se trouve juste à la base et sur la pointe de droite de la bande de rocher claire et triangulaire, qui, elle, est très facile à repérer ((K) voir croquis).
J'ai fait, il y a une vingtaine d’années, un premier marquage en rouge portant le numéro 29 (quelques traces rouges d'origine très ancienne subsistent encore sur la première moitié du parcours, mais très peu). Depuis, une nouvelle loi régionale a modifié la couleur et la numérotation des tracés. Plus aucun numéro n’est maintenant attribué à ce parcours. Aussi, le marquage actuel, tout récent, est fait de traces jaunes sans numéro. Volontairement, il n'a été que très succinctement indiqué au début, jusqu'à la barre rocheuse située à mi-hauteur (B), afin de préserver le caractère isolé de cette zone, désignée par « oasis » par les gardes forestiers locaux (corpo forestale).
Le départ se trouve au tunnel qui traverse la digue au terrain de golf du Breuil. (il ne s’agit pas du tunnel qui est à l’entrée du village mais de celui tout en haut près du terrain de sport, interdit à la circulation, qui permet de passer sous la digue paravalanche). Grandes possibilités de garer les voitures à l’entrée du tunnel Au tout début, le parcours est commun avec celui qui mène au Refuge Bobba, sous les Jumeaux, refuge qui est, lui, régulièrement fréquenté l'été. En quittant le terrain de golf, on se dirige vers le premier alpage Les Morces. Juste avant d’arriver à l’alpage, prendre un pont récent dans un lacet pour traverser le torrent. C’est un nouveau sentier qui a été ouvert pour le refuge Bobba. On peut tout à fait le suivre même si, pour le parcours traditionnel, on continuait tout droit, à 2 ou 3 lacets après le pont, sur une trace qui longe la rive gauche du torrent en direction d’une première cascade bien visible.
Arrivé sur le plateau au-dessus de cette cascade, où se trouve une deuxième bergerie Les Cors (et des marmottes), on rejoint le nouveau tracé que l’on a quitté au pont. On traverse à nouveau le torrent sur un deuxième petit pont récent. Quitter à cet endroit la trace qui conduit par la gauche au Bobba et continuer tout droit vers la dorsale qui est en face. La remonter jusqu'à rejoindre le tracé de l’ancienne Alta via que l'on suit quelques minutes vers le Sud jusqu'au moment où celle-ci s'engage dans un vallon. La quitter alors par la droite et continuer à remonter la dorsale jusqu'à un petit replat. Bonne pierre pour une halte casse-croûte éventuelle. On continue ensuite à monter en direction d'un pierrier (Vallon des pierres) puis après une centaine de mètres, on tourne à droite vers l'Est pour passer par un petit col (trace bien visible) (A).
Du col, on atteint un deuxième plateau, sous une longue barre rocheuse (B) qui marque la différence de terrain entre le "bas" et le "haut" de la course. Cette barre constitue la limite supérieure habituelle des marmottes les plus visibles et plus ou moins la limite inférieure l’été des bouquetins, femelles et jeunes, qui sont assez fréquents dans cette zone..
Il est recommandé de porter un casque à partir de là, parce que c’est par cette barre rocheuse que peuvent arriver éventuellement quelques pierres décrochées à l'occasion par les bouquetins. On traverse deux petits écoulements d’eau (C) (dernière source d’approvisionnement en eau potable). Continuer à remonter en diagonale et après un petit clapier, se diriger franchement vers le passage que l’on voit bien en face et qui permet de franchir la barre rocheuse.
Jusqu'ici, absolument aucune difficulté de progression.
On monte par ce passage qui s’enchaîne avec un raidillon herbeux, mais avec de nombreuses marches naturelles, le long de la rive droite d’une « modeste cascade » (D).
On traverse le torrent en haut de cette modeste cascade et on continue en montant en diagonale pour aller rejoindre un autre passage rocheux (E), plus commode sur son côté droit. Ensuite, on rejoint toujours en diagonale vers la droite, l'arête rocheuse qui descend tout droit du Bivouac vers le Sud-Est.
Le parcours suit cette arête sur une partie (F-G), puis on traverse à gauche à mi-pente sur une trace bien marquée (H), vers la partie rocheuse supérieure. Remonter alors jusqu'à une roche noirâtre qui se contourne au mieux par la gauche (I) (passage de ~ IIe – IIIe degré) (toutes sortes de variantes sont possibles). Arrivé à un petit promontoire qui forme une sorte de col (cairn) (J), normalement on remonte (mais là aussi diverses variantes directes sont praticables) d'abord quelques mètres de rochers puis tout de suite un éboulis de graviers en direction d'une barre de rochers clairs qu'on longe sur la gauche pour déboucher sur de véritables lacets naturels qui montent sur une centaine de mètres. Repasser alors vers les pentes Sud sous le Bivouac que l'on atteint alors sans difficultés. (Durée moyenne : 3 heures et demie, 4 heures du Breuil).
Du bivouac, en longeant à l'horizontale la base du triangle de rochers clairs (le repère visuel du Breuil) on trouve de l'eau à une centaine de mètres (fléché). Au cours d'une trentaine d'années d'observation, il ne m'est arrivé que trois fois de trouver cet écoulement d'eau complètement asséché.
La capacité d'accueil est officiellement de 4 places, mais plutôt 2-3 en pratique. Il y a l’équipement nécessaire pour y passer la nuit.
Du Bivouac, il est possible de continuer vers le col des Cors, où un nouveau Bivouac, Achille RATTI, a été inauguré il y a une vingtaine d’années (~ 4 heures).
Ascensioni principali: Grandes Murailles.