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Leonardo Gheza e Denis Urubko entrano all’Accademico

Venerdì, 13 Marzo 2020 17:25

di A. Rampini

Il Consiglio Generale del CAAI ha ratificato a pieni voti l’ammissione all’Accademico dei due forti alpinisti.

Personaggi diversi per generazione e per storie personali ma accomunati da una grande passione per la montagna e le prestazioni di alto livello, senza per questo essere semplicemente degli atleti della verticale.

Leonardo Gheza

leonardo ghezaClasse 1991, libero professionista iscritto alla Sezione di Breno, Leonardo inizia nel 2015 l’attività alpinistica di alto livello, specializzandosi nella scalata su roccia e nei concatenamenti in velocità.

Le vie moderne d’ingaggio e di grado elevato si affiancano alle grandi classiche del Bianco (Pilone Centrale del Freney, Sperone Walker alle Jorasses, Americana al Fou), delle Dolomiti (Hasse Brandler alla Grande di Lavaredo), dell’Oberland (Nord dell’Eiger), dello Yosemite (The Nose al Capitan), della Patagonia (Patagonicos Desesperados alla Poincenot).

Un giovane che sicuramente farà parlare di sé nei prossimi anni.

Denis Urubko

denis urubko na k2 450191 GALLERY BIGClasse 1973, di professione giornalista, iscritto alla Sezione di Bergamo, inizia l’attività nel 2000 e lascia un segno importante nella storia dell’Alpinismo Himalayano. Al suo attivo la salita dei 14 Ottomila senza ossigeno, alcuni per vie nuove e in stile alpino. Ha salito in prima invernale il Makalu e il Gasherbrum II.

 

Numerose le vie nuove tra le quali spicca nel 2019 la via nuova in stile alpino, in solitaria e senza ossigeno al Gasherbrum II. Ha aperto e ripetuto, anche in solitaria, grandi vie su roccia e misto in Tien Shan, Pamir, Kamciatka, Altay ecc.

Emerge il suo stile e spirito “puro” di andare in montagna libero dalle motivazioni commerciali. Vanno ricordati anche i generosi interventi di salvataggio in altissima quota (Jean-Christophe Lafaille al Broad Peak nel 2003, Elisabeth Revol al Nanga Parbat nel 2018 e Francesco Cassardo al G VII nel 2019).

Denis ha vinto per tre anni l’Asian Piolet d’Or (nel 2006 per una via nuova sul Manaslu, nel 2009 per una via nuova sul Cho Oyu e nel 2011 per una via nuova sul Pik Pobeda). Per la via nuova sul Cho Oyu viene premiato anche con il Piolet d’Or nel 2010.

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 Foto di copertina dal Post di Leonardo Gheza

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