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LA GROTTA DEL’EDERA Da "tempio sacro" del Finalese a parco giochi esclusivo - Un approccio che getta ombre e pone interrogativi sul futuro del rapporto tra arrampicata e natura. Alcune considerazioni sul Red Bull Ivy

Lunedì, 21 Aprile 2025 21:31

LA GROTTA DEL’EDERA

Da "tempio sacro" del finalese a parco giochi esclusivo - alcune considerazioni sul Red Bull Ivy

Foto tratte dai siti web che hanno pubblicizzato l'evento - Foto di copertina Courtesy MUDIF - Museo Diffuso del Finale

Il 3 aprile la Grotta dell'edera ha ospitato un evento commerciale che l'ha trasformata per un giorno. Da iconico luogo per camminatori e arrampicatori in cerca di meraviglia a guazzabuglio di lucine colorate, musica e elicotteri per il trasporto dei materiali.

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Di cosa si è trattato

Red Bull Ivy, la competizione di arrampicata unica nel suo genere, arriva a Finale Ligure!

Dodici squadre, composte da due persone ciascuna, si sfideranno sulle pareti dell'iconica Grotta dell'Edera in una gara d'arrampicata caratterizzata da un format senza precedenti che premierà abilità, talento, rapidità e... gioco di squadra.

Ciascun team dovrà infatti arrampicarsi sulle pareti seguendo due percorsi di diversa difficoltà: uno dei componenti della squadra salirà lungo quello facile, mentre l'altro avrà il compito di arrampicarsi lungo quello più difficile. Ogni team dovrà impiegare il minor tempo possibile per raggiungere la cima della parete, ma il cronometro non sarà il loro unico avversario dato che le squadre se la vedranno con... dei fasci di luce mobili!

I climber alle prese con il percorso difficile dovranno infatti cercare di sfuggire alle luci per evitare l'eliminazione, e per farlo potranno contare sul supporto dei loro compagni di squadra: i climber che affronteranno il percorso facile, infatti, dovranno cercare di spegnere gli interruttori dei fari e permettere così ai loro partner di raggiungere la fine del percorso.

Tra coloro che non saranno stati eliminati dalla luce, i più rapidi saranno incoronati vincitori di Red Bull Ivy!

(Fonte: Sito Red Bull)

“L’impronta lasciata da Red Bull Ivy è destinata a durare nel tempo – ha commentato Simona Ferro, assessore allo Sport della Regione Liguria – È stato un evento che ha saputo esaltare la bellezza del nostro territorio e consolidare Finale Ligure come punto di riferimento internazionale per l’arrampicata outdoor. In questo anno in cui la Liguria è Regione Europea dello Sport, abbiamo celebrato l’arrampicata non solo come disciplina avvincente, ma come stile di vita sano, sostenibile e a contatto con la natura.

(Fonte: Sito Sport24h)

(filmato youtube)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagine2222Scrive una riflessione in merito sui suoi canali social Gabriele Canu, filmmaker e Accademico del Gruppo Occidentale:

Diverse persone, in questi giorni, mi hanno chiesto se non ho niente da dire in merito a questo evento. Certo che ce l’ho, ma ho anche una vita, e soprattutto non credo che a Red Bull possa fregare di meno di chi la pensa diversamente. Tuttavia, visto che pare che quelli poco felici di questo evento non siano solo tre ma la cosa sembra essere passata in un curioso quando assordante silenzio, mi prendo la briga di dire quello che penso. È abbastanza chiaro perché nessuno si sia esposto: troppi interessi in gioco, possibili clienti futuri, colleghi, amici o pseudo tali che hanno partecipato o supportato in un modo o nell’altro l’evento più cool dell’anno. Si aspetta sempre sia qualcun altro a esporsi, perché inimicarsi la gente non fa mai piacere. È più facile indignarsi per cose lontane, dove non si conosce nessuno e dunque non si rischia nulla: l’indignazione in un raggio di trenta chilometri da casa è uno sport estremo, altro che la scalata.

Ma con chi ce la si può prendere per la realizzazione di questo “evento intimo, rispettoso e potente” (cit. dal sito)? Con Redbull? Se a un’azienda il cui unico interesse oltre al fatturato è la spettacolarizzazione di qualsiasi cosa gli critichi la spettacolarizzazione, cosa vuoi che ti rispondano? È il loro core business. Più che guardarti con un enorme punto interrogativo stampato in faccia non possono fare.

Poi a me viene da chiedere: cosa c’è da spettacolarizzare alla grotta dell’edera, che non abbia già fatto madre natura a costo zero? Non ci accontentiamo, MAI. Chi si accontenta è un perdente, bisogna sempre spingersi un po’ più in là. D’altra parte parliamo di un luogo, la grotta dell’edera, che ha un nome che non la rispecchia più da quando dei disgraziati (non saprei trovare un altro termine, se qualcuno ha un suggerimento politically correct sono tutt’orecchi), per due tiri da scalare in più, hanno tolto le ultime tracce di rampicante rimaste. Sono ormai passati un po' di anni: eravamo dei trogloditi egoisti, e nella migliore delle ipotesi non siamo migliorati.

Ormai il messaggio evidente che passa è che questo sia il modello turistico giusto, che questo sensazionalismo illuminato da lucine colorate e sfavillanti, generatori e musica ad alto impatto cerebrale in mezzo ai boschi finalesi sia normale. È normale che ci gasiamo per le lucine, è normale che ci gasiamo dicendo che poi tutto è stato ripulito (siamo arrivati al punto che chi ripulisce ciò che lui stesso ha sporcato assurge quasi il ruolo di benefattore), ma poi facciamo finta di nulla sull'etica dietro a un evento così. Ma ci siamo divertiti, si sono divertiti, c’è chi s’è divertito…quindi va tutto bene, chi se ne frega dell'etica. Un luna park nella natura a cui mancavano solo i tornelli, lo zucchero filante e tanto, tanto buongusto. Saran stati sicuramente contenti gli animali che lì ci vivono tutti i giorni, sarebbe opportuno fare una serie di interviste.

Ma l’amministrazione in tutto ciò cosa dice? Va tutto bene? È un evento di promozione del territorio? È Redbull, quindi visibilità, quindi tutto buono? Sembra di sì, leggo “fattiva collaborazione e disponibilità del Comune di Finale Ligure”. Evidentemente gli è piaciuto e gli è sembrato un bel modo di promuovere il paradiso finalese.

È un evento, è una sera? Si, ogni cosa inizia così. Se fai passare il messaggio che la grotta dell'edera è un circo, i mesi, gli anni e il tempo lo trasformeranno nel circo. Non è una novità, è così dalla notte dei tempi. C'è sempre un inizio.

Non è vietato? No, non è vietato, purtroppo: dunque rimane una questione di sensibilità. E come tale, soggetta ad interpretazioni e strumentalizzazioni in base ai propri interessi.

Nessuno che riesca a cogliere la logica del profitto che c'è dietro questa "experience" di Redbull?  Si prende un luogo iconico e unico del finalese e lo si trasforma in una location pubblicitaria per una ditta privata, con un evento privato e ad invito per rendere la cosa più "in". Questa storia puzza di elitarismo e consumismo come le mie narici non respiravano da tempo.

La mia sensibilità mi dice che il punto non è Red Bull, è chi in queste schifezze ci crede. Il punto è chi fissando le lucine si diventa ciechi sul fatto che questa cosa ha un costo. Non monetario: per quello lo sappiamo bene che quando andiamo a cena e offre qualcun altro cerchiamo i piatti che costano di più anche se non ci piacciono, e qui non eravamo noi a pagare.

Ma ambientale. Etico. Di rispetto nei confronti della natura, che da coprotagonista di una storia diventa mezzo di spettacolarizzazione: non l'uomo come parte viscerale di un ambiente, ma un ambiente al servizio dello spettacolo.

Trump dall’altra parte del mondo mira a distruggere ecosistemi, qui tutti critici e a pubblicare meme, a sdegnarsi, a prendere le distanze, a dire che si è fatti di ben altra pasta, ma quando si tratta di preservare il proprio territorio che tanto si dichiara di amare - con tanto di continui post romantici e lacrime strappastorie - non ci facciamo poi troppi scrupoli.

Quanta maledetta ipocrisia.

L’evento su INSTAGRAM

Sulla pagina REDBULL

e sulla pagina LA MIA LIGURIA/Regione Liguria official account for tourism

L'evento sulle testate web

Sulla pagina ufficiale facebook della Regione Liguria 

Sulla testata SPORT24h 

Ne parla anche IL DOLOMITI, con un’analisi che fa riflettere 

Sul sito di LIGURIASPORT 

Su Instagram la logistica 

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